“A meno di due settimane dal voto per il referendum sul taglio dei parlamentari – per gli italiani all’estero solo una settimana – interessa forse a qualcuno cosa ne pensano gli italiani (e i lucani) che risiedono all’estero per lavoro? “. E’ la domanda che il Presidente di Palazzo Italia Bucarest e dei Lucani nei Balcani Giovanni Baldantoni pone non solo alla politica ma anche alla comunità dei connazionali-corregionali che sono in Italia.
Intanto va spiegato – dice – che per quanto riguarda la rappresentanza degli italiani all’estero, nello specifico degli iscritti all’AIRE, i parlamentari verrebbero ridotti da 12 a 8 alla Camera (un deputato per 687.000 iscritti AIRE) e da 6 a 4 al Senato (un senatore per 1.375.000 iscritti AIRE).
Le informazioni che circolano tra quanti sono nei Paesi Esteri – continua Baldantoni – sono molto scarse a cominciare da come si vota: per gli italiani residenti all’estero (iscritti all’AIRE) e iscritti nelle liste elettorali il voto avviene per posta. Gli elettori avrebbero dovuto già ricevere il plico per posta con la scheda e potranno votare entro il 15 settembre. Dunque i tempi per il voto dall’estero sono accorciati di una settimana e qualora entro il 6 settembre il plico non sia ancora pervenuto, si potrà richiederne il duplicato all’ufficio consolare di riferimento. Il plico contenente la scheda votata dovrà pervenire al Consolato entro le ore 16 locali del 15 settembre 2020.
Per gli iscritti AIRE che lo desideravano, era possibile scegliere di votare in Italia presso il proprio comune di iscrizione elettorale, ma bisognava comunicare tale operazione al proprio Consolato di riferimento entro il 28 luglio. Ovviamente con la fase Covid che riguarda molti Paesi esteri – dice ancora Baldantoni – sono veramente pochissimi gli italiani che lo hanno fatto e che potranno venire in Italia a “trascorrere la quarantena”.
Quanto al confronto sul merito del referendum, il Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale dedica al Referendum una pagina del suo sito Internet. Per il resto ci risultano un paio di webinar e silenzio assoluto. A conferma che alla mia domanda iniziale – dice Baldantoni – la risposta è scontata: a nessuno interessa il parere degli italiani all’estero che pure sono
circa 6 milioni, più del 10% della popolazione, un dato sicuramente per difetto e limitato agli iscritti all’Aire. Dobbiamo accettare supinamente la proposta di un solo senatore per tutti gli italiani che risiedono in Europa. Anche perché se per altre consultazioni in alcune aree europee ha votato anche meno del 5% degli aventi diritto, questa volta si batterà il record negativo di partecipazione al voto.