Consigliere regionale Zullino (Lega): Il Recovery Fund nasconde nuove tasse. Il settore agroalimentare il più colpito”. Di seguito la nota integrale.
La Ue si appresta a far pagare una nuova imposta sulle materie plastiche, imponendo un cospicuo aumento sui packaging alimentari.
“Next Generation UE” si chiama il pacchetto europeo di aiuti che dovrà consentire all’Italia e a tutti gli Stati Membri, di fuoriuscire dalla drammatica crisi generata dalla pandemia da Covid-19. Un Recovery Fund, cioè un fondo di recupero, che ammonta complessivamente a 750 miliardi di euro, di cui 500 miliardi saranno distribuiti attraverso sussidi e 250 tramite prestiti. All’Italia saranno garantiti oltre 200 miliardi di euro da programmare a sostegno di aziende, lavoratori e famiglie, con una programmazione economica di dettaglio da inviare alla Commissione Europea entro poche settimane.
Un Piano straordinario di risorse economiche che la Commissione Europea descrive come uno strumento che ci permetterà di accelerare la duplice transizione verde e digitale, e aiuterà gli Stati membri a realizzare gli investimenti e le riforme indispensabili per una ripresa sostenibile.
Una transizione verde che nasconde una sorpresa: a pagarla saranno le aziende, i lavoratori e i cittadini.
E’ ambiguo il punto 146 delle conclusioni adottate dal Consiglio europeo il 21 luglio 2020. A decorrere dal 1º gennaio 2021 una nuova imposta con un’aliquota di prelievo di 0,80 EUR per chilogrammo sugli imballaggi in plastica. Un ulteriore salasso per il settore del packaging agroalimentare, che più di tutti sarà colpito dalla tassazione europea che va ad aggiungersi all’imposta prevista dal Governo che, sempre a partire dal 1° gennaio 2021, imporrà una tassa di 0,45 euro al chilogrammo sugli imballaggi agroalimentari in plastica.
Una bastonata che si abbatterà sulle imprese e sui lavoratori, generando costi ai consumatori non sostenibili, e di fatto dimezzando i consumi, già in forte crisi per l’effetto della pandemia mondiale e dallo stato di emergenza sanitaria, illegittimamente prorogato, dal Governo PD-M5S.
In Basilicata il settore agroalimentare, con la sua filiera di trasformazione, contribuisce in maniera significativa alla produzione di ricchezza e occupazione, con valori anche sopra la media nazionale. Un sistema produttivo con molte specificità nel comparto dei “prodotti da forno”, che comprende le attività di panificazione, del “lattiero-caseario”, con una forte specificità nel settore delle Acque Minerali.
Interi settori che saranno colpiti da un aumento vertiginoso dei costi di confezionamento, grazie alle tasse che il Governo attuale e l’Europa stanno introducendo in un momento storico in cui l’emergenza sanitaria ha di fatto rivalutato il ruolo del packaging alimentare plastico, grazie alle sue caratteristiche in termini di tutela della salute e riduzione del rischio di contaminazione.
Una crisi che si aggiunge ad una crisi preesistente, che sta generando preoccupazione e incertezza per le aziende e i lavoratori coinvolti, che rischiano chiusure e cassa integrazione anche nel 2021.
Pertanto bene farebbe la Giunta regionale ad intervenire a salvaguardia dei livelli occupazioni e del mondo produttivo con azioni mirate. Chiedo agli assessori competenti di non danneggiare ulteriormente questi settori già martoriati dai finti aiuti dello Stato che, invece, si stanno rivelando un ulteriore furto ai danni del sistema produttivo lucano e nazionale.