Matera Film Festival 2020, svelati i premi che saranno assegnati nella cerimonia al cinema Guerrieri in programma dal 24 al 27 settembre 2020 tra cinema Guerrieri e Casa Cava. Ai premiati è stato assegnata la balena, simbolo del Matera Film Festival nella riproduzione ideata e realizzata dall’artista materano Tommaso Schiuma.
La giuria del concorso Internazionale Lungometraggi e Cortometraggi (MFF LONG, MFF SHORT), presieduta dai registi Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana e composta dalla docente di Storia del cinema Manuela Gieri, dalla scrittrice e sceneggiatrice Mariolina Venezia, dalla produttrice Elisabetta Olmi, dal regista Fabrizio Cattani, dal fumettista Giuseppe Palumbo, dall’attrice Sara Ricci, e la giuria del concorso Internazionale Documentari (MFF DOC), presieduta dal regista Francesco Cabras e composta dalla delegata di produzione Giulia Campagna, dalla vice-presidente Doc.it Adele Dell’Erario, dal direttore della fotografia Gianni Cigna assegnano i
seguenti premi:
Premio miglior film a: ROSA PIETRA STELLA di Marcello Sannino (Italia)
Con la seguente motivazione: Per la rilevanza della tematica affrontata, risolta in una struttura coerente che, in maniera non banale, racconta una storia di sopravvivenza tutta al femminile. La regia misurata, mai invasiva, è accompagnata da un’interpretazione sincera ed emozionante.
Premio per la miglior attrice a: IVANA LOTITO, per il film Rosa Pietra Stella di Marcello Sannino (Italia)
Premio per il Miglior attore a:FRANCO NERO per il film Havana Kyrie di Paolo Consorti (Italia/Cuba/USA)
Premio miglior attore esordiente a: PIERLUIGI GIGANTE per il film Mors tua vita mea di Salvatore Metastasio
(Italia)
Premio miglior esordio alla regia a: ROBERTO DE FEO per il film The Nest (Italia)
Miglior attrice esordiente: CHIARA TASCIONE per il cortometraggio “Cuore italiano” (Italia)
Premio miglior cortometraggio a: SLAUGHTER di Saman Hosseinpour e Ako Zandkarimi (Iran)
Con la seguente motivazione: Una favola amara e ironica, di ispirazione neorealista, che mette in scena la miseria dell’umanità e l’umanità dellamiseria. Nel finale il regista supera l’urgenza della prosa e arriva a sfiorare, con uno struggente finale aperto, la poesia.
Menzione speciale cortometraggi a: MALAKOUT di Farnoosh Abedi
Con la seguente motivazione: Un pregevole esempio di cinema di animazione, che magistralmente crea un’ibridazione di linguaggi, di generi e di temi: l’horror, il noir e il mélo sono i veicoli di una narrazione in cui si incontrano arte e vita, finzione e realtà, eros e thanatos.
Premio Miglior documentario a: SAMIRA’S DREAM di Nino Tropiano (Italia, Svizzera, Irlanda)
Con la seguente motivazione: Per la costante e discreta capacità di osservazione durata sette anni, per la passione produttiva e narrativa, per il gusto di un racconto scevro da sensazionalismi ed estetismi. ‘Samira’s Dream’ ritrae una storia apparentemente lontana senza mai scivolare nelle trappole dell’esotismo. “Ci vuole coraggio per essere felici” diceva Karen Blixen, lo stesso coraggio e dedizione che serve a fare un documentario come questo.
Menzione speciale documentari a: HOWLING di Parsa Bozorgani (Iran)
Con la seguente motivazione: Un lavoro che riesce a fondere il clima narrativo del documentario d’inchiesta con la videoarte attraverso un
linguaggio personale e perentorio. In un brevissimo arco temporale ‘Howling’ inventa un’atmosfera tesa, surreale e raggelante con la sola forza delle idee e della libertà espressiva trasversale dell’autore.
Ai vincitori delle tre sezioni competitive saranno assegnati 5 mila euro (MFF LONG), 3 mila euro (MFF DOC) e 2 mila euro (MFF SHORT) in servizi messi a disposizione da Camera Service Group, la società di noleggio service e
produzione digitale.
