I parlamentari di Fratelli d’Italia in Commissione antimafia Wanda Ferro, Antonio Iannone e Luca Ciriani, “chiedono di conoscere l’esito dell’ispezione nel carcere di Melfi, disposta dell’ex capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap), Francesco Basentini”. In particolare, si sono rivolti al presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, “chiedendo – è sottolineato in una nota – l’acquisizione degli atti dopo l’ispezione seguita alle denunce del sindacato autonomo di Polizia penitenziaria Osapp sulle criticità legate alla ‘gestione del personale in servizio presso la Casa circondariale di Melfi in cui ci si permette di contravvenire a qualsiasi tipo di norma vigente pattizia’”. “Il sindacato – hanno aggiunto Ferro, Iannone e Cirani – ha denunciato una ‘irrazionale distribuzione del lavoro straordinario’, una ‘ingiustificata e non concordata movimentazione interna fra i vari uffici’; una ‘contraddittoria effettuazione di lavoro straordinario da parte di personale’, una ‘cattiva gestione del personale ruolo degli ispettori e dei sovrintendenti’. Inoltre sarebbe stato affidato un doppio incarico di responsabilità (area segretaria e ufficio comando) ad un unico ispettore da pochi mesi arrivato a Melfi, che, peraltro, per motivi di lavoro legati ad una sua attribuzione in seno al Dap, risulterebbe spesso assente”. Inoltre “i sindacati di categoria Osapp-Uilpa, Uspp e Sinappe – hanno evidenziato gli esponenti di Fdi – hanno poi denunciato la gravissima situazione che ‘vede l’attuale comandante del reparto nominato Commissario a seguito dell’ultimo concorso interno per 80 posti da commissario e per i quali il bando di concorso espressamente prevedeva un netto divieto a poter ricoprire incarichi di comandante del reparto, ciò nonostante, non solo non è stato rispettato ciò che era previsto dal bando di concorso, ma cosa ancor più grave è la doppia posizione ricoperta da quest’ultimo, quella di comandante del reparto e importante rappresentante sindacale di una nota sigla’”. Si tratta – secondo i parlamentari Fdi, che si tratta di “una situazione che si riverbera negativamente sul buon andamento della struttura stessa, visto che la maggior parte del personale vive la circostanza con il timore di possibili negative ripercussioni di carattere personale e vede negli atti posti in essere dalla Direzione avvallati dal comandante del reparto delle gravi disparità di trattamento e delle violazioni di tutte quelle norme, ivi comprese le norme contenute nello statuto dei lavoratori, che espressamente prevedono che non è possibile concentrare nella medesima persona la figura di datore di lavoro e rappresentante sindacale. Stando così le cose – hanno concluso – ad oggi ogni regola di trasparenza, parità trattamentale e buon andamento all’interno della Casa Circondariale di Melfi risulta essere violata”. (ANSA).
Di seguito il testo integrale dell’interrogazione a risposta scritta presentata dall’onorevole Wanda Ferro di Fratelli d’Italia e sottoscritta anche da altri due parlamentari.
Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
con note del 4 e 14 ottobre 2019 il segretario generale Osapp denunciava le gravi criticità legate alla «gestione del personale in servizio presso la Casa Circondariale di Melfi in cui ci “si permette” di contravvenire a qualsiasi tipo di norma vigente pattizia»;
in particolare, si lamentava una «irrazionale distribuzione del lavoro straordinario», non convalidato da apposite relazioni di servizio ed effettuato anche dove non ve ne sia esigenza; una «ingiustificata e non concordata movimentazione interna fra i vari uffici»; una «contraddittoria effettuazione di lavoro straordinario da parte di Personale», nonostante le limitazioni imposte del Medico del Lavoro e le disposizioni della Direttrice dell’istituto; una «cattiva Gestione del Personale Ruolo degli Ispettori (8 unità) e dei Sovrintendenti (2 unità)», considerato che la Sorveglianza Generale nei turni serali, notturni e festivi sarebbe svolta esclusivamente dal ruolo degli Assistenti, nonostante risultino esservi Ispettori e Sovrintendenti;
e ancora, si legge sempre nelle note che, nonostante la presenza di ispettori, è stato affidato un doppio incarico di responsabilità (Area segreteria e ufficio comando) ad un unico ispettore da pochi mesi arrivato a Melfi, che per motivi di lavoro legati ad una sua attribuzione in seno al Dap, risulta essere spesso assente;
a corredo di tali violazioni, l’Osapp denunciava una indebita disapplicazione degli accordi e delle regole di organizzazione dei servizi, che si concretizzerebbe anche nell’accorpamento nei servizi di più sezioni detentive, nonostante vi siano detenuti di Alta Sicurezza e il sistema antiscavalcamento-antintrusione sia in condizioni precarie, nella soppressione delle sentinelle, della ronda automontata e dei servizi nella sala regia;
con successive note del 16 giugno, 29 giugno, 25 luglio e 6 agosto 2020, i sindacati di categoria Osapp-Uilpa-Uspp e Sinappe, «visto il perdurare della ormai incancrenita situazione in cui versa la Casa Circondariale» di Melfi, denunciavano ripetutamente la gravissima situazione che «vede l’attuale Comandante del Reparto, nominato Commissario a seguito dell’ultimo concorso interno per 80 posti da Commissario e per i quali il bando di concorso espressamente prevedeva un netto divieto a poter ricoprire incarichi di Comandante del Reparto, ciò nonostante, non solo non è stato rispettato ciò che era previsto dal bando di concorso, ma cosa ancor più grave è la doppia posizione ricoperta da quest’ultimo, quella di comandante del reparto e importante rappresentante sindacale di una nota sigla», nonostante è presente a Melfi un commissario capo, quindi suo superiore gerarchico;
in particolare, tale situazione si riverbera sul buon andamento della struttura, visto che la maggior parte del personale vivrebbe la circostanza con il timore di possibili ripercussioni negative di carattere personale; vedrebbe negli atti posti in essere dalla direzione avvallati dal comandante del reparto delle gravi disparità di trattamento e delle violazioni di tutte quelle norme, ivi comprese le norme contenute nello statuto dei lavoratori, che espressamente prevedono che non è possibile concentrare nella medesima persona anche la figura di rappresentante sindacale;
il comandante del reparto, essendo capo del personale di polizia penitenziaria, dovrebbe essere persona scevra da ogni condizionamento e non soggetto a logiche di appartenenza –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei gravi fatti esposti in premessa e, accertata la fondatezza degli stessi, se sia stata disposta una verifica ispettiva presso la casa circondariale di Melfi e, in caso affermativo, quali siano stati gli esiti della stessa;
quali urgenti iniziative di competenza intenda adottare per sanare le criticità rilevate nell’istituto penitenziario in esame, che rischia di trasformarsi in una vera e propria «bomba ad orologeria» rispetto a possibili problemi futuri di rilevanza esterna, sia rispetto al personale e sia riguardo alla popolazione detenuta.