Antonella Pagano presenta il nuovo “Cantiere della Bellezza” con l’Orchestra Filarmonica di Benevento a Morcone. Di seguito l’intervista rilasciata per SassiLive.
Un’altra sua impresa, i “Cantieri della Bellezza”, questa volta in Campania, nel Sannio ricchissimo di Storia, ce ne vuole parlare?
Lieta di poter parlare di questa impresa che mi sta sorprendendo per quant’aspettativa colgo dappertutto. Subito dopo Nepi, nel Lazio, di cui non le ho detto ma mi riservo di parlargliene, arriva Morcone in Campania, a mezz’ora da Benevento. Le mie sillabe innamorate con l’OFB, l’Orchestra Filarmonica di Benevento che ha suonato con 200 Professori d’Orchestra, anche con l’appena scomparso Ezio Bosso, che ha come Direttore Onorario Sir Antonio Pappano, 64 Orchestrali di cui 23 solisti di fama internazionale, con età media 24 anni, beh, è pura meraviglia! Mescolare le loro note alle mie sillabe innamorate…è incanto! Le più grandi Musiche da Oscar magistralmente orchestrate da tanti giovani Maestri nella Cattedrale naturale in cui l’evento si è tenuto…è estasi. Il grande rito in cui mettevo insieme nei primi anni 2000 a Matera: artisti, poeti, pittori, scultori, danzatori, attori, cantanti, pensatori e curiosi, giovani e meno giovani arrivavano da tutta la Basilicata e anche dalla Puglia, è ancora il mio limo, la difesa immunitaria dal nichilismo, dallo straniamento, dal mancato appaesamento che colpisce purtroppo tanti, è il propellente che mi proietta verso e dentro inesplorati territori o territori a me già noti perché possa guardarli e scriverne con slancio fresco e rinnovata estasi.
Dove nasce tutto questo ardimento?
Nasce con me e va facendosi sempre più chiaro col tempo. Il pensiero che mi abita da sempre: fare e cantare lapoesia dei territorii; ebbene quel pensiero, nella sua semplicità, già conteneva il seme colmo e gonfio di voglia ardente di germogliare. Non nascondo che ho vissuto anni d’una peculiare stringente solitudine circa la comprensione della mia visione filosofica, pedagogica e poetica della vita, ma oggi in tanti desiderano che io li raggiunga per aprire presso di loro il Cantiere della Bellezza. Ed è sorprendente registrare che in Nepi, dopo circa due mesi, ha già fruttificato, di questo ne parliamo prossimamente. Insomma a Morcone (tutto lo spettacolo è rintracciabile in internet) vi invito a vederlo, qualcosa di più che magico hapervaso l’aria della ciclopica spianata che ospita a Natale il famoso Presepe vivente. Mentre gli orchestrali provavano e le note volteggiavano su un pentagramma ancora informe comprendevo che stavo vivendo la gestazione d’una magnifica orchestrazione. L’orchestrazione nella quale le mie sillabe innamorate si sarebbero sposate con i suoni, le note.
Insomma lei ha un progetto di vita che è un puzzle complesso e articolato.
