Il materano Pierluigi Diso in una nota esprime alcune riflessioni scaturite da un’analisi fatta di recente dall’associazione Zes Lucana che ha incontrato i vertici dell’Autorità di sistema portuale del Mar jonio. Di seguito la nota integrale.
Ricordo quando un anno fa alla Fiera del Levante, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rilanciato l’idea di un piano straordinario di investimenti per la crescita e il lavoro al Sud. L’intenzione era positiva, come lo era il fatto che i problemi del Mezzogiorno tornino finalmente in evidenza nell’agenda di Governo. Il “piano” di Conte era ed è ancora generico e contraddittorio.Eppure prevedevail rafforzamento dell’azione della banca pubblica per gli investimenti, l’esigenza di coordinare e promuovere strumenti quali Contratti istituzionali di sviluppo e Zone economiche speciali e quella di accelerare la realizzazione di progetti di infrastrutturazione, di sviluppo produttivo, di turismo. Ad oggi non si sono ancora visti quegli strumenti tanto acclamati di incentivo per le imprese al Sud, a causa della indeterminatezza delle indicazioni sulle grandi opere e tra queste dovrebbe rientrare per Matera il collegamento ferroviario tra la zona industriale di Iesce e il porto di Taranto per le imprese e per il turismo che si sta sviluppando attorno allo scalo marittimo dello jonio. Gli strumenti ci sono tutti, dalla banca pubblica per sostenere gli investimenti delle imprese al Sud, che esiste già da inizio 2018, alContratto istituzionale di sviluppo che ha dimostrato a Taranto di costituire uno strumento di governance efficace, sbloccando in poco più di due anni oltre metà del miliardo di risorse a disposizione. La città di Matera che all’inizio voleva rendere ZES i Sassi, poi voleva progettare una ZES culturale, anche questa rimasta nel cassetto, ed infine ha lasciato tutto nelle mani dei “geometri” della precedente giunta regionale (leggasi gli atti del convegno di Ferrandina del 19 dicembre 2019) nonostante i saggi consigli e le attività di promozione suggerite in più occasione dall’Associazione ZES Lucana Taranto-Basilicata, che invece continua i suoi rapporti con l’Autorità portuale di Taranto, con la quale c’è un dialogo fattivo, insieme alla FEMOZA a livello internazionale. Le Zone economiche specialivanno di corsa attuate per costituire l’attrattore di ingenti investimenti in logistica sui porti e interporti meridionali, dando così al Mezzogiorno ed a Matera (retroporto di Taranto) il ruolo che gli spetta nei nuovi flussi di traffico che coinvolgono il Mediterraneo, porta con l’oriente.Lo stato di sofferenza che sta traversando il tessuto produttivo di alcune aree del Mezzogiorno rende urgente riattivare strumenti di politica industriale: dagli investimenti infrastrutturali previsti nei Patti per il Sud alle Zone economiche speciali (Zes) ed un binario da Matera a Taranto è oggi quanto mai necessario. Ambedue gli strumenti – decisivi per realizzare le opere infrastrutturali indispensabili per mantenere e attrarre attività produttive – sono stati per lunghi mesi abbandonati a sé stessi da una sostanziale assenza di direzione politica cittadina, regionale e nazionale. Il Governo Conte I aveva iniziato a dare segnali di ripresa che devono però diventare quanto prima interventi concreti a partire dai Patti per il Sud per una migliore interazione tra Governo e Regioni, per accelerare la spesa dei Fondi strutturali sulla quale si sono accumulati ritardi che possono costare la perdita di risorse europee. Le Zone economiche speciali, pur rimaste ancora al palo, hanno dimostrato di avere una credibilità intrinseca e continuano a crederci i nostri imprenditori che stanno interessando quotidianamente le loro associazioni di categoria (API e Confindustria) e non sono stati lasciati soli nemmeno dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Matera. E’ di qui che bisogna ripartire con altrettanta convinzione da parte delle istituzioniper il decollo delle Zesperché già sul fronte “credito d’imposta” per gli investimenti privati nelle Zes, si è perso più di un anno appresso a una discussione surreale interna alle amministrazioni centrali e regionali sulla natura automatica o meno dell’incentivo, quando era tutto chiaro,perchè l’incentivo ha natura automatica esattamente come il più generale “credito d’imposta Sud”.Si spera che la sfida fondamentale sarà quella di far partire le Zone Economiche Speciali come strumenti fondamentali per l’attrazione di investimenti italiani e internazionali nel nostro Mezzogiorno e nella nostra città di Matera con la nuova governance cittadina.