Presentato questa mattina nella sede della Fondazione Matera-Basilicata 2019 il programma del Festival di arti performative “So Far So Close. Esercizi di vicinanza” prodotto dalla Fondazione, in collaborazione con Apt Basilicata e ASL di Matera, il patrocinio del Comune di Matera e la collaborazione artistica di Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci. Il Festival partirà ufficialmente sabato 12 settembre alle ore 21 alla Cava del Sole di Matera con lo spettacolo “I messaggeri” di Emma Dante e si articolerà in una serie di appuntamenti che si svolgeranno a Matera e in altri Comuni della Basilicata fino alla fine di ottobre.
All’incontro con i giornalisti hanno partecipato il Presidente della Fondazione, Salvatore Adduce, la Direttrice, Rossella Tarantino, il Direttore di APT Basilicata, Antonio Nicoletti, la project manager di Open Design School, Rita Orlando, la vice sindaco e assessore comunale al turismo, Marianna Dimona, l’infettivologa dell’Asm Anna Fineo, conivolta nelle ricerche di Open Design School e in collegamento skype le curatrici Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci.
Il Festival “So Far So Close. Esercizi di vicinanza” propone esercizi di vicinanza per riabbracciare l’esistente attraverso le arti performative con una nuova consapevolezza rispetto alla nostra vita comune in un “pianeta infetto”, e per ritrovare la forza dell’agire collettivo. Esercizi, anche, di una rinnovata cittadinanza, dopo l’esperienza che nel 2019 ha fatto di Matera e dell’intera Basilicata un territorio privilegiato per i processi creativi condivisi e per la relazione tra arte e spazio.
Dal 12 settembre alla fine di ottobre, Matera e diversi comuni della Basilicata saranno lo scenario del Festival di arti performative “So Far So Close. Esercizi di vicinanza” prodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, con la collaborazione artistica di Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci, in partenariato con Apt Basilicata e ASM Matera e il patrocinio dei Comuni di Matera, Montescaglioso, Venosa, San Mauro Forte, Cirigliano, Latronico, San Severino Lucano.
La manifestazione è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede della Fondazione Matera Basilicata 2019 cui sono intervenuti il Presidente della Fondazione, Salvatore Adduce, la Direttrice, Rossella Tarantino, il Direttore di APT Basilicata, Antonio Nicoletti, la project manager di Open Design School, Rita Orlando, Silvia Bottiroli e Cristina Ventrucci in collegamento Skype, l’Assessore al Turismo del Comune di Matera, Marianna Dimona, la dott.ssa Anna Fineo dell’Asm Matera, il rappresentate del Comitato project leader di Matera 2019, Andrea Santantonio.
Il programma “So Far So Close” propone esercizi di vicinanza per riabbracciare l’esistente attraverso le arti performative con una nuova consapevolezza rispetto alla nostra vita comune in un “pianeta infetto”, e per ritrovare la forza dell’agire collettivo. Esercizi, anche, di una rinnovata cittadinanza, dopo l’esperienza che nel 2019 ha fatto di Matera e dell’intera Basilicata un territorio privilegiato per i processi creativi condivisi e per la relazione tra arte e spazio.
Attraverso il lavoro di ricerca di Open Design School, il Festival si configura come una sperimentazione che intende realizzare eventi dal vivo ai tempi del Covid, mediante lo studio di nuove relazioni e di codifica dei comportamenti sociali, per far sì che, nonostante la distanza, i partecipanti allo spettacolo si sentano pienamente coinvolti e protagonisti dello stesso. Il titolo “So Far So Close”, emblematicamente esprime sia il lavoro che si intende fare sulle nuove relazioni tra le persone ai tempi della distanza sociale, sia le nuove relazioni che possono costruirsi tra le aree urbane e le aree remote, in un percorso di rieducazione collettiva che possa definire nuovi rituali dello stare insieme e nuove modalità di fruizione dello spazio pubblico. In questa sperimentazione, tutti gli artisti saranno chiamati a confrontarsi con il metodo dell’Open Design School che, in una logica di co-creazione che è stato fiore all’occhiello di Matera 2019, metterà insieme professionalità di discipline diverse: dagli infettivologi agli ingegneri della sicurezza, dai designer agli artigiani, dagli architetti agli abitanti culturali. Gli esiti del processo di ricerca e sperimentazione confluiranno in un Manuale open source, una sorta di cassetta degli attrezzi o vademecum a disposizione di tutti.
