Nina Chiari del Centro Studi Leone XIII si inserisce nel dibattito sulla presenza cristiana nella società e nella politica. Di seguito la nota integrle
Samaritanus bonus: una sfida etica.
La speranza è sempre possibile. Lo ha affermato il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, presentando la Lettera “Samaritanus bonus” che prende posizione contro eutanasia, suicidio assistito e disposizioni sul fine-vita. Non sono i progressi delle tecnologie biomediche a qualificare il senso e il valore della vita umana, ma piuttosto la sofferenza che continua a generare domande inesauribili sul senso del vivere.
È questa un’ora tormentata eppure fervida, nella quale il rapporto tra fede e ragione, tra scienza e religione, invade la vita stessa delle persone, fin nella interiorità più riposta dove campeggiano le domande ultime e le responsabilità dirimenti del nascere e del morire.
Il documento rappresenta una sfida dell’etica alla politica, e può essere letto come un percorso di ricomposizione di un pensiero e di una visione comune. Nasce da qui la sollecitazione ai cattolici di un impegno politico.
Chiunque sostenga la promozione e la difesa della libertà, della democrazia, della giustizia, non può prescindere dal riconoscimento del pieno rispetto della dignità della vita.
La distinzione forzosa dell’etica e del sociale, indotta da un sistema politico ossificato, ha condannato la presa in carico da parte dei cattolici di questi valori dimidiati, ad una inefficace postura ideologica, quasi fossero paletti infissi a segnalare un campo che nessuno ha avuto il coraggio di dissodare.
Noi non ne avvertiamo il rumore di fondo, eppure il mancato rispetto della vita e della dignità della persona rappresentano una sorta di fiume carsico che via via corrode lo stesso fondamento della libertà. Un motivo in più per accettare la scommessa che accompagna il progetto di un nuovo partito di ispirazione cristiana.