L’avvocato Leonardo Pinto in una nota esprime alcune riflessioni in vista delle prossime elezioni comunali.
Leonado Pinto: “A Matera si vota anche per l’elezione del sindaco. Ricordare per non sbagliare”. Di seguito la nota integrale
Ho evitato di farmi coinvolgere personalmente in candidature essendo nota la mia indisponibilità ad avere rapporti, per ragioni di “coalizione”, con sfaccendati, pregiudicati, mestieranti della politica. Questo me lo impone la mia formazione politico-culturale secondo la quale le istituzioni non possono finire nelle mani di improvvisatori e inaffidabili. Ho sempre auspicato, ed auspico, che al trasversalismo del malaffare vada contrapposto il trasversalismo delle persone che hanno a cuore il bene comune. Mi sto muovendo con altri amici in tal senso.
Tuttavia, bisogna andare a votare; ed anche questa volta, purtroppo, bisognerà votare per il meno peggiore in quanto i partiti, sia a livello nazionale che locale, non riescono a formare una classe dirigente degna di questo nome.
I romani dicevano “pecunia non olet” (il denaro non ha odore), trasferendo l’assioma in campo politico, si può affermare –secondo i mestieranti della politica- che i voti “non olent”; vale a dire contano i voti e non i loro portatori, se pure mafiosi, condannati in via definitiva, falliti politicamente, affaristi, incompetenti, disonesti ecc.ecc..
Mi vengono poste due domande, la prima: per chi votare; la seconda, cosa penso della contrapposizione campanilistica Matera-Potenza.
Provo a rispondere alla prima domanda con un ragionamento semplice.
Caduto il muro di Berlino; venuto meno l’accordo di Yalta; azzerate le ideologie; trasformati i partiti in comitati per l’occupazione delle istituzioni (non per realizzare un progetto politico, ma per tutelare interessi di gruppi organizzati, spesso malavitosi); non rimane che considerare l’operato, le condotte e i comportamenti delle forze politiche in competizione e dei loro pretenziosi candidati e loro sostenitori, senza trascurare storie e qualità personali. Questo è il teorema, a mio avviso, da applicare per scegliere la coalizione o la lista per non sbagliare ovvero per sbagliare il meno possibile.
Per quanto mi riguarda, non riesco proprio a dimenticare che la Lega si sia appropriata indebitamente di 49 milioni di euro che, ovviamente, appartengono anche agli elettori materani; neppure riesco a dimenticare la posizione dei sovranisti e negazionisti dell’epidemia da covid 19 tuttora in atto e la loro scelta per l’immunità di gregge, tipica di conservatori retrivi e reazionari; neppure mi sfugge il difetto di democrazia che esiste all’interno dei partiti e movimenti che hanno adottato il sistema berlusconiano con nomine e rimozioni calate dall’alto (vedi nomina Meloni del deputato Salvatore Caiata -eletto nelle liste del M5S- a segretario regionale di F.lli d’Italia); neppure riesco a trascurare che Forza Italia, da quando esiste, non ha celebrato un solo congresso nazionale per pensare e deliberare progetti politici; che dire del PD che, soprattutto a Matera, ha incorporato al suo interno il virus dell’antidemocrazia resuscitando la vecchia pratica democristiana dei “pacchetti di tessere” consentendo a pregiudicati (così si chiamano i condannati in via definitiva) di dettare l’agenda politica del partito, proprio come accade in Forza Italia. F.lli d’Italia non è da meno se si considerano i procedimenti penali a carico di suoi eletti nelle istituzioni. Ce n’è uno, in particolare, che merita di essere citato, l’ex senatore calabrese di Forza Italia Giancarlo Pittelli, avvocato, massone, il quale al momento della sua adesione a F.lli d’Italia, è stato ritenuto dalla Meloni un “valore aggiunto”; di tutt’altro avviso la Cassazione che, invece, ritiene che debba continuare a restare in carcere. Ricordo alla Meloni che il vecchio Movimento Sociale, cui non ci si poteva iscrivere se appartenenti alla massoneria, espulse il deputato fondatore del partito, Giulio Caradonna, perché iscritto alla P2 di Licio Gelli. Non so se Pittelli sia tuttora iscritto a F.lli d’Italia, se non lo è più è opportuno che venga precisato.
Sempre per non sbagliare ovvero sbagliare il meno possibile nel decidere per chi votare, non bisogna trascurare i recenti fatti che hanno particolare significato politico: il centrodestra ha votato contro la mozione presentata da Luca Braia in Consiglio Regionale per sollecitare il completamento (attenzione, non il finanziamento) del collegamento ferroviario Ferrandina-Matera. Il finanziamento invero si è avuto grazie all’impegno politico della ex Sen.Maria Antezza (doveroso riconoscimento), con timidi apporti degli altri parlamentari materani.
Poi c’è l’amaro capitolo della sanità pubblica lucana: il sindacato FIALS ha organizzato l’affollata manifestazione tenuta il 10 c.m. davanti al Cinema Comunale, cui ha partecipato anche l’Associazione Nuova Sanità e Benessere, per protestare contro il piano di riordino sanitario regionale che prevede, tra l’altro, la soppressione dell’ASM materana. Sulla questione ho già scritto. Le flebili rettifiche del centrodestra non convincono; avrebbe fatto meglio a tacere.
Infine, non riesco proprio a dimenticare la “rimborsopoli Basilicata” e i suoi protagonisti (di destra, sinistra, centro) alcuni dei quali si sono candidati al Comune perché ritenuti portatori di voti.
In considerazione di tutto ciò, rispondo serenamente alla prima domanda affermando che certamente non voterò e non farò votare per il centrodestra e neppure per il centrosinistra; il candidato sindaco di quest’ultimo schieramento, prima del deposito delle liste, per circa una settimana è stato addirittura il candidato sindaco del centrodestra.
Alla seconda domanda (cosa penso della contrapposizione Matera-Potenza) rispondo ribadendo che, chi alimenta per motivi politici l’antagonismo Matera-Potenza, e viceversa, è semplicemente cretino e non merita alcuna considerazione. Personalmente non ho mai avuto problemi con i potentini, né a livello politico, né a livello professionale. Io sono e mi sento lucano, cioè potentino, materano, melfese, lagonegrese ecc., perché sono lucano. Questa è la mia storica posizione che confermo. E se Potenza ha “approfittato e approfitta” è perché chi ci ha rappresentato e ci rappresenta è politicamente incapace e grida, meglio urla, per evitare che emergano sue deficienze e distrazioni, imperdonabili.
La nostra è la Regione più ricca d’Europa, al tempo stesso è tra le più povere perché non sappiamo gestire politicamente le nostre risorse. Perciò abbiamo bisogno di unione e non divisione e far emergere una classe dirigente lucana capace di promuovere benessere (e non chiacchiere) per i cittadini lucani.