Gli attraversamenti visionari che compongono il programma sono guidati da artiste e artisti dell’area performativa che hanno rinnovato le proprie domande in questo momento infra-pandemico, in cui la negoziazione delle distanze tra i corpi è cruciale e richiede una particolare cura e delicatezza nel ripensare le occasioni d’incontro dal vivo. Nel loro lavoro, il tema della prossimità è centrale anche in termini di rapporto tra lettura della realtà e costruzione dell’immaginario, dove il teatro nelle sue forme e contaminazioni – dalla drammaturgia alla performance, dal rapporto col cinema e la musica alla danza, fino all’esperienza di arte pubblica e relazionale – diventa strumento per guardare le relazioni e i luoghi attraverso narrative intrecciate e con un’attenzione al rapporto tra l’umano e il non umano, e tra il visibile e l’invisibile, nella città che per vocazione ha da sempre unito queste dimensioni. Nel pensare a questi nodi, le curatrici si sono concentrate su artisti e opere che intervengono nello spazio pubblico risignificandolo o complessificandolo mediante forme di apertura capaci di includere gli spettatori non soltanto nel fruire di un lavoro finito ma, ma con modalità molto differenti, nella responsabilità del costruirlo; che sono interessati alla relazione con le diverse comunità che compongono i tessuti urbani, i territori rurali e i loro luoghi; che sviluppano un’idea di infanzia e di gioco capace di scardinare la convenzione.
A Matera Emma Dante porta in scena alla Cava del Sole uno spettacolo-concerto evocativo per sublimare il dolore che la pandemia ha portato con sé, affidandosi alla tragedia greca come forma di catarsi; Virgilio Sieni torna con due nuovi percorsi di coinvolgimento dei cittadini fra Agna e il borgo La Martella; Chiara Guidi porta uno dei più importanti lavori di teatro infantile; il duo Deflorian/Tagliarini riprende il lavoro dell’artista olandese Lotte van den Berg in un percorso itinerante nel centro città; le compagnie Motus ed MK si esibiscono nel Parcheggio di Via Saragat, che diventa un luogo nuovo per le visioni artistiche della città. Il programma si allarga inoltre alle aree interne della Basilicata: Venosa, città lucana candidata al titolo di Capitale italiana della cultura per il 2022, e Montescaglioso ospitano il manifesto dell’arte coreografica di Sieni; Annamaria Ajmone si esibisce in una partitura coreografica a Latronico e San Severino Lucano, in due siti dove la natura incontra le opere contemporanee di ArtePollino; Luigi Coppola torna a Cirigliano e San Mauro Forte con due lavori di arte pubblica a stretto contatto con le comunità locali. Completano il calendario le Open review di Open Design School a Casino Padula, momenti di approfondimento per presentare l’avanzamento del lavoro di ideazione e progettazione partecipata, e le Giornate Europee del patrimonio, che porteranno i visitatori alla scoperta del Teatro Quaroni nel borgo La Martella di Matera.
Si sta inoltre lavorando ad una collaborazione con i Project leader di Matera 2019, quelle realtà della scena creativa e culturale locale che hanno coprodotto lo scorso anno il programma della Capitale europea della cultura, e che ora si sono unite in un solido coordinamento per capitalizzare il lavoro fatto.
