La ripresa della ristorazione in Romania e negli altri Paesi dell’Est Europa, dove è il simbolo più conosciuto ed apprezzato del “made in Italy”, è più lenta rispetto all’Italia e si contraddistingue sotto il segno degli chef lucani. La lucana Enza Barbaro, presidente della Delegazione FIC (Federazione Italia Cuochi) Romania-Sezione Moldova, ha lanciato un messaggio di speranza ai colleghi cuochi e chef, a tutto il settoreho.re.ca., in occasione dell’attesa riapertura dei ristoranti in Romania, avvenuta da pochi giorni. Un incoraggiamento a tutti i “custodi” dei sapori italiani a non arrendersi e proseguire insieme per raggiungere traguardi che diano grandi soddisfazioni,ma allo stesso tempo confermino l’importanza del ” cuoco” , motore di una gran parte dell’economia, in Romania,Moldavia, Bulgaria, come nel resto del Mondo.
La Federazione Italiana Cuochi è attiva in Romania dal 2017 con un centinaio di chef, formati presso Palazzo Italia Bucarest , tra cui si individuano cuochi professionisti e ristoranti con cucina specifica italiana, distribuiti nel territorio tra Bucarest, Timisoara, Targu-Mures, Bran, Brasov, Arad, Onesti (BC),Piatra – Neamt, Tulcea, Constanta, includendo anche più di recente (dal 2019 la Repubblica Moldova).
A riprova della professionalità e maturità raggiunte ai Campionati di Cucina di Rimini, di febbraio scorso, laDelegazione FIC Romania Sezione Moldova ha conquistatodue medaglie di bronzo (cucina calda K1). A Rimini è venuta la consacrazione del costante e serio impegno dell’equipe di chef nata solo tre anni fa in Romania e un anno fa in Moldavia su iniziativa di Enza Barbaro e Giovanni Baldantoni (presidente Palazzo Italia Bucarest), in particolare nella formazione di uomini e donne e nella promozione della cucina Mediterranea.
A Palazzo Italia Bucarest si prepara la ripresa dell’attività della Global School, centro di formazione e qualificazione professionale principalmente per le figure professionali richieste dalla ristorazione.
Tra gli obiettivi – sottolinea Barbaro – far conoscere le produzioni agroalimentari e vitivinicole lucane ed italiane, con particolare riferimento ai prodotti di qualità certificata; favorire gli scambi commerciali con produttori italiani;valorizzare il saper fare italiano; diffondere i valori unici della Dieta Mediterranea; presentare l’offerta formativa del nostro Paese nel settore enogastronomico; rafforzare la presenza della cucina italiana all’estero anche attraverso le attività di specializzazione dei giovani cuochi e la presentazione dell’offerta della ristorazione italiana di qualità; promuovere i “percorsi del gusto” in Italia per i turisti che dopo la pandemia raggiungeranno il nostro Paese.