Nell’augurare un “in bocca al lupo” ai candidati Rettore, ai candidati alle cariche del Senato Accademico e dei Direttori di Dipartimento dell’Università degli Studi della Basilicata, il Cluster Basilicata Creativa pone l’accento sull’importante ruolo che dovrà svolgere l’Ateneo lucano nel percorso di crescita e supporto alle politiche culturali e creative nei prossimi anni.
A dichiararlo è il Presidente del Cluster, Raffaele Vitulli, che auspica di poter continuare il percorso strategico costruito con l’Università fino a oggi, resosi possibile grazie alla collaborazione con i rappresentanti di Unibas in seno al Direttivo e al Comitato Scientifico di Basilicata Creativa.
Un ringraziamento particolare alla Rettrice Aurelia Sole che chiude il suo mandato, poiché ha dato un contributo indispensabile per la nascita del Cluster nel 2018 e ha saputo supportare il lavoro di progettazione condivisa con le imprese associate e con gli altri Organismi di Ricerca. Ricordiamo che l’Università opera in Basilicata Creativa assieme al CNR e all’ENEA, al fianco delle aziende culturali e creative lucane nell’ambito della S3 (Smart Specialization Strategy) della Basilicata, che vedrà importanti progetti di ricerca e sperimentazione attivarsi proprio nei prossimi anni, in concomitanza con la programmazione 2021-2027 dei Fondi Strutturali.
Siamo in un momento di notevole stravolgimento, dal punto di vista economico e sociale per il nostro territorio, sia a causa del galoppante spopolamento, sia per via dell’emergenza sanitaria che ha messo a dura prova le nostre aziende. Ma dalle grandi crisi possono nascere grandi opportunità, bisogna saper cambiare prospettiva e cogliere l’occasione, mettendo in campo nuove visioni e nuove progettualità.
Noi del Cluster sappiamo che i settori delle Industrie Culturali e Creative sono trainanti per generare innovazione, crescita imprenditoriale e occupazione giovanile, perché dall’hi-tech, alla comunicazione, al design, alla valorizzazione dei patrimoni culturali, c’è molto del futuro della Basilicata. Tuttavia, i nostri territori tendono ad aver bisogno di rapporti costanti e strutturati con il mondo scientifico e della ricerca, per costruire innovazione e generare azioni di salvaguardia territoriale, valorizzazione dei patrimoni culturali e sociali e percorsi di trasformazione per raggiungere obiettivi e standard più sostenibili ed eco-compatibili.
Per questo riteniamo fondamentale il ruolo dell’Università lucana nei prossimi anni, che dovrà aprirsi sempre di più a una collaborazione fattiva ed efficace con il territorio, investendo energie in tal senso al fianco delle imprese e dei Comuni lucani.
Dopo l’importante ruolo che Matera e la Basilicata hanno assunto nel panorama europeo, anche grazie all’esperienza da Capitale Europea della Cultura di cui l’Università è stata protagonista diretta, è fondamentale che si prosegua con continuità nel promuovere strategie e percorsi di innovazione e ricerca in campo culturale e creativo, per affermare il ruolo della regione quale punto di riferimento nazionale e internazionale in materia di valorizzazione dei patrimoni materiali e immateriali.
Nei prossimi anni si dovrà fare gioco di squadra in Basilicata, per gestire al meglio i finanziamenti della nuova programmazione e per candidare numerosi progetti europei sui nuovi programmi Horizon Europe, Interreg, Life, Erasmus Plus e molti altri, che dovranno essere di supporto allo sviluppo della ricerca e della sperimentazione imprenditoriale: i temi legati allo sviluppo culturale e all’utilizzo della creatività e delle nuove tecnologie saranno sempre più di supporto ai giovani studenti e ai ricercatori dell’UniBas, soprattutto a coloro che vorranno generare attività d’impresa, in sinergia con il tessuto imprenditoriale lucano.
Siamo sicuri che l’UniBas vorrà potenziare in tal senso gli investimenti già avviati nel Campus di Matera, in stretta collaborazione con il Cluster Basilicata Creativa, per generare progettualità nazionali e internazionali in materia di salvaguardia e fruizione innovativa dei Beni Culturali, che coinvolgano l’intera regione e i tanti Comuni che vorranno investire in tal senso, come ad esempio sta facendo Venosa con l’area del Vulture, diventando così polo attrattivo per il Sud Italia in materia di ricerca e sperimentazione nelle industrie culturali e creative e nell’applicazione delle nuove tecnologie al recupero e alla valorizzazione dei Beni Culturali.