L’accesso a tutti gli eventi del Festival è gratuito, previa prenotazione sulla piattaforma Matera-Basilicata Events (www.materaevents.it). Durante gli eventi saranno rispettate scrupolosamente tutte le misure anti-Covid in vigore, in relazione alle quali il pubblico è invitato alla massima collaborazione.
“Con questo Festival – spiega Rossella Tarantino, Direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019 – vogliamo ripartire con gli eventi dal vivo, per colmare un vuoto prodotto dall’annullamento di tante produzioni culturali proprio in un anno così importante per il rilancio delle attività e del fermento culturale che, tutti insieme, siamo riusciti a generare negli anni precedenti. E lo facciamo interrogandoci proprio sui quesiti posti dalla pandemia, in termini di relazioni sociali. Infine, puntiamo a consolidare le principali legacy di Matera 2019, ovvero la co-creazione, abbattendo le barriere tra artisti, designers, professionisti e pubblici, e la relazione fra aree urbane e aree interne e marginali, rafforzando sempre più, anche grazie alla collaborazione con APT, il legame fra cultura e turismo, per consentire a cittadini permanenti e temporanei di “abitare la cultura””.
“Appena giunte a Matera, una delle prime parole che abbiamo sentito come scolpite nella roccia è stata: ‘il vicinato’, termine che caratterizza la conformazione di questa città unica al mondo e la sua socialità originaria – affermano Bottiroli e Ventrucci –. Abbiamo lavorato sulla questione della vicinanza come un tema che riguarda tanto il rapporto tra i corpi umani, e quindi le relazioni di comunità e la dimensione transindividuale, quanto lo spazio pubblico e la città come luogo in cui desideri e bisogni richiamano la dimensione dei molti, e, non meno importante, la connessione imprescindibile tra l’umano e il non umano, e quindi la necessità profonda di guardarci, oggi, in relazione a paesaggi ed elementi naturali. Nella composizione del programma ci siamo inoltre concentrate su artisti e pratiche che sappiano includere il pubblico nella costruzione dell’opera e non solo nella sua fruizione, con grande consapevolezza delle insidie nascoste in ogni proposta di partecipazione e pure della potenzialità iniziatica di una immersione nel processo artistico, e con una attenzione all’infanzia, anche in termini di sguardo originario e reinvenzione di linguaggio attraverso le potenzialità del gioco”.
“Le attività culturali sono una delle principali occasioni di viaggio e per questo risultano fondamentali per lo sviluppo turistico dei territori – sottolinea il Direttore di APT Basilicata, Antonio Nicoletti-. Il Festival So Far So Close con il suo programma diffuso fra Matera e diversi comuni lucani, consente alla nostra regione di tornare sulla scena del turismo culturale, forte anche degli importanti numeri in termini di presenze rilevati nella stagione estiva, che ci fanno ben sperare anche per l’autunno”.
“Nonostante le grandi difficoltà che il settore turistico ha affrontato a causa della pandemia – evidenzia l’Assessore al Turismo del Comune di Matera, Marianna Dimona -, siamo felici che la città sia riuscita comunque ad attrarre turisti. Con il Festival So Far So Close, Matera riparte con il suo cartellone di eventi aperti al pubblico, e lo fa da un luogo emblematico, la Cava del Sole, uno dei pochi al Sud a poter ospitare all’aperto fino a 1000 persone. Un fiore all’occhiello ma anche un modello da continuare a valorizzare”.
Programma artistico
Il programma attraversa mondi artistici dal segno diverso, emersi dalla dimensione carsica del flusso che le curatrici hanno individuato nel comporre il percorso, e accomunati dalla medesima sete di ricerca della bellezza.
Emma Dante ha creato con I messaggeri – insieme con la partecipazione dei musicisti siciliani Fratelli Mancuso –uno spettacolo-concerto evocativo per sublimare il dolore che la pandemia ha portato con sé e si affida alla tragedia greca come forma che, con il processo della catarsi, purifica la comunità che ha attraversato in modo corale un mistero dell’esistenza. È questo il lavoro – fresco di debutto al festival di Spoleto – che si è voluto per inaugurare sabato 12 settembre alle 21.00 la programmazione convocando la città nello spazio suggestivo e ampio di Cava del Sole.