Terza giornata con Leonardo Cruciano, Marco Spoletini, Nicola Guaglianone, talk con Giorgio Giusfredi, Alessio Fortunato e Giuseppe Palumbo, proiezione “Nest” di Roberto De Feo, omaggio musicale a Ennio Morricone di “Camera con vista”, produzioni per MFF Short, MFF Long e MFF Doc: report e foto
La terza giornata è cominciata a “Casa Cava” con un appuntamento sulle professioni del cinema animato da Leonardo Cruciano, fondatore della casa di produzione di effetti speciali e visivi “Makinarium” e Marco Spoletini, il famoso montatore di tutti i film di Matteo Garrone e si è conclusa in serata al cinema Guerrieri con l’atteso momento delle premiazioni dei vincitori del festival condotto dall’attrice, cantante e comica Liliana Fiorelli, preceduto da un omaggio musicale al maestro Ennio Morricone, organizzato da Annarita Del Piano, e seguito dalla proiezione di “The Nest” di Roberto De Feo che ha ritirato il premio per la migliore opera prima.
Per MFF Doc sono stati presentati “Hasta que muera el sol”; documentario del portoghese Carbone.
Adan e Byron, due indigeni di Terraba in Costa Rica, ci mostrano la vita quotidiana e la resistenza degli attuali popoli nativi americani, tra la riappropriazione della terra e la riscoperta di un’identità perduta.
A seguire per MFF Long è stato proposta la produzione indiana “Chitrakut” di Malik.
Chitrakut è una città dell’India centrale, anche menzionata nel poema epico indù “Il Ramayana” come il luogo in cui i sudditi Ram e Sita vissero per molti anni in felice unione. Il film gira intorno alla vita di cinque persone, Saloni, Shaan, Debu, Alisha e Kim, e al loro viaggio alla ricerca dell’amore e dell’amicizia.
In tarda mattinata a Casa Cava si è svolto l’incontro master a cura di Luigi Viapiano su montaggio ed effetti speciali cinematografici con la partecipazione dell’effettista Leonardo Cruciano e del montatore Marco Spoletini.
Leonardo Cruciano è un effettista italiano, noto per la sua attività nel campo cinematografico e televisivo. Dopo aver studiato all’Accademia delle Belle arti di Bari, si avvicina allo studio del linguaggio cinematografico, dell’iperrealismo e della percezione visiva, studiando anche animazione, trucco speciale, effetti speciali. Giunto a Cinecittà attraverso una lunga gavetta, inizia a lavorare in produzioni nazionali e internazionali di serie tv come ‘Roma’ di Michael Apted e ‘Borgia’ della HBO, di spot commerciali televisivi per Fox e in diversi film italiani e stranieri, tra i quali ‘Nine’ di Rob Marshall, ‘Miracolo a Sant’Anna’ di Spike Lee, ‘Nefertari’ di Hugh Hudson, ‘Shadow’ di Federico Zampaglione e ‘Imago Mortis’ di Stefano Bessoni. Nel 2015 fonda, con Nicola Sganga e Angelo Poggi, la casa di produzione di effetti speciali e visivi Makinarium, per seguire la realizzazione di tutti gli effetti speciali e visivi de ‘Il racconto dei racconti – Tale of Tales’ di Matteo Garrone, con cui vince 2 David di Donatello, per gli Effetti Digitali e per il Trucco. Dal 2015 al 2019 collabora con diversi registi tra i quali Riddley Scott, Michael Bay, George Clooney, Paolo Sorrentino, Niccolò Ammaniti, Vlad Marsavin, Danny Boyle, e Ben Stiller. Negli stessi anni lavora sul set di film come ‘Tomb Raider’, ‘Ben Hur’, ‘Zoolander 2’, ‘Wonderwell’, ‘Tutti i soldi del mondo’, ‘Trust’ e ‘Hallucinaut’.A novembre del 2019 Cruciano è stato scelto nella cinquina finale dei Make-Up Artists and Hair Stylists Guild Award for Best Special Make-Up Effects in a Feature-Length Motion Picture, nella categoria Feature Length Picture – Best Special Make-Up Effects, per il film ‘6 Underground’ del regista Micheal Bay.
Marco Spoletini, montatore, è collaboratore abituale di registi come Gianluca Maria Tavarelli, Riccardo Milani, Francesco Bruni e Matteo Garrone, per il quale ha curato il montaggio di ogni film.
