Si è svolta presso gli Ipogei di Piazza San Francesco la quinta edizione dei “tre Giorni di…versi” promossi dall’Associazione culturale Matera Poesia 1995”. La manifestazione, inserita tra gli eventi che hanno celebrato i cinquant’anni del Circolo Culturale “La Scaletta”, ha riscosso un grande successo di pubblico e di partecipazione intensa da parte dei poeti preposti alla declamazione di poesie.
A declamare poesie in vernacolo materano sono stati Emanuele D’Adamo, che racconta in versi le storielle di una Matera che si dimentica, Giuseppe Sabino, sempre pungente e sagace, il maestro Emanuele Ricciardi cultore della materanità e Antonio Montemurro di Talìa Teatro in duplice veste di dicitore e di autore. Tre giorni di…versi ha dato spazio anche al vernacolo napoletano con Giuseppina Signorella, che con forte emozione si è nutrita di una poetica significativa mentre Eduardo De Filippo è stato recitato da Mimì Orlandi di Talìa Teatro che ha confermato le sue qualità e il suo carisma poetico. Rocco Campese di Tursi ha rispolverato un amarcord del poeta Albino Pierro, ricordato con una composizione del poeta del mancato Nobel, e una sua personale.
L’istrione al femminile è stata Antonella Pagano che con la sua arte sublime ha saputo giocare con le parole e con i versi per stupire la platea, pronta a tributarle un caloroso applauso, sempre.
Antonella Radogna ha prestato la sua voce a diversi poeti e nel contempo ha manifestato la sua policroma poetica acquisita da “Miraggio d’estate” e da “ombre di pensieri”, nemici che insidiano l’anima;
Amalia Marmo viaggia con il trittico poetico su “Memoria Fredda”, “Fili di memoria” e Memoria infante” e con la sua anima allaccia …fili di memoria”;
Michele Martinelli esprime il desiderio di abitare nei versi costruiti oltre la città e “di bere un caffè prima della poesia”;
Sveva Petronelli esprime con dolcezza e sfoglia pagine di ricordi ne i “Sapori dell’infanzia”;
Adele Paolicelli gioca con le parole e dà brio alla sua poesia; poetessa dalla verve creativa ha dato l’imput alla poetica Haiku e principia con la poesia un itinerario nuovo e originale ricco di sentimenti e coinvolgente l’anima e il pensiero.
Mario Marzario impera la sua voce all’accaduto, al vissuto;
Maria Carmela Ribecco sottolinea una poesia cruenta nuda e cruda in “I cuccioli rinchiusi” di Al Hnnan e quella di Peer Abeer”;
Giuseppe Contangelo suscita un trasporto dell’anima meditando sul “Destino” su ogni cosa che passa, il tempo, la bellezza, l’angoscia, la felicità; chiede al vento di portarlo vicino al mare per cavalcare le onde senza remare”;
Maria Antonella D’Agostino in “Nonnulla” si rivolge alla notte affinchè plachi ogni tormento e possa sedare le sue ansie;
Lucia D’Antona attenta e protettiva in “E’ tenero” esprime delicatezza e sperimenta uno stacco figurativo di un quadro della natura scolpito nella mente in “Volti”;
Antonella De Santis ha un finale a sorpresa in “Non mi innamorerò”;
Giulia Dentico in “Luna piena”, “sole del mattino” e “corsa nel vento” serve un tris di poesie in un’acuta osservazione e riflessione;
Giovanni Di Lena esprime la sua poesia in “Sveglia”, nella quale esorta a muoversi, ad agire,a fluire e si lascia andare nella vena più romantica in “Alberi di Piazza Elettra”;
Domenico Di Mase, che da scrittore ha dato vita all’ultimo lavoro “Le magnifiche stagioni di Ermenegildo” (ovvero le nevrosi dell’uomo moderno), da poeta lancia sguardi alla donna che fa palpitare il suo cuore con un “Mare di attenzioni”;
Ippolita Lazazzera con il mare, il vento, la pioggia di giugno divengono elementi “in” della sua poetica molto sentita;
Stefano Lovecchio rivela una poesia secca, decisa, forte, creativa e singolare nei versi “Mi dici del tuo vestito di parole trapunte o “di cosa vai fiera? Della sottana di odio…” e bella è l’espressione che risponde alla domanda “Quale bacio vuoi? “Una clessidra filata da cui fugga il tempo”;
Teresa Mancuso passa dai “raggi di speranza” a “Sono rimasta sola”, a “Voglia di correre” con padronanza poetica;
Rosa Patrone volge lo sguardo d’amore in “Tsunami” e chiede alla piccola di apsettarla perché la scalderà con l’abbraccio tenero”;
Antonio Ruggiero viaggia dalla poetica Haiku alla ninna nanna con dedica;
Mara Sabia prepara notti di diamante in cui dormire e consosce l’amore forte che genera le ali;
Titina Vernile parla d’amore con la delicatezza dell’animo”;
Fedele Lafasanella in “Ti ho incontrato “ c’è la freschezza poetica sempre più evidente;
Isa Venezia nei racconti brevi traspare tutta la sua armonia poetica”;
Anna Maria Pia Carlonga si lascia ondeggiare sulle parole intense dei suoi versi sino ad emozionarsi continuamente;
Mimì Bochicchio si affida all’amore e alla speranza per un rinnovato cambiamento;
Giovanni Rosiello conferma la sua intensità poetica in versi brevi;
Marta Natale veleggia con estrema leggerezza in un proliferar di versi variegati ma sempre intensi.
Rocco Campese vuole essere acqua fresca di fonte per inumidire le labbra che fanno vibrare la quinta essenza di un uomo.
Queste le emozioni che ha regalato la V Edizione di “Tre giorni di…versi”.
Nel corso delle declamazioni poetiche, sono state inoltre presentate in video le opere artistiche della pittrice Loredana Lamacchia che opera su tela e acrilico. Immagini che racchiudono otto anni trascorsi a Torino dove ha coltivato l’hobby artistico. Tra i suoi dipinti diversi nudi, natura morta e altro genere.