Il secondo appuntamento del Festival muove verso le aree interne del territorio lucano con la presentazione di un lavoro estremamente poetico nelle piazze di Venosa (venerdì 18 settembre alle 21.00) e Montescaglioso (domenica 20 settembre alle 21.00). Si tratta del solo di danza più emblematico del percorso di Virgilio Sieni – coreografo e danzatore d’eccellenza, artista pluripremiato nella scena internazionale – dal titolo Solo Goldberg Variations. Manifesto dell’arte coreografica dell’artista, apice delle sue ricerche sul corpo e sui linguaggi della danza e dell’arte figurativa, questo assolo è proteso a oltrepassare gli approdi formali e le codificazioni per lasciar emergere una visione profonda. Nella metrica e nell’architettura immateriale delle Variazioni Goldberg di Bach, suonate dal vivo al pianoforte, la danza di Sieni fa affiorare memorie pittoriche, accennando a un articolato fluire di figure prostrate, tratte dall’arte italiana dal ‘300 al ‘600, mai citate direttamente, piuttosto affettuosamente evocate in un atto intimo che chiede condivisione.
Accanto alla presenza di questo spettacolo, Sieni, con la sua compagnia, ha disegnato appositamente per Matera due diversi percorsi di coinvolgimento, Dolce Lotta – focalizzato sul rapporto emotivo e tattile con gli oggetti – e La tattilità delle chiome – teso all’ascolto della natura – rivolti rispettivamente alle cittadine e ai cittadini firmatari del Manifesto dei cittadini per Matera 2020 nel quartiere La Martella (dal 19 al 26 settembre, con presentazione pubblica sabato 26 alle 18.00), e alla comunità del quartiere di Agna, nei pressi di Casino Padula (dal 19 al 24 settembre, con presentazione pubblica il 24 alle 18.00).
Ha carattere esclusivo l‘allestimento site-specific di uno dei più importanti lavori di teatro infantile di Chiara Guidi La terra dei lombrichi, un’esperienza itinerante, ambientata a Masseria Radogna, che coinvolge i bambini nello sviluppo emotivo dell’agire scenico. Fondatrice di una delle più note compagnie al mondo di teatro contemporaneo, Societas (già Socìetas Raffaello Sanzio) impegnata da decenni nella ricerca di un teatro che reinventa il linguaggio anche attraverso lo sguardo infantile, Chiara Guidi ha riscritto per Matera la drammaturgia “errante” di un viaggio a lieto fine che – ispirato ad Alcesti di Euripide – si avventura oltre la soglia, nel mondo in cui i lombrichi, rimestando incessantemente la terra, portano in superficie ciò che è sepolto. Il progetto prevede il coinvolgimento di attori ed educatori reclutati sul posto attraverso un laboratorio intitolato Il lavoro dell’attore davanti agli occhi di un bambino, e si svolge dal 29 settembre al 4 ottobre, con presentazione pubblica venerdì 2 (alle 11.00 e alle 17.00) e sabato 3 e domenica 4 (alle 11.00 e alle 17.00, posti limitati).
La coreografa Annamaria Ajmone presenta il solo Trigger in due diversi siti curati da Arte Pollino nel Parco del Pollino, dove la natura incontra l’arte. Trigger è una partitura coreografica che si pone in relazione con i luoghi che abita, e ripensa la disposizione scenica in relazione a paesaggi o architetture. Per questo si è pensato a completare la visione con degli itinerari di cammino e visitadei luoghi in cui lo spettacolo si innesterà: venerdì 2 ottobre alle 18.00 all’Earth Cinema di Anish Kapoor con camminata nella Valle del Sinni a partire dalle 15.30; e venerdì 3 ottobre alla giostra RB Ride di Carsten Höller con camminata nella Valle del Frido a partire dalle 15.00 (per entrambe le giornate i posti sono limitati). Il programma delle giornate realizzate con Arte Pollino si completa la mattina di domenica 4 ottobre con la presentazione (a Latronico presso MULA+ Museo e Biblioteca di Latronico alle 9.45) degli esiti del progetto Ka Art.Per una cartografia corale della Basilicata, realizzato per Matera 2019, seguita a sua volta dalla camminata nella Valle del Sinni con visita guidata a Earth Cinema.