Lavora nel cinema dal 1990. Firma per la prima volta il montaggio di ‘ Dejà vu’, un corto di Vincenzo Scuccimarra nel 1993. Inizia nel 1994 la collaborazione con Gianluca Maria Tavarelli con ‘Portami via’ che continua con‘Un amore’ (1999), ‘Qui non è il paradiso’ (2000), e ‘Liberi’ (2002). Nel 1997 si occupa di ‘Tre uomini e una gamba’ (1997) e nel 1998 di ‘Cosìè la vita’ (1998) di Aldo, Giovanni e Giacomo. Nel 1999 lavora su‘La guerra degli Antò’e nel 2002 su ‘Il posto dell’anima’, di Riccardo Milani. Nel 2001 collabora con Vincenzo Salemme per ‘Volesse il cielo!’. Nel 2002cura il montaggio di ‘Velocità Massima’ di Daniele Vicari e di tutti i film di Vincenzo Terracciano. Dal 2000 con ‘Estate romana’, inizia a lavorare con il regista Matteo Garrone.Connubio che prosegue con ‘L’imbalsamatore’ (2002), per il quale ottiene una nomination al David di Donatello, ‘Primo amore’ (2003), in concorso al Festival di Berlino eOrso d’Argento per la migliore colonna sonora, e ‘Gomorra’ (2008), in concorso al 61. Festival di Cannes, ‘Reality’, ‘Il racconto dei racconti – Tale of Tales’, ‘Dogman’, ‘Pinocchio’. Tra gli ultimo lavori anche ‘Lontano lontano’ di Gianni Di Gregorio, ultima grande prova di attore di Ennio Fantastichini.
Nel pomeriggio al cinema Guerrieri sono stati presentati gli ultimi tre corti per MFF Short: l’iraniano “Slaughter” Hosseinpuor e Zandkarimi e due produzioni italiane, “Patisserie de jeunesse” di Di Traglia e “La Napoli di mio padre” di Buttone. Sempre a Casa Cava per la serie Incontri d’autore “ grande successo per l’incontro “Dal soggetto alla sceneggiatura. Case study: Lo chiamavano Jeeg Robot” con la presenza dello sceneggiatore Nicola Guaglianone intervistato dal giornalista e critico cinematografico Alberto Crespi.
Per MFF DOC al cinema Guerrieri sono stati presentati “Pratomagno” di Martino e Bonadies.
In Pratomagno, montagna nel cuore dell’Italia, Alberto e Sulayman vivono un’amicizia speciale.Alberto è un bambino nato tra i pascoli di questa terra amena, Sulayman un giovane pastore arrivato per mare dal Gambia.Lontani dalla frenesia della valle, i due vivono in quiete e in simbiosi con la terra e con gli animali, finché un oscuro presagio si affaccia all’orizzonte, preannunciando una frattura…
A seguire in anteprima mondiale è stato presentato al pubblico “In prima linea” di Balsamo e Del Grosso – Italia 2020 (anteprima mondiale) e seguire un talk con gli autori in concorso nella terza giornata a cura di Pellecchia, Mattia e De Fino, selezionatori del Matera Film Festival 2020.
La front line raccontata attraverso l’obiettivo di quattordici fotoreporter, che con i loro scatti hanno mostrato l’inferno, gli orrori, le sofferenze e le cicatrici indelebili della guerra. Le voci, le fotografie e i ricordi di uomini e donne diventano le tappe di un viaggio fisico ed emozionale tra passato e presente. Perché la prima linea non è solo dove si spara e cadono le bombe, ma si combatte quotidianamente per la sopravvivenza.
Nella sala conferenze del Basilicata Openspace dell’Apt Basilicata, adiacente il cinema Guerrieri, spazio a “Campfire Lucca Change”. Nell’ambito della mostra “Sassi Nuvole e lupi” è stato proposto un talk con Giorgio Giusfredi sceneggiatore e co-curatore editoriale Dampyr -Sergio Bonelli Editore, i fumettisti Alessio Fortunato fumettista e Giuseppe Palumbo di Sergio Bonelli Editore, la scrittrice Grazia Gotti e in collegamento streaming Emanuele Vietina, direttore della manifestazione Lucca Comics & Games.
Giorgio Giusfredi è Nato a Lucca. È cuoco, enologo, scrittore e sceneggiatore di fumetti. Appassionato di fumetti Bonelli e di letteratura, collabora con la scuola di scrittura creativa Barnabooth, per la quale ha pubblicato alcuni racconti.Nel 2012 crea, con il disegnatore Nicola Rubin, il personaggio “Zeno Q.B.” per la rivista femminile “Glamour” (Condé Nast). Nel 2014 fa il suo esordio come sceneggiatore di Zagor, in coppia con Maurizio Colombo, con l’albo “Il Signore dell’Isola”.
