Benedetto: Basilicata fuori dalla Convergenza dentro la Carta di Aiuti a finalità regionale. Dobbiamo plaudire? In Basilicata non è tutto Pil quello che luccica agli occhi dell´UE. Rivedere i parametri di calcolo.
“Non so se plaudire al risultato incassato ieri dalla Basilicata alla Conferenza delle Regioni, con il sottotitolo `meglio che niente´ o prenderlo come punto di `non resa´ per un impegno maggiore da parte della Regione. Credo sia improcrastinabile riportare l´attenzione del Governo sulla questione, affinché si impegni a livello comunitario per la revisione dei meccanismi di calcolo che stabiliscono chi deve stare dentro o fuori la Convergenza (ex Obiettivo 1). In Basilicata non è tutto Pil quello che luccica agli occhi dell´UE”.
Lo ha dichiarato il capogruppo IDV alla Regione Basilicata Nicola Benedetto.
“Abbiamo un Pil inferiore al 90% della media europea – prosegue Benedetto – e questo è stato il salvagente che ci ha reso destinatari dell´ingresso nella `Carta di aiuti a finalità regionale´, unica regione in Italia, e che ci fa rientrare nella categoria di regioni pre-ammissibili così come lo era stata la Sardegna nel periodo 2007-2013. Per le imprese ed il territorio può essere anche una buona notizia, perché i rubinetti dei finanziamenti continueranno ad erogare, ma che sia noto, non quanto potrebbero. La Basilicata deve avere di più e soprattutto smetterla di accontentarsi. E´ un atteggiamento istituzionalmente insopportabile. Bisogna alzare la testa e chiedere che la regione più povera d´Italia, cosi come è stata presentata al Paese di recente da una trasmissione televisiva sul petrolio della Val D´Agri, non si ritrovi il Pil gonfio e le tasche vuote. Tasche vuote che vogliono dire soprattutto disoccupazione. I parametri del calcolo del PIL vanno rivisti e devono essere coerenti con la fotografia dell´economia del territorio, della sua reale produttività, della dotazione infrastrutturale, della qualificazione del capitale umano, della competitività e tasso di disoccupazione”.
“Che sia ben chiaro: se siamo usciti dalla Convergenza non è perché abbiamo fatto così bene negli anni passati da meritarci il `premio´ dell´esclusione. Quasi quasi dobbiamo dire pure grazie. Siamo usciti perché altri Paesi sono entrati ed alla mensa dei poveri non tutti possono stare seduti a tavola e anche perché ci sono fattori che incidono sul calcolo dei parametri che inevitabilmente falsano il nostro Pil. Prodotto Interno Lordo che a detta di noti economisti mondiali, al giorno d´oggi, non può più essere considerato indicatore di benessere di Paesi o territori, in quanto ci sono tanti altri fattori che non entrano nei calcoli e che a seconda dei casi possono determinare la sua crescita o decrescita”.
“Proprio l´UE, che ci ha messo fuori dalla Convergenza – evidenzia Benedetto – ha pubblicato il rapporto della conferenza `Beyond GDP´ (`Oltre il PIL´) e la Francia il rapporto della `Commissione per la misura dei risultati economici e del progresso sociale´, che ha impegnato alcune delle più brillanti menti economiche – Joseph Stiglitz (USA), Amartya Sen (India) , Paul Fitoussi (Francia), proprio per dimostrare che è in uso da 70 anni e non può determinare il confronto fra Stati e Stati. Perchè c´è differenza tra `misurare´ quanto stiamo bene e contare quanto produciamo. `Il PIL comprende l’inquinamento dell´aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana…´ sono parole pronunciate da Robert Kennedy nel 1968. E noi, in Basilicata, dobbiamo vivere il paradosso del petrolio che gonfia il Pil, non dà occupazione bensì il contenitino di una carta carburante di 100 euro all´anno solo per chi ha l´autovettura (incredibile che taluni esponenti del Pdl si facciano vanto del risultato) ed allo stesso tempo provoca danni ambientali non quantificabili ma fin troppo percepibili ed essere messi fuori dalla Convergenza? Noi dobbiamo tornare nella Convergenza ed è ancora più paradossale che questo accada con un lucano alla vice presidenza del parlamento Europeo. A proposito che fa il nostro europarlamentare?”
“Lo scorso 2 marzo il Miur – conclude Benedetto – ha emesso due bandi nell´ambito del Pon Ricerca e Competitività 2007-2013 ai quali noi non potremo partecipare. Ma la Puglia, la Calabria, la Campania e la Sicilia sì. Eppure noi avremmo tanto bisogno di idee e progetti progettuali per `Smart Cities e Communities´ o anche di `Progetti di innovazione sociale´, come recitano i titoli dei bandi. Ma qualcuno, forse, vuole che le nostre comunità non diventino intelligenti, e cioè spazi in grado di far interagire soluzioni tecnologiche e ambientali e affrontare così congiuntamente tematiche che riguardano la società, l´ambiente, la mobilità, la sicurezza, l´educazione, il risparmio energetico. E´ intollerabile continuare a fare la parte dei cornuti e mazziati”.