In Cinema Imaginaire, il duo Deflorian/Tagliarini – che si è affermato in questi anni per un teatro che scardina la percezione della realtà attraverso un delicato quanto incisivo straniamento – riprende il lavoro dell’artista olandese Lotte van den Berg invitando piccoli gruppi di spettatori a osservare la vita della città come se fosse un film e scrivendo su questa carrellata personale la propria sceneggiatura. Esercitando lo sguardo su ciò che già si conosce, questa esperienza – che si muoverà intorno a Piazza San Francesco e Piazza Vittorio Veneto con base alla Sala di Palazzo Santa Lucia – ritrova la capacità di proiettarvi nuove narrazioni e visioni, come un percorso a ritroso all’origine del cinema (da martedì 6 a giovedì 15 ottobre, ore 18.00 – sabato 10 doppia replica ore 11.00 e 18.00 – riposo lunedì 12).
Innestato nel cinema anche lo spettacolo diMotus, compagnia di punta nella scena contemporanea internazionale, diretta da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò. In Chroma Keys – allestito al Parcheggio di via Saragat, che diventa un luogo nuovo per le visioni artistiche della città – la protagonista iconica dei lavori del gruppo, Silvia Calderoni, gioca con lo schermo grazie a un dispositivo che permette all’azione dal vivo di perforare l’immagine cinematografica, incastonandovi elementi inaspettati. Così, scene peculiari della storia del cinema vengono pervase dall’irruenza performativa, smascherando e rigenerando certi trucchi della visionarietà con gusto surreale ed esito spiazzante (repliche giovedì 15 e venerdì 16 ottobre alle 21.00).
Nello stesso spazio si colloca anche l’irruzione festosa di MK, compagnia diretta da Michele Di Stefano, con Bermudas Forever, lavoro coreografico corale e scatenante, basato su musiche di forte impatto e su un sistema gestuale che produce un moto perpetuo. Pensato come “una condizione per esistere accanto agli altri e costruire un mondo ritmicamente condiviso” questo spettacolo è stato inserito in programma con la precisa intenzione di rappresentare un bagno di energia vitale giungendo anche, nel finale, a coinvolgere in forma libera e protetta gli spettatori nel suo turbine di energia (sabato 24 ottobre alle 21.00).
Prosegue il suo lavoro di arte pubblica a stretto contatto con le comunità delle aree interne Luigi Coppola, già autore di percorsi realizzati nel 2019. A San Mauro Forte realizzerà (domenica 27 settembre a partire dalle 10.30) il progetto dal titolo Il paese dell’abbondanza (visioni per una festa delle agriculture e delle transumanze) originato dal desiderio di lavorare su alcuni segni e gesti della comunicazione uomo/animale creando un’installazione ispirata al passaggio della transumanza nel borgo. L’iniziativa si completa con l’incontro Praticare la restanza (alle 15.00) sui temi dello spopolamento delle zone rurali. A Cirigliano (domenica 25 ottobre sempre dalle 10.30) si svolgerà La parata delle stagioni che verranno (seconda edizione) ispirata alla tradizione del carnevale agricolo e dedicata alla riapertura degli antichi tratturi abbandonati.
