Venerdì 25 settembre 2020 alle ore 20, nel Duomo di Matera, con un omaggio alla città dei Sassi e al suo santo patrono prende il via la 21^ edizione del Festival Duni: per la prima volta in tempi moderni, sarà eseguito La vita di Sant’Eustachio, oratorio del 1689 del compositore Donato Ricchezza (c1650-1722), affidato ad uno specialista assoluto del repertorio come Antonio Florio, alla guida del suo complesso Cappella Neapolitana. Nel cast vocale i soprani Valeria La Grotta ed Ester Facchini, il contralto Aurelio Schiavoni, il tenore Leopoldo Punziano e il basso Michele Dispoto.
La rassegna, che nell’anno più difficile per la musica dal vivo porta il titolo “Il Barocco visto da sud. Dialoghi tra musica antica e contemporanea”, prosegue quindi il percorso per mettere in luce l’inestimabile lavoro degli artisti del meridione che hanno fatto parte della “scuola napoletana” del XVIII secolo, proponendo al pubblico un ascolto in prima assoluta un’opera di uno di essi che sino ad ora non ha avuto il giusto spazio nelle stagioni di musica antica.
«Dopo aver riscoperto i maggiori maestri del Seicento napoletano – racconta il direttore artistico Dinko Fabris – Antonio Florio ha avviato lo studio sistematico di un altro grande protagonista appartenente alla stessa scuola e finora rimasto completamente sconosciuto: Donato Ricchezza. La musica di Ricchezza mostra una personalità di altissimo profilo artistico, proprio perché assimila la lezione dei suoi grandi contemporanei facendola propria e proponendosi come una terza via tra i principali continuatori di Francesco Provenzale, ossia Cristofaro Caresana e Gaetano Veneziano».
Il materiale autografo sul quale Antonio Florio ha compiuto la revisione, è custodito all’Oratorio del Girolamini di Napoli, dove sono conservati altri due manoscritti di Ricchezza dedicati alla vita di Sant’Eustachio. L’oratorio, dopo il debutto materano, sarà poi eseguito nella rassega “Sicut Sagittae” di Napoli.
Il prossimo appuntamento con il Festival Duni sarà sabato 26 settembre, nella Corte dell’ex Ospedale San Rocco, con lo spettacolo Lieto danzar con amorosa compagnia dell’ensemble La Chirintana – compagine impegnata sin dal 1995 nella ricerca e divulgazione della cultura coreutica dal Medioevo al Barocco – con le musiche eseguite dall’ensemble Mousiké.
Donato Ricchezza (c1650-1722)
Oratorio di San Eustachio (Napoli 1689)
Ninna-Nonna a 2 voci con violini
(da Trialogo per la Nascita di S: Giovanni Battista)
Cappella Neapolitana
Antonio Florio direttore
Valeria La Grotta soprano (Teopisto, figlio)
Ester Facchini soprano (Agapito, figlio)
Aurelio Schiavoni contralto (Teopiste, moglie)
Leopoldo Punziano tenore (S. Eustachio)
Michele Dispoto basso (Pilota / Argante messo)
Marco Piantoni, Nunzia Sorrentino violini
Andrea Lattarulo violoncello
Giorgio Sanvito contrabbasso
Franco Pavan, Pierluigi Ciapparelli tiorbe
Angelo Trancone cembalo
Prima esecuzione moderna
in collaborazione con la rassegna Sicut Sagittae di Napoli
Antonio Florio – Cappella Neapolitana
Le vicende artistiche di Antonio Florio e del suo complesso (creato nel 1987 come Cappella della Pietà dei Turchini, poi dal 2016 Cappella Neapolitana) sono strettamente intrecciate. Nato a Bari, Florio ha ricevuto una formazione classica, diplomandosi in violoncello, pianoforte e composizione sotto la guida di Nino Rota. Ha in seguito approfondito lo studio degli strumenti antichi e della prassi esecutiva barocca, studiando clavicembalo e viola da gamba. Dopo aver iniziato molto giovane a insegnare in Conservatorio, nel 1987 ha dato vita al complesso di musica antica “Cappella della Pietà dei Turchini” con cui ha fortemente innovato “dal sud” la concezione della prassi esecutiva della musica napoletana dei secoli XVII e XVIII, recuperando con una duplice azione dalla ricerca musicologica – da sempre condotta insieme a Dinko Fabris – all’esecuzione di decine di capolavori sconosciuti, riproposti nelle più prestigiose sale e rassegne del mondo e incisi in oltre 50 cd e dvd. Nella stagione lirica 2018 Florio ha diretto al Teatro San Carlo di Napoli la prima esecuzione moderna del Siroe re di Persia di Vinci (1726). Ancora più numerose sono state le esecuzioni di repertorio sacro e strumentale della musica napoletana dal 1400 al 1800. Il programma concertistico più fortunato, che continua a girare il mondo da decenni, è Festa napoletana, con la voce solista del cantante-attore Pino De Vittorio. Dopo aver cambiato il nome del suo gruppo storico in “Cappella Neapolitana”, dal 2016 ha creato un nuovo centro di musica antica nel cuore di Napoli, presso la Domus Ars (nella chiesa barocca di San Francesco delle Monache a Santa Chiara) con cui apre nel 2020 la quinta edizione della rassegna “Sicut Sagittae”. Nel 2018 ha diretto l’Orfeo di Monteverdi al Teatro Regio di Torino e un tour al Concertgebouw di Amsterdam e a Gand, mentre nel 2019 è stato direttore artistico del Festival “Misteria Paschalia” di Cracovia. È docente di musica vocale da camera al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, dove ha creato e dirige il Dipartimento di musica antica e il Master di II Livello in Musica Antica, con cui conduce lo ScarlattiLab per l’Associazione Scarlatti di Napoli.