Il Biologo Ambientalista Nicola Locuratolo in una nota risponde all’ultimo intervento dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” dal titolo “Lo sviluppo di Matera passa dalle infrastrutture e dalle imprese”. Di seguito la nota integrale.
Di tutto l’articolo si salva solo questa frase: “Irrinunciabili sono, quindi, i fondi europei del “Recovery Fund” da utilizzare per il sistema dei trasporti ”
Il resto è un “cianciare”, un “parlare a vanvera”, senza un collegamento ad una realtà in fieri ed in trasformazione.
Il professore Nicola Pavese ha messo due fette di un “qualcosa” sugli occhi così da non vedere ciò che lo circonda, non vedere la fascia dei Comuni dell’alta Murgia che attende da decenni, anche loro, di essere tolti da un isolamento secolare, dove due grossi comuni, Canosa e Minervino Murge, sono senza alcun collegamento con le F.S.e quindi non poter nemmeno immaginare il significato di una Alta Capacità [Mi- Pa (via Matera)] che viene ad incrociare La TAV (Alta Velocità) del Mi-Sa-Le (via Matera) proprio nella galleria sotto Miglionico e Matera diventa un Centro ferroviario omologo della Stazione di Bologna (per il Centro-Nord/Italia) mentre Matera é la Stazione “chiasma” per il Centro-Sud/italia e quindi può essere equiparata alla Bologna del Sud/Italia.
Ma tutte le sigle sindacali che sono attente ai diversi valori espressi dai territori, come non si accorgono di una tale divergenza, anzi di una “devianza” volontaria, di una cecità colpevole o é solo perché così si innescano futuri cantieri che richiederanno forti impegni economici senza i risultati di effettiva trasformazione,ma con il risultato “concreto”, questo sì, di sicuro interesse per i lavoratori “sospesi” ma tenuti in cassa integrazione e che si troverà una moltitudine di gente messa al lavoro per il lavoro che fanno e non per l’utilità di quello che fanno.
E’ una situazione già vista e rivista per cantieri che aspirano “all’eternità” (Autostrada del Sole calabra, Strada Bradanica (E655) per l’uscita verso Matera e con la criticità del ponte sulla Gravina di Picciano (?), e tanta altre.
Sarebbe ora di cambiare, ed oggi, con il denari del Recovery Fund, è possibile far partire questa infrastruttura a carattere “europeo”….e basta a chiacchiere.