Alessio Fortunato si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bari.Nel 1995 ha vinto il concorso per giovani disegnatori di Expocomics di Bari e ha iniziato a collaborare per Epic!, una fanzine di fumetti di Trani, per la quale ha disegnato una miniserie dal titolo Città Oscura. Nello stesso anno ha iniziato a collaborare con la casa editrice Liberty con ‘Erinni Atto Zero’. Sempre per la Liberty ha poi disegnato alcuni episodi di ‘Kor One Atto Zero’, ‘Il Potere e la Gloria’ ed ‘Erinni Stree’p. Nel 1997 ha esordito alla Star Comics con una storia di ‘Lazarus Ledd’ per il decennale della casa editrice. L’anno successivo è entrato nello staff regolare della serie per cui ha disegnato successivamente 10 albi. Nel 2003 è entrato nel team di disegnatori della serie dell’Eura Editoriale John Doe. Sempre per l’Eura ha disegnato alcuni numeri della miniserie ‘Detective Dante’ e numerose storie della serie ‘Trapassati Inc.’, oltre a storie brevi per le riviste Skorpio e Lanciostory. Per le Edizioni Arcadia ha disegnato nel 2007 l’albo d’esordio di ‘Maisha’. Attualmente fa parte del team dei disegnatori di Dampyr, per la Sergio Bonelli Editore.
Giuseppe Palumbo è nato a Matera. Ha cominciato a pubblicare fumetti nel 1986 per riviste come Frigidaire e Cyborg, sulle cui pagine crea il suo personaggio più noto, Ramarro, il primo supereroe masochista. Dopo aver fatto parte, dal 1992, dello staff di Martin Mystére della Sergio Bonelli Editore, dal 2000 è uno dei disegnatori di punta di Diabolik, edito da Astorina. ‘Tomka, il gitano di Guernica’ (2007), su testi di Massimo Carlotto, e ‘Un sogno turco’ (2008), su testi di Giancarlo De Cataldo, sono editi da Rizzoli. La Comma 22 di Bologna, dedica a Palumbo una collana di volumi.Per le storiche Edizioni della Cometa di Roma, nel 2012, ha scritto e disegnato ‘Sei tocchi di lame – Vita, morte e miracoli di Sant’Andrea Avellino’. Per Lavieri, nel 2013, ‘Uno si distrae al bivio – La crudele scalmana di Rocco Scotellaro’ e ha illustrato ‘Prendere una lepre’ di Biagio Bagini; nel 2014, con Giulio Giordano ai disegni, pubblica ‘I cruschi di Manzù’. Nel 2017, apre la collana Action30 Graphic Essays – Lavieri con il volume ‘Bazar elettrico – Bataille, Warburg & Benjamin at work’. A cavallo tra 2016 e 2017, pubblica in Francia due libri: ‘Escobar – El Patron’, su testi di Guido Piccoli, con Dargaud, e ‘Tomka – Le gitan de Guernica’, su testi di Massimo Carlotto, con Rackham. Chiude il 2017, con la pubblicazione del volume ‘Ramarro- Guerre fredde’, edizioni Comicon, con l’edizione italiana di ‘Escobar’ e la ristampa di ‘Diabolik – Il re del terrore – Il remake’ per Mondadori Oscar INK e con la ristampa di ‘Miracoli’, su testi di Massimo Semerano, per Edizioni Inkiostro. Per Comics&Science, CNR edizioni, scrive e disegna ‘Archimede infinito 2.0’, sul palinsesto del codice C archimedeo. Ha vinto numerosi premi in Italia. Sue opere sono state tradotte in francese, giapponese, greco, spagnolo, danese, tamil, bielorusso, turco.
Grazia Gotti è libraia, editrice, formatrice e scrittrice (“Correre, saltare, lanciare e leggere”, Fabbri; “A scuola con i libri”, Rizzoli; “Dalla terra alla tavola. Venti storie di cibo”. Con Silvana Sola, Einaudi Ragazzi; “Ne ho visto tante da raccontar”, Giunti ). Ha contribuito alla creazione di un “canone” letterario tanto originale quanto universale, di autori italiani e stranieri, che hanno creato personaggi e mondi capaci di aiutare a crescere i bambini di ogni epoca.
