Carolina Scavone, coordinatrice di Azzurro Donna Forza Italia della provincia di Matera e candidata nella lista di Forza Italia per il rinnovo del Consiglio Comunale di Matera con le elezioni comunali del 20 e 21 settembre: “Diamo attenzione ai giovani: tematica antica, mai attuale come oggi”. Di seguito la nota integrale.
Diciamolo chiaramente, parlare di giovani non è per niente originale. E lo è ancor meno, in campagna elettorale. Eppure, il tema è sempre di attualità. Lo è ancor più oggi, in un momento epocale di trasformazioni sempre più profonde e veloci. Lo è ancor più in questi mesi, visto che il lockdown ha impattato fortemente anche su di loro.
La questione è complessa e nella nostra città possiamo registrare tutte le problematiche che attengono ad essa.
Intanto ci sono gli studenti universitari che, in questi mesi sono rimasti chiusi in casa e, a loro, dunque, il lockdown ha precluso la possibilità di vivere l’università nel pieno dell’esperienza e cioè, sperimentando la socializzazione ed il confronto con i colleghi. Niente di tutto questo è stato possibile, in quanto, costretti a casa, sono stati costretti ad una semplice attività di studio e ad una possibilità di socializzare solo mediante le tecnologie.
Il lockdown è finito e ci auguriamo che non si torni a nuove fasi di restrizioni. Ma questo periodo di isolamento ha generato degli impatti che scopriremo solo nel tempo, per quanto attiene alle conseguenze e verificheremo che i giovani non saranno stati esenti da conseguenze.
E’ il motivo per il quale è il momento di moltiplicare sforzi e iniziative focalizzandosi su di loro cogliendone, non solo le esigenze, ma anche i riverberi più intimi e meno visibili.
E comunque è il momento di potenziare le strutture che siano in grado di accoglierli e consentire loro di sviluppare una socialità più strutturata e costruttiva. Ampliare la biblioteca, per esempio, e renderla luogo di attività da offrire loro. Attività a cui risultino sensibili e che li rendano protagonisti da un lato e attivino la loro vitalità in modo costruttivo.
Creare luoghi in cui i giovani universitari, e non solo universitari, possano convergere per portare le proprie idee e trovare professionisti competenti, in grado di ascoltare queste idee e, perché no, aiutarle a trasformarli in progetti concreti.
Ci sono, poi, i giovani che già lavorano. Se nel lockdown il lavoro sono riuscita a mantenerlo, e la cosa non è affatto scontata, molti di loro, comunque, si scontrano con problematiche molto complesse. Non è infrequente il fenomeno del lavoro nero, dello sfruttamento che fa leva sulla necessità e sul bisogno, sulla mancanza di garanzie per il futuro e di tutele per il presente.
E’ importante potenziare gli strumenti di monitoraggio della situazione dei lavoratori giovani per rendere più agevole la loro condizione di lavoratori. Ma è altrettanto importante creare terreno fertile per opportunità e crescita, in modo che ogni giovane che si è affacciato al mondo del lavoro, pur nelle difficoltà, possa considerare che la propria posizione lavorativa, non come un punto di arrivo, ma come un punto di partenza, una tappa di un percorso.
In tal senso non solo generare fermento, in termini di offerte sempre lavorative che tornino a valorizzare l’essere umano e non esclusivamente il profitto, ma anche fare in modo che l’evoluzione tecnologica favorisca proprio questa attenzione alle fasce più giovani, in modo da poter attingere pienamente al loro potenziale, e non sia uno strumento per tagliarli fuori. Perché, purtroppo, troppo spesso, a fronte del contributo sempre più importante che arriva dalla tecnologia, si registra una marginalizzazione di chi vuole essere parte integrante e non mortificata, del processo produttivo.
Quindi, invertire questa tendenza, per rendere i giovani lavoratori sempre più protagonisti dello sviluppo e andare progressivamente a ridurre la piaga della disoccupazione giovanile.
Ci sono molte cose concrete da fare ed è il momento di metterle in campo.
Ma la più importante di tutte e metterci in comunicazione con i giovani. Anche il dialogo con le giovani generazioni è un tema antico e ricorrente e parlarne può risultare banale. Ma, da circa quindici anni a questa parte, cìè un fattore che tende a complicare questo dialogo. A causa dell’evoluzione tecnologica e del fatto che essa ha profondamente cambiato la vita quotidiana di tutti, forse per la prima volta nella storia dell’uomo, siamo di fronte ad una generazione, quella che va dai preadolescenti a i trentenni, in cui i giovani ne sanno più dei vecchi. Essendo, ormai, tutti nativi digitali, essi hanno competenze che chi, come me, ha superato gli “anta”, non solo non abbiamo ma pure acquisendole, non abbiamo la scioltezza nel gestirle, che appartiene alle giovani generazioni.
Dunque, questo momento storico comporta che, se l’ascolto dei giovani è sempre stato fondamentale e richiamato ripetutamente, per esempio, nelle campagne elettorali, oggi, quest’ascolto ha un motivo in più, per essere esercitato.
Tale motivo risiede nel fatto che i giovani hanno competenze esclusive, fondamentali per confrontarsi con l’evoluzione della quotidianità, che le persone mature non hanno o, comunque, non hanno nella completezza che appartiene a chi ha meno anni.
Dunque, l’ascolto e l’attenzione ai giovani, è sempre una priorità per avere ben presenti le loro esigenze e rispondere ad esse nel modo migliore, ma lo è ancor di più perché essi sono risorse sempre più competente capace e, direi imprescindibile.
Ecco perché, se è sempre attuale parlare di giovani, oggi lo è più che mai. Ecco perché, non c’è tempo da perdere. Ecco perché, parlare di giovani è un tema antico, ma non è mai stato così attuale.