Prosegue lo stato di agitazione dei lavoratori del settore alimentare per ottenere l’applicazione in tutti i comparti dell’accordo di rinnovo del contratto nazionale sottoscritto lo scorso 31 luglio. In previsione dello sciopero di 4 ore proclamato per il 9 ottobre, le federazioni regionali di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil riuniranno gli attivi unitari martedì 29 settembre, a partire dalle 9:30, al Park Hotel di Potenza. Interverranno i segretari regionali di categoria, Vincenzo Cavallo, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello, e i segretari confederali Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli. I lavori saranno conclusi dal segretario generale della Fai Cisl nazionale, Onofrio Rota.
I sindacati hanno deciso di prolungare di altre quattro settimane, a partire dal 14 settembre, il blocco delle flessibilità, degli straordinari e delle prestazioni aggiuntive. La mobilitazione lanciata dai sindacati culminerà, come detto, il 9 ottobre con uno sciopero di 4 ore che si svolgerà con modalità che saranno decise nei territori. L’astensione dal lavoro e il blocco di flessibilità, straordinari e prestazioni aggiuntive riguarda le aziende che ricadono sotto l’ombrello di Federalimentare. Non sono previste azioni di lotta nelle aziende aderenti a Unionfood, Assobirra e Ancit che hanno dato formale applicazione all’ipotesi di rinnovo del Ccnl dell’industria alimentare.
“Dagli incontri con i lavoratori – spiegano Cavallo, Esposito e Nardiello – è emersa la volontà di proseguire sulla strada della lotta per ottenere l’applicazione di un contratto innovativo in tutte le aziende alimentari. La posizione di chiusura da parte delle associazioni che fanno capo a Federalimentare è ideologica e controproducente per le stesse imprese. È ideologica perché farebbe tornare indietro di anni il sistema delle relazioni industriali in un settore trainante dell’economia nazionale, come ha evidenziato la fase più dura della pandemia quando i lavoratori sono stati chiamati a mettere in atto uno sforzo importante per il bene del paese. È allo stesso tempo una posizione controproducente e miope perché non coglie i vantaggi che deriveranno dalle innovazioni introdotte nell’accordo di rinnovo su voci come formazione, smart working, welfare, partecipazione, etc”.
“Il sindacato ha fatto fino in fondo la sua parte accettando lo spostamento di un anno della seconda tranche di aumento contrattuale e la moratoria sulla contrattazione di secondo livello per un anno per venire incontro ai bisogni delle imprese nella fase della ripartenza produttiva. Ci aspettiamo lo stesso senso di responsabilità e lo stesso attaccamento ai destini del paese da tutte le imprese alimentari. Ripartire si può, farlo con un contratto innovativo e sostenibile è un dovere”, concludono i segretari di Fai, Flai e Uila.