Emergenza cinghiali, al via petizione popolare Cia-Agricoltori di Matera e Potenza. Di seguito la nota integrale.
– Adeguare la Legge Regionale di Basilicata n. 2/95 come previsto e sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale (n.160 del 23.07.20) a favore della Regione Marche che ammette alla possibilità da parte del proprietario del fondo in possesso di regolare licenza di caccia di tutelare la proprietà fondiaria, le colture e i beni in essa presenti, procedendo anche all’abbattimento dei capi in caso di invasione e aggressione e oggettivo pericolo alle persone;
– Prolungare il periodo di caccia agli ungulati fino a quando non si ristabilisce un equilibrio fra aree destinate alle attività venatorie e la quantità di fauna presente selvaggina presenza;
– Definire un piano di gestione straordinario a livello Regionale prevedendo un piano prelievo emergenziale nelle aree parco, in grado riportare all’interno di una reale ed effettiva equilibrio fra territori e pressione faunistica;
– Coinvolgere le aziende agricole nei piani di prelievo/cattura prevedendo soluzioni innovative e tecniche di cattura rispettose a partire dalle speciali recinzioni, chiusini, trappole.
– Attivare un piano di smaltimento dei capi abbattuti e delle carcasse.
Sono le cinque richieste principali contenute in una petizione popolare decisa dalla CIA Agricoltori Italiani di Potenza e Matera che lancia una raccolta di firme per sollecitare le Istituzioni Regionali ad intervenire con urgenza.La petizione segue la proposta avanzata anche a livello nazionale al Ministro Bellanova tesa ad adeguare la legge nazionale 157/92.
Le firme saranno consegnate ai Presidenti Bardi (Giunta) e Cicala (Consiglio) e all’Assessore all’Agricoltura Fanelli. Obiettivo è quello di tentare di porre rimedio ai crescenti danni provocati dalla fauna selvatica che ha raggiunto livelli insostenibili, si parla di oltre 100.000 ungulati in Basilicata, che devastano colture e produzioni agricole, impianti, strutture a servizio delle aziende, soprassuolo oltre a rappresentare un vero e proprio pericolo per l’incolumità dei Cittadini anche sul versante igienico e sanitario.
Siamo esasperati e – dicono i presidenti Cia Potenza e Matera Lorusso e Stasi a nome di tutti i 50 presidenti comunali e zonali della Cia –in rappresentanza di oltre 10.000 aziende, non ne possiamo più e uno stillicidio che si traduce anche in una oggettiva impotenza e mortificazione. Ogni giorno contiamo danni alle nostre aziende ma rivendichiamo anche azioni concrete a tutela del nostro lavoro oltre che per le famiglie e le nostre Comunità.
Vogliamo rappresentare con questa campagna di raccolta di firme tutto il disagio e la condizione di avvilimentoa cui sono sottoposte le nostre aziende, di come i nostri investimenti finiscono per essere calpestati e di come senza alcuna tutela contiamo solo danni e guasti anche di automezzi.
Oltre ai danni, le famiglie di agricoltori specie nelle contrade vivono nel terrore, la gente è esasperata per un pericolo costante è che ora per effetto della consistenza rappresenta anche un potenziale rischio di natura igienico sanitario.
Abbiamo bisogno di risposte come Cittadini, come famiglie, come Agricoltori e come territorio, che significa assumere oltre alla modifica della legge, precisi impegni sul versante dei piani di prelievo, cattura e abbattimento straordinario.
Se modifichiamo la legge dobbiamo avere la forza e la costanza di attuare in un periodo definito un programma di riequilibrio e coesistenza in Basilicata fra patrimonio faunistico e territori agro-faunistici.
Sul territorio lucano possono realisticamente essere ospitati senza effetti negativi massimo di 20.000-25.000 capi di ungulati, questo è l’impegno a cui dobbiamo traguardare, il resto sono chiacchiere e danni, umiliazione e investimenti esposti alla distruzione e perdita di risorse.
Questa decisione nasce dopo un costante monitoraggio che segue la proposta a livello nazionale di adeguamento della Legge 15/92 ed in particolare l’art. 19, curata da apposito comitato tecnico-scientifico.
Abbiamo incontrato centinaia di Agricoltori, i quali ogni giorno inviano foto e riprese di aggressioni ai propri fondi, in particolare da parte di branchi sempre più consistenti di cinghiali, abbiamo raccolto la documentazione e fatto un dossier che obbliga tutti a porre in essere interventi radicali e strutturali.
Siamo giunti ad una unanime conclusione: non è possibile andare avanti cosi gli Agricoltori i e i Cittadini tutti sono esasperati oriusciamo assieme ad attivare provvedimenti efficaci e si procede alla modifica della legge regionale o ci siamo costretti ad auto-organizziamo per difendere le nostre aziende, le nostre colture, il nostro lavoro e la nostra proprietà.
Con questa raccolta di firme vogliamo condividere con tutta la Società lucana una criticità diffusa che oltre avere connotati di drammaticità, chiama a responsabilità tutte le nostre Comunità oltre al le Istituzioni Regionali e quelle locali. Si tratta di produrre azioni concrete per ristabilire lo stato di ordinarietà e vivibilità nei nostri territori. Come Lucani e come Società di Basilicata abbiamo il dovere e l’esigenza di riappropriarci della nostra terra, dei nostri spazi, delle nostre Contrade e della nostre campagne allo spazio rurale e della qualità ambientale e della vita che contraddistingue la nostra Basilicata verde e rurale.
C’è il problema del risarcimento dei danni che non va oltre il 20-30% del valore effettivo di quello rilevato, ancorato a stime e quotazioni in alcuni casi risibili oppure tante mancate denunce in quanto i proprietari o non sono titolari di fascicoli o perché si tratta di aziende marginali, i danni ogni anno sono almeno 10 volte le quote risarcite.
Abbiamo quantizzato negli ultimi anni risarcimenti fra i 3 e i 3,5 milioni di euro annui, altro punto critico, in quanto siamo di fronte ad una spesa ingenti e cr3escente che non risolve i problemi e genera continui contenziosi o oggettive forme di penalizzazione in specie verso gli Agricoltori professionali.
Sono circa2 milioni di euro i risarcimenti per dannialle colture agricole (in gran parte ortofrutticole, vigneti e uliveti pregiate), circa 500 mila euro per aggressione a mandrie e greggi da lupi e altri animali selvatici e mediamente intorno a 800/1 milione per risarcimento per incidenti e danni auto a mezzi e strutture varie.
Con queste risorse finanziarie è possibile mettere in campo un grande progetto della filiera agro-faunistica-venatoria integrata e sostenibile che potrebbe nella nostra regione capovolgere un problema “in opportunità”, in coerenza con i processi di riqualificazione ambientale, paesaggistica dello spazio rurale, quale punto di forza e leva di sviluppo sostenibile e diffuso in Basilicata.
La raccolta delle firme avviene presso tutte le 50 Sedi CIA presenti in regione con l’appello a tutti i cittadini a firmare perché la “questione cinghiali” è un’emergenza che riguarda tutti.
Infine la richiesta di incontro con l’ANCI per anticipare l’invio ai Comuni di approvare delibere contenenti la proposta della CIA alla base della petizione oltre ad incontrare i Presidenti dei Parchi e Prefetti di Potenza e Matera.