Fp Cgil e Spi Cgil: “Alla luce dell’emergenza in atto e dell’esplosione di importanti focolai con quattro decessi non più rinviabile il confronto con la Regione Basilicata su case di riposo e rsa. Tempo scaduto, ora una legge regionale sugli accreditamenti”. Di seguito la nota integrale.
Siamo profondamente preoccupati per la recrudescenza del coronavirus in una regione che nell’ultima settimana ha visto un incremento percentuale dei casi, secondo i dati Gimbe, del 21%. Ad amplificare i nostri timori le drammatiche notizie che arrivano dalla casa di riposo di Marsicovetere, nella quale nei giorni scorsi è scoppiato in importante focolaio che ha coinvolto quasi tutti i pazienti e gli operatori, con altri 4 decessi, dopo quello registrato nei giorni scorsi, tra la notte e la mattinata di oggi tra gli ospiti del centro per anziani.
Tali dati ci impongono di aprire un’importante e imprescindibile riflessione sulla sicurezza delle case di riposo e delle rsa, nonché sui protocolli di sicurezza per proteggere utenti e lavoratori.
Dallo scorso mese di marzo ad oggi avremmo dovuto imparare a gestire la sicurezza, attraverso l’utilizzo corretto e continuativo di dispositivi di protezione individuale, implementando le procedure e i protocolli da rispettare per contenere l’infezione, attivando screening sistematici per i lavoratori, mentre sembra che si sia solo abbassato il livello di guardia, circostanza che sta mettendo il covid in condizioni di colpire duramente e diffondersi.
Già nello scorso mese di aprile, come Fp Cgil e Spi Cgil denunciammo i rischi che le rsa e le residenze per anziani correvano nella nostra regione, mentre ci giungevano gli echi di quanto accadeva nel “Pio Albergo Trivulzio” e davanti ai nostri occhi scorrevano le immagini di persone anziane e fragili, rinchiuse in strutture, tenute lontane dai propri cari e speranzose che tutto “andasse bene”.
Abbiamo denunciato a più riprese negli anni, e continuiamo a farlo, la condizione del personale impiegato in queste strutture, sottopagato, dequalificato e spesso mal equipaggiato; abbiamo acceso i riflettori sullo stato degli edifici e sulla stessa reticenza nel voler fornire informazioni da parte di soggetti chiamati ad erogare un servizio pubblico essenziale a tutti gli effetti.
Oggi come ieri continuiamo a ribadire e sostenere a gran voce che servono linee guida per gli accreditamenti, con una legge regionale che non guardi solamente ai requisiti strutturali, ma valorizzi la qualità del lavoro, stabilisca dotazioni organiche al di sotto delle quali non possa scendere; continuiamo a sottolineare che è indispensabile e imprescindibile la formazione degli operatori, il rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza ed il rispetto dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Ora il tempo è davvero scaduto. È imprescindibile che la Regione Basilicata attivi immediatamente il confronto con le organizzazioni sindacali e datoriali ed emani delle linee guida ai comuni capofila, perché la gestione dei servizi alla persona non può essere lasciata ai singoli territori, creando disuguaglianze tra i fruitori del servizio e di riflesso tra i lavoratori, minando ancor più la tenuta dei livelli essenziali di assistenza e del welfare locale.
Occorre ricostruire un sistema di welfare e di convivenza sociale fondato sul diritto a vivere in modo autonomo e libero, possibilmente a casa propria, e comunque contrastando le tendenze ad istituzionalizzare in strutture le persone anziane e disabili superando le forme di “residenzialità pesante” a favore di nuove forme di assistenza domiciliare e di welfare di comunità.
Al fine di ricercare soluzioni adeguate, non più procrastinabili, è opportuno precisare che qualora la Regione non dovesse convocare le parti sociali, ci attiveremo mettendo in atto tutte le iniziative utili al fine di salvaguardare il diritto alla sicurezza e alla salute sia degli ospiti delle case di riposo che dei lavoratori e delle lavoratrici.