E’ proprio così, molto articolato ma estremamente coerente con il mio “Modello di Pedagogia dell’Arte che passa per la Creatività e conduce alla Bellezza” che presto uscirà per i tipi dellaMagister Edizioni, di Matera. I Cantieri della Bellezza, fertilizzati dai Cantieri della Bella Parola, si vanno moltiplicando e concimando, di volta in volta, tutto il territorio circostante la città, il borgo, il paesino ove porgo e spargo le mie sillabe innamorate. Dai primi anni 2000, con Januarius in Palazzo Ferraù-Bernardini a Matera; nel Castello e Torre Normanna di Tricarico; in Ferrandina; in Marostica nello storico Palazzo del Doglione prospicente la famosa piazza della Partita di Scacchi più famosa al mondo; in Palazzo Venezia in Roma e nel Complesso Monumentale della Bocca della Verità; nella già dimora dei Savoia a Salerno; nel più antico Baglio di Mazara del Vallo il “Bonacasa”; nell’antica ‘cattedrale’ di San Pietro Caveoso dei Rioni “Sassi” di Matera, tanto scarna quanto solenne; come nel sontuoso Palazzo Ducale di Genova; in San Sisto, cuore del Montefeltro, nel parco naturale del sasso Simone e Simoncello; nella Galleria ‘Purificato’ in Piazza del Pallaro a Roma e nelle tante altre Gallerie d’arte e nelle istituzioni scolastiche italiane, Università La Sapienza Facoltà di Architettura di Valle Giulia; nella storica Scuola Guicciardini in Roma, con lo speciale RAI; negli ipogei di Piazza Vittorio Veneto a Matera con il Palombaio colmo d’acqua…utero della città…e nel grande luogo scavato interamente nel tufo, oggi “ il Dedalo” nel dedalo dei Sassi…dove il succedersi degli ambienti è il susseguirsi di tanti uteri alle soglie dei quali fa la guardia, di volta in volta, una ciclopica scultura -opera di quel gran Maestro di meraviglie scultoree che è Contangelo -che fra l’altro ho avuto il privilegio di seguire mentr’era all’opera-, ebbene ancora continuo ad aprirne. Lungo tutto il profilo del Castello superiore di Marostica, per esempio, lo cito per ultimo per essere molto potente sul piano simbolico, per comporsi nel diadema che impreziosisce l’intera vetta del monte, ebbene: maternamente e nell’oggi continuo ad aprir Cantieri, come in una perenne gestazione e nel susseguirsi delle nascite.
Perché ha scelto di chiamarli Cantieri?
Perché se parlassi solo di poesia si potrebbe, erroneamente e molto riduttivamente, pensare a qualcosa di volatile, di inconsistente, pressochè inutile, invece con il termine Cantiere il lavoro e l’operosità si fanno e si immaginano concreti e utili. E poi la poesia affianca la mia professione di sociologa, e prima ancora del mio essere madre e donna con una solida formazione umanistica, con un vivace senso di cittadinanza, di appartenenza, di cooperazione e di fratellanza scevra da qualunque frontiera e confine, naturali o artificiali che siano. Mi conforta quanto scrive Filippo La Porta nel libro: “Poesia come esperienza“, uscito nel 2013 per Fazi Editore:”…la poesia è disciplina e cura artigianale, tecnica e autoeducazione…poesie: manufatti per nulla facili da fabbricare…in senso più ampio e metaforico si tratta di un modo di essere e di pensare…”. Sottolineo specificatamente ….”modo di essere” e a tale scopo senza tema di smentite e in semplicità, rischiando finanche di apparire presuntuosa le dico: ho avuto ragione da sessant’anni a questa parte a fare Poesia dei Territori, ad aprire Cantieri della Bellezza passando per la Bella Parola e ad averlo fatto prima che tanti lo strutturassero come pensiero. Finanche la Mostra del Cinema di Venezia ha pensato di dover onorare meglio e più compiutamente la Bellezza organizzando qualcosa che raccogliesse tutte le altre arti oltre il cinema (TG dell’11.9.2020). Ed è stata prodromica e colma di senso la mia equazione, coniata proprio per gli Januarius: Sappia la bella parola farsi bell’azione. La storia della mia vita non contempla che l’inesauribile passione di vivere; nell’approfondimento Rai girato nella mia casa di Matera, circa un quindicennio fa, lo dichiaro inequivocabilmente: per me la poesia è la Vita…accompagnata dal suono di tutti i miei campanelli e a Morcone, proprio in onore della Signora dei Campanelli, come sono anche conosciuta in Italia, su ogni poltroncina è stato posto un campanellino allestito con un bel nastro rosso da Kinetès della prof.ssa Rossella Del Prete – PhD in Storia Economica, Professore Aggregato di Storia Economica del Turismo e Storia dell’Industria presso l’Università degli Studi del Sannio, Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi quantitativi e Dipartimento d’Ingegneria –Donna bella, solare, madre di quattro figli e coorganizzatrice insieme alla Regione Campania e alla Scabec dell’evento. E’ stata proprio lei ad invitare tutti, anche l’Orchestra, a suonarli perché: magìa colmasse la spianata e il cielo sopra la ‘Cattedrale naturale’ protetta dal mastodonte de La Prece, la ciclopica roccia; e sempre lei a far sì che la magìa fosse comunitaria, ossia condivisa nei fatti. Per tutto questo e per molto altro spero che tutti possano suonare i propri campanelli!