Emanuele Vietina è storytelling e cultural marketing specialist, vicedirettore Lucca Comics & Games dal 2007, è attualmente General Director di Lucca Crea, l’ente municipale che governa il maggiore show crossmediale europeo: Lucca Comics & Games. È stato responsabile della sezione Games (tabletop games e video games) per quindici anni, creando al contempo nuove aree del brand: una dedicata al fantasy publishing (art e novels) e una focalizzata su film, serie tv e home entertainment. Vietina è direttore e autore di molti progetti di successo in ambito edutainment e gamification: ‘Dark Ride, The webgame’ (Indire 2007), ‘Terre di Optimalia’ (premiato come Best Italian Educational Programnel 2008) e ‘Scarty’ (2015/2106, a Com.Ing Card Games), pianificando e guidando l’innovativo programma sul riciclo e management dello spreco. In Italia, è stato uno dei primi curatori e manager di fantasy art e concept art exhibitions, dedicate principalmente a videogame e film: Alan Lee e John Howe (Lord of The Rings), Iain McCaig (Star Wars), Behind the Brotherhood (about Assassin’s Creed), Naughty Dogs XXX Anniversary, Brian Froud (Labyrinth and Dark Crystal) e tanti altri.
In serata, al cinema Guerrieri la presentazione di Calvello Movie Contest e un omaggio musicale a Ennio Morricone eseguito dall’orchestra dell’Associazione Camera con vista, diretta e arrangiata dal maestro Angelo Basile hanno preceduto la cerimonia di premiazione condotta dall’attrice, cantante, comica Liliana Fiorelli.
La prima edizione del Matera Film Festival si è conclusa con “The Nest” di De Feo, alla presenza del regista.
Nel cast: Francesca Cavallin, Justin Korovkin, Ginevra Francesconi, Maurizio Lombardi, Fabrizio Odetto.
Samuel (Justin Korovkin) è un giovane ragazzo costretto su una sedia a rotelle che vive con sua madre Elena (Francesca Cavallin) a “Villa dei Laghi” una residenza isolata circondata da boschi. Bloccato nella routine familiare e con il rigoroso divieto di allontanarsi dalla dimora, Samuel cresce apparentemente protetto ma insoddisfatto e irrequieto.Tuttavia, la vita nella Villa è sempre più frequentemente sconvolta da avvenimenti strani ed inquietanti; fino a quando, l’arrivo dell’adolescente Denise (Ginevra Francesconi) scardinerà definitivamente gli equilibri della famiglia, dando a Samuel la forza di opporsi alle restrizioni imposte da sua madre e di cercare la verità sul mondo che lo circonda. Ma Elena non lascerà andare suo figlio così facilmente e sarà pronta a fare di tutto per tenerlo con sé.
Perché Elena costringe Samuel a vivere come prigioniero nella sua stessa casa, vietandogli di lasciare la tenuta? Quale mistero nasconde?
The Nest è il miglior film d’esordio italiano per il genere horror al box office Italiano 2019. La società di produzione americana Gotham Group ha acquistato i diritti per realizzare un remake del film.
Il format del Matera Film Festival
Il Matera Film Festival è organizzato dall’Associazione Making-of in collaborazione con l’associazione Camera con vista. I promotori hanno ricercato nei diversi linguaggi cinematografici la finestra sul mondo in cui possono convivere in armonia le tradizioni millenarie della Città e le spinte postmoderne e innovative dell’audiovisivo. “Il Matera Film Festival – dichiarano i presidenti del festival, Anna Rita Del Piano e Dario Toma, insieme al direttore artistico,Nando Irene -incarna idealmente il motto di Matera Capitale della Cultura Europea 2019 – Open Future -senza dimenticare che nel 1993 l’Unesco ha riconosciuto la Città patrimonio mondiale dell’Umanità – per l’eccezionale continuità storica che si è conservata intatta fin da portare l’Età della Pietra alle porte della modernità nello sviluppo di un sistema insediativo in perfetta simbiosi con la natura”. Questo, in sintesi, è lo spirito dell Matera Film Festival.
Il concorso internazionale
Il Matera Film Festival è un festival di contenuti, di sostanza.Un concorso autentico e originale con anteprime mondiali, nazionali e locali. Grande il lavoro dei selezionatori che hanno dovuto districarsi tra più di 300 titoli per ottenere un percorso narrativo coerente con lo spirito del Festival. Il respiro internazionale permea ogni sezione del Festival. Tra i 4 lungometraggi in concorso ci sono una produzione indiana e una Italo-cubamericana.Anche tra i6 documentari la metà sono produzioni estere: una portoghese, una irlandese e una iraniana. Last but not least, tra i 10cortometraggi in concorso c’è una produzione tedesca, due iraniane e una afgana.
