“Il risultato elettorale ha aperto una fase nuova nelle relazioni fra politica e società a Matera. E il ballottaggio fra i due candidati è chiamato ormai ad arbitrare differenze e consonanze e a verificare le “parentele” esistenti fra i tre schieramenti che si sono confrontati il 20 e 21 di settembre.
Par di comprendere che i grillini e i loro danti causa che muovono sullo sfondo, preferiscano agli apparentamenti, che costringono al confronto su programma e profilo del nuovo governo e che assume un indubbio valore politico, una vaga apertura alla società civile. Insomma un ciclo esplorativo verso l’universo mondo nel segno. di un resistente istinto identitario e a custodia di un progetto di cui si ignorano tuttora i lineamenti.
Il richiamo che il grillismo in nome di una sua supposta centralità rivolge alla comunità materana a misurarsi con i suoi disegni appare tanto ambizioso quanto spericolato poiché non fa i conti con la crisi di cui esso è insieme incubatore e testimone e che nasce dallo sfarinamento delle principali forze politiche, dal trasformismo migratorio che le ha connotate ovunque in ispecie a destra e quindi dalla loro grave abdicazione morale.
Il Pd, per i numeri e per il loro significato politico, rimane il primo partito della città per i voti raccolti dalla sua Lista e per il valore decisivo se non esclusivo che ha conferito ad una significativa candidatura civica.
A quel che risulta non avrebbe chiesto alcun apparentamento ( che sarebbe peraltro nella logica della vigente alleanza di governo del Paese). Se mai si è pronunciato per un rinnovamento radicale del suo ceto dirigente.. È quindi coerentemente disponibile a individuare quali parentele siano possibili in ipiena autonomia cui dare corso per innovare regole e trasparenze dentro le ragioni della politica e a servizio di una città che tutto potrebbe desiderare se non patti chiari, valori condivisi, sopratutto rispetto per la forza e le tradizioni di cui si è portatori.”
Set 24