Consorzio Sviluppo Industriale Asi, Valvano (segretario regionale PSI): “Fusione non è la strada giusta per il risanamento, Matera resti autonoma”. Di seguito la nota integrale.
La fusione con l’agenzia industriale di Matera non è la strada giusta per arrivare al risanamento del Consorzio ASI di Potenza; sarebbe un trucco per spostare in avanti il problema e trasferirlo nel tempo, nelle mani del prossimo governo regionale.
E’ inutile mischiare le “tre carte”, con un atto notarile”.
Il punto è affrontare di petto la questione.
In passato il governo di centro sinistra ha accantonato l’idea che pure da qualche parte veniva di una fusione in un’unica agenzia regionale. Il nodo si affronta con un piano industriale vero che consenta all’ASI di Potenza di fare uno slancio nel mondo competitivo dell’industria, lasciando Matera nella sua più totale e meritoria autonomia.
Il blocco del bilancio regionale 2017 conseguente agli approfondimenti chiesti dalla Corte dei Conti ha messo nel freezer un piano di rilancio industriale che avrebbe puntato sulle potenzialità che l’ASI di Potenza può cogliere se gli si consente di dotarsi degli strumenti giusti.
L’industria ha bisogno di servizi e di energia.
Un investimento lungimirante e innovativo sugli ambiti dell’energia e del recupero dei rifiuti, accompagnato da una responsabile revisione della pianta organica i cui esuberi potrebbero essere accompagnati verso altri Enti pubblici, a partire dai Comuni che soffrono di carenze di organico, metterebbero l’ASI in condizione di essere efficiente senza scaricare necessariamente il costo della sua esistenza sulle aziende fruitrici dei servizi erogati.
La proposta di fusione con l’ASI di Matera significa arrendersi.
Eppure il centro destra per anni ha riempito i giornali e i social di slogan su questa materia, criticando e urlando sul disavanzo prodotto dal Consorzio di Potenza.
Adesso il centro-destra governa, non è più il momento degli slogan, deve assumere decisioni che dopo un anno e mezzo sono già in grave ritardo.
Si apra il confronto con le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali e si decida, ma non di nascondere la testa nella sabbia con la fusione Potenza/Matera, ma di ragionare alla stregua dell’industria, con approccio strategico.
Diamoci una mossa.