Il settore cerealicolo aspetta da tempo l’istituzione della Commissione Unica Nazionale del grano duro, che potrebbe garantire una maggiore trasparenza nelle relazioni contrattuali tra gli operatori di mercato e nella definizione dei prezzi. Il presidente del Gruppo d’interesse economico (Gie) di Cia-Agricoltori Italiani per il settore cerealicolo, il lucano Leonardo Moscaritolo Cia-Agricoltori italiani torna così a sollecitare le istituzioni perché si ponga fine ai continui rinvii e si contribuisca a fare chiarezza sugli incomprensibili cali di listino delle borse merci, dove le quotazioni del grano duro di tutta Italia non raggiungono i costi di produzione in campagna.
Per Cia è necessario che si superino i farraginosi e complessi processi per la costituzione del collegio dei Commissari e si introduca reale semplificazione nei meccanismi di rappresentanza, ricorrendo magari ai CAA di riferimento liberamente scelti dagli agricoltori e che possono assicurare massima trasparenza, numeri certi e conosciuti dall’amministrazione.
Quanto alle persistenti tendenze al ribasso, a Cia appaiono ancora del tutto ingiustificate, come inadeguate le risposte fino a ora ricevute dalle borse merci. Dunque, anche a fronte delle mobilitazioni dei cerealicoltori a Foggia, davanti la più importante borsa merci di riferimento specie per i cerealicoltori lucani e del Sud, è tempo di porre fine alle lungaggini della politica che sta ingessando l’istituzione di uno strumento moderno e potenzialmente in grado di assicurare maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi.
Cia chiede che si acceleