Maria Anna Fanelli, Consigliera Nazionale Presidente A.N.D.E. Potenza in una nota commenta la mozione approvata dal Consiglio comunale di Potenza contro la proposta di legge Zan. Di seguito la nota integrale: “”Porre la persona al centro delle azioni dei Comuni”.
La “persona” deve esser posta al centro delle Politiche, delle Azioni della Pubblica Amministrazione e quindi della Società.
Il Comune di Potenza, per come già fatto attraverso tante esperienze passate, deve e non può non agire per il riconoscimento delle diversità, così da portare avanti il concreto avvio ed espressione di una “rivoluzione pacifica carica di coraggio di cambiamento per una battaglia di civiltà”, che deve spingere ad occuparsi di quelle tematiche, secondo alcuni, “scomode” ed in molti casi lasciate ai margini delle Istituzioni.
Proprio gli Enti locali sono tenuti ad agire contro ogni forma di vile aggressione verso l’omofobia e la transfobia, “forme di aggressione” che si esprimono in maniera varia attraverso offese verbali, minacce ed in alcuni casi aggressioni fisiche, che vanno eliminate in quanto l’essere oggetto di odio comporta effetti negativi e, quindi, disagio, esclusione, malessere non solo nell’ambito amministrativo, ma anche in quello sociale.
È proprio questo disagio si è verificato in tanti ambienti della nostra Città a seguito dell’approvazione di una mozione, da parte della maggioranza del Consiglio Comunale di Potenza, mozione volta ad esprimere “opposizione” da manifestare, presso il Parlamento della Repubblica, all’approvazione del Disegno di Legge Zan contro l’omotransfobia.
A tale proposito in qualità di Consigliera nazionale dell’A.N.D.E. esprimo solidarietà alla all’ArciGay di Basilicata ed alla sua Presidente Morena Rapolla, auspicando un’ampia ed articolata Azione Positiva da consolidare per sconfiggere azioni discriminatorie a sostegno dei diritti delle persone LGTB.
Azioni Positive che devono, peraltro, prevedere supporto psicologico e legale delle vittime, attraverso la valorizzazione del “valore della diversità” ad ogni livello e sarebbe opportuno, pertanto, prevedere nei bilanci apposite risorse per il miglioramento della vita e dei diritti delle persone.
Si ripropongono, inoltre, urgenti e necessarie, contro ogni violazione della dignità umana, azioni formative per le giovani generazioni perché non attecchiscano stereotipi e pregiudizi. Necessaria, pertanto, una sintonia d’intenti ed operatività tra Comuni, Province, ISTAT, MIUR, Osservatori, nonché Organismi vari ed Associazioni, affinché s’impegnino, anche con l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato, a sostegno dei diritti delle persone LGTB.
Solo attraverso opportune “Azioni Positive” potranno innestarsi “buone prassi” caratterizzate da percorsi virtuosi, non violenti e non anti-sessisti, volti a diffondere la cultura e la promozione dell’uguaglianza, così da favorire nella Comunità capacità relazionali e libertà di coscienza, pronte a porre al centro di vari percorsi, anche attraverso “Sportelli di Ascolto e di Accoglienza”, la persona, i suoi diritti e le diversità, che vanno riconosciute e coniugate nel rispetto reciproco.
Indispensabile, quindi, un “confronto costruttivo” ed un’operatività incisiva sulle tematiche dei diritti civili.