Premi
Oltre ai premi destinati ai vincitori delle tre sezioni competitive (MFF Long, MFF Doc, MFF Short) è previsto anche il premio alla Miglior opera prima italiana destinato a un regista che si è particolarmente distinto per originalità e creatività nel panorama culturale nazionale e internazionale.
Il simbolo del festival
Come simbolo del festival è stata scelta l’immagine di una balena, Giuliana, che sarà l’emblema della statuetta di premiazione consegnata ai vincitori del festival (MFF Long, MFF Doc, MFF Short, Miglior opera prima italiana, Premio alla carriera). L’immagine della balena Giuliana è stata realizzata dal designer Tommaso Schiuma. Giuliana la balena è stata scoperta nel 2006 sulle sponde del Lago di San Giuliano (Matera), da cui prende il nome, ed è il più grande cetaceo del Pleistocene mai scoperto. Animale onirico e ancestrale, ha solcato per milioni di anni i mari della terra ispirando poeti e artisti di ogni secolo, dalla Bibbia fino al Moby Dick di Melville; nel ventre della balena albergano i personaggi del nostro immaginario come Giona, Pinocchio, il Barone di Münchhausen, il Soldatino di Piombo. La balena vive nei quadri tempestosi di persiane delle Mille e una notte, dove Sinbad il marinaio approda su un’isola, che si rivela la parte emersa di una monumentale balena. Giuliana diventa simbolo creativo del Matera Film Festival incarnando, fin dalle origini della civiltà, quanto di più propriamente letterario e cinematografico possa esistere: il divino, il mistero, la sfida, la vendetta, il superamento dell’essere umano, l’avventura. È questa la filosofia che muove gli ideatori e organizzatori del Matera Film Festival, novelli marinai contemporanei che solcano il cielo della terza città più antica del mondo.
Giuria
LONG/SHORT
Presidenti: Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana – registi
Manuela Gieri – docente di Storia del cinema
Mariolina Venezia – sceneggiatrice
Elisabetta Olmi – produttrice
Fabrizio Cattani – regista
Giuseppe Palumbo – fumettista Sergio Bonelli Editore
Sara Ricci – attrice
GIURIA DOC
Presidente: Francesco Cabras – regista
Giulia Campagna – delegata di produzione
Adele Dell’Erario – vice presidente Doc.it
Gianni Cigna – direttore della fotografia
Il team
Dietro le quinte del Matera Film Festival c’è una squadra di professionisti del settore che ha deciso di mettersi in gioco e di investire sul futuro di Matera e non solo. Era la primavera del 2019 quando nasceva il primo gruppo di lavoro. Sull’onda del fermento di Matera2019 la squadra si metteva all’opera e a dicembre organizzava il primo evento Off: la proiezione con Alessandro Piva di Santa Subito. Poi quando tutto era pronto per il lancio del progetto la pandemia mondiale da coronavirus ha fatto vacillare il sogno. Dopo un primo momento di scoramento, però, si è deciso di procedere senza indugi. Lavorare con nuovi strumenti, intensificare il lavoro smart e fare delle proprie abitazioni una fucina di idee sembravano cose impossibile e invece eccoci qua. Qui c’è un’idea di futuro dell’Italia alternativa,che non ha bisogno di sussidi fine a sé stessi, ma che cerca risorse da impiegare per uno sviluppo sostenibile integrale e strutturale. La bussola, in questo caso, sono i 17 obiettivi per trasformare il Mondo fissati dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 e a cui il Matera Film Festival aderisce idealmente.
C’è una realtà fatta di autoimprenditorialità e aziende più strutturate che fanno rete, mettendo in comune risorse umane e finanziare per un bene più grande: diffondere la cultura, emancipare le persone e rafforzare i legami delle comunità sparse nel mondo e unite dalla curiosità della scoperta e dalla sete di conoscenza. C’è fraternità tra le persone e solidarietà tra piccole startup e grandi aziende. C’è una scommessa che ha mobilitato più di 50 volontaria cui va il più sentito ringraziamento per l’auspicabile buona riuscita dell’evento. C’è la cultura che unisce evince. C’è il fine della crescita e dello sviluppo del cineturismo, dell’industria e della filiera cinematografica; l’attenzione alla formazione qualificata di mestieri, professioni e maestranze. Un progetto di ampio respiro con finalità dilungo periodo che il Matera Film Festival vuole raggiungere attraverso la disseminazione di sapere e la diffusione della cultura.
La fotogallery della terza giornata del Matera Film Festival 2020 (foto www.SassiLive.it)