Baldantoni (Lucani nei Balcani): Dopo referendum rivedere impianto rappresentanza italiani all’estero. Di seguito la nota integrale.
“Il recente referendum costituzionale ha mostrato i limiti della partecipazione elettorale degli italiani all’estero che hanno potuto votare appena per il 23% degli aventi diritto, a causa di insufficienti risorse finanziarie e di una limitazione dell’informazione. Mi associo pertanto alla nuova forte sollecitazione del Segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero (Cgie), Michele Schiavone, che è quella, quale priorità non più rinviabile, di rivedere l’impianto della rappresentanza degli italiani all’estero”. Lo sostiene Giovanni Baldantoni, a nome dell’Associazione Lucani nei Balcani e presidente di Palazzo Italia Bucarest,sottolineando che i parlamentari sono stati ridotti da 12 a 8 alla Camera (un deputato per 687.000 iscritti AIRE) e da 6 a 4 al Senato (un senatore per 1.375.000 iscritti AIRE).
“La questione centrale per affrontare la modifica dei collegi esteri per la riduzione di deputati e senatori è di sapere quale sarà il futuro delle nostre comunità all’estero. Le proposte dei Comites, della Cgie e delle numerose Associazioni di nostri connazionali che vivono e lavoro nei Paesi esteri non mancano, a partire da una nuova legge sulla riforma della rappresentanza, dalla riforma del voto all’estero, sulle sue applicazioni per metterlo in sicurezza, a maggior ragione dopo il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari.
Oggi l’Italia è un piccolo Paese nel mondo a cui aggiungere un’altra Italia e quindi un’altra Basilicata che sono 6 milioni di nostri connazionali, di cui almeno 400 mila lucani residenti all’estero, più gli italo-discendenti. Dunque un valore aggiunto del quale beneficia il nostro Paese che come tale va valorizzato. Chiediamo solo – conclude Baldantoni – più attenzione da parte di tutte le istituzioni nazionali e regionali per le iniziative che abbiamo messo in campo, con l’obiettivo, primo fra tutti, di promuovere la vendita dei prodotti all’estero, con la piattaforma specificatamente realizzata a Palazzo Italia e di dare il nostro contributo alle economie locali per la ripresa dopo la pandemia”.