Biografia di Emma Dante
Nata a Palermo nel 1967, Emma Dante esplora il tema della famiglia e dell’emarginazione attraverso una poetica di tensione e follia nella quale non manca una punta di umorismo. Drammaturga e regista, si è diplomata nel 1990 all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Nel 1999 costituisce a Palermo la “Compagnia Sud Costa Occidentale”, con la quale vince il “PremioScenario 2001” per il progetto mPalermu e il “Premio Ubu 2002” come novità italiana. Nel 2001 vince il “Premio Lo Straniero”,assegnato da Goffredo Fofi, come giovane regista emergente; nel 2003 il “Premio Ubu” con lo spettacolo Carnezzeria, come migliorenovità italiana, e nel 2004 il “Premio Gassman” come migliore regista italiana e il “Premio dell’AssociazioneNazionale Critici del Teatro” per la drammaturgia e la regia. Nel 2005 le assegnano il “Premio GoldenGraal” come migliore regista per lo spettacolo Medea. Ha pubblicato Carnezzeria – Trilogia della famigliasiciliana con la prefazione di Andrea Camilleri (Fazi 2007) e il suo primo romanzo, Via Castellana Bandiera(Rizzoli 2008), che vince il “Premio Vittorini” e il “Super Vittorini” nel 2009. Nell’ottobre del 2009 leviene assegnato il “Premio Sinopoli per la Cultura”. Nel dicembre 2009 inaugura la stagione del Teatroalla Scala di Milano con la regia di Carmen di Bizet diretta da Daniel Barenboim. Dal 2000 al 2010 sonoin repertorio in Italia e all’estero mPalermu, Carnezzeria, Vita mia, Mishelle di Sant’Oliva, Medea, Il festino,Cani di bancata, Le pulle e tre favole per bambini e adulti pubblicate da Dalai Editore: Le principesse diEmma. Dal gennaio 2011 gira in Italia e all’estero lo spettacolo La trilogia degli occhiali, pubblicato daRizzoli, costituito da tre capitoli: Acquasanta, Il castello della Zisa e Ballarini. Nell’aprile 2012 debuttaall’Opéra-Comique di Parigi La muette de Portici di Daniel Auber diretta da Patrick Davin, che vieneripresa nel marzo 2013 al Teatro Petruzzelli di Bari con la direzione di Alain Guingal, ottenendo grandesuccesso di pubblico e di critica; per la regia di quest’opera riceve il “Premio Abbiati” nel 2014. Nell’ottobre2012 debutta al Teatro Olimpico di Vicenza lo spettacolo Verso Medea tratto da Euripide, con musiche ecanti composti ed eseguiti dal vivo dai fratelli Mancuso. Nel 2013 presenta in concorso alla 70ª edizionedella Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il film Via Castellana Bandiera, trattodall’omonimo romanzo, per il quale Elena Cotta vince la “Coppa Volpi” come migliore interpretazionefemminile. Il film ottiene anche i seguenti premi: “Premio Soundtrack” alla miglior colonna sonora, “PremioNavicella” attribuito dalla “Rivista del Cinematografo”, “Premio Lina Mangiacapre”. Il 18 gennaio 2014inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Feuersnot di Richard Strauss con la direzione diGabriele Ferro. Nel 2014 riceve l’incarico biennale di direttrice artistica del 67° ciclo di spettacoli classicial Teatro Olimpico di Vicenza. Nel 2014 debutta al Teatro Mercadante di Napoli Le sorelle Macaluso,coprodotto dal Théâtre National di Bruxelles e dal Festival d’Avignone all’interno del progetto Cities onstages. Nel 2014 a Le sorelle Macaluso è attribuito il “Premio Le Maschere” come miglior spettacolodell’anno, il “Premio della critica 2014” e i “Premi Ubu” per la regia e per il miglior spettacolo 2014. Nel2014 debutta al Teatro Kismet di Bari Operetta burlesca, prodotto dalla Compagnia Sud Costa Occidentale.Nello stesso anno Emma Dante diventa regista principale al Teatro Biondo di Palermo e direttrice della“Scuola dei mestieri dello spettacolo”, costituita all’interno dello stesso teatro. Alla fine del primo corsodella scuola nasce lo spettacolo Odissea A/R, che va in tournèe nei più importanti teatri d’Italia. Nel 2014le assegnano il “Premio De Sica” per il teatro e il “Premio Ipazia” all’eccellenza femminile. Il 21 gennaiodel 2015 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Gisela! di Hans Werner Henze. Il 22gennaio 2016, al Teatro dell’Opera di Roma, firma la regia de La Cenerentola di Rossini diretta da AlejoPerez. Il 21 gennaio 2017 inaugura la stagione del Teatro Massimo di Palermo con Macbeth di Verdidiretto da Gabriele Ferro. Il 28 febbraio 2017 debutta al Teatro Strehler Bestie di scena, coprodottodal Piccolo Teatro di Milano, Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermoe Festival d’Avignon. Il 9 aprile 2017 debutta al Teatro Comunale di Bologna il dittico: Voix Humaine eCavalleria Rusticanadiretto da Michele Mariotti. Il 6 luglio 2017, alla 60a edizione del Festival dei DueMondi di Spoleto, debutta lo spettacolo La scortecata, coprodotto da Fondazione Festival dei Due Mondi,Atto Unico/Compagnia Sud Costa Occidentale e Teatro Biondo di Palermo. Il 10 maggio 2018 inaugurail 54° Festival al Teatro Greco di Siracusa con Eracle di Euripide. Il 23 maggio 2019 debutta al TeatroDell’Opera di Roma L’Angelo di Fuoco di Prokof’ev. Alla fine del secondo corso della “Scuola dei mestieridello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo da lei diretta nasce lo spettacolo Esodo che debutta il4 luglio 2019 a Spoleto62 Festival dei 2 Mondi e viene rappresentato a Palermo, Mosca e Parigi. Neldicembre 2019 debutta a Parigi a La Colline Théâtre National, Fable pour un adieu liberamente ispirataalla fiaba La Sirenetta di Hans Christian Andersen.Il 14 gennaio 2020 debutta a Milano al Piccolo Teatro Grassi “Misericordia” coprodotto dal Piccolo Teatro di Milano, Atto Unico/ Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo.
Note sui Fratelli Mancuso
Compositori e polistrumentisti animati da una originale vena poetica e musicale, i Fratelli Mancuso cantano storie intessute di idiomi e suoni antichi e lontani che, nei vortici di una affubulazione continua, ritornano incessantemente alla loro terra natìa, la Sicilia, dove grazie alla loro arte sembrano fondersi mondi in apparenza inconcibiliabili. Continuatori d’eccezione di una tradizione che hanno trasfigurato nel prisma dei loro innumerevoli strumenti, Enzo e Lorenzo Mancuso sono gli alfieri di un canto intimo ed esssenziale, semplice e necessario come un bisogno primario.
Le tappe più significative del percorso umano e musicale dei Fratelli Mancuso affidate alla nudità della voce e a una scelta attenta degli strumenti: canzoni, canti sacri a cappella, narrazioni e poesia insieme formano l’ordito di una trama che intesse musica e vita. Teatro di questo viaggio è la Sicilia, ponte tra le opposte sponde del Mediterraneo. L’intima isola, incandescente come un meteorite caduto sul cuore: anche quando lontana fa tremare la voce, si fa sussurrare e gridare e cantare, nelle mille modulazioni di accenti, cadenze, melismi. Un alfabeto che risuona e si fa memoria. Sentieri da percorrere attraversando, con il canto, paesi e lingue: siciliano, arabo, spagnolo, latino, greco, la lingua immaginata dei migranti in viaggio sul Canale di Sicilia, con l’anima sospesa su un barcone, come sul ciglio di un nero precipizio, nell’ormai quotidiana lotta della vita contro la morte.
La fotogallery della presentazione degli eventi il Festival di arti performative “So Far So Close. Esercizi di vicinanza (foto www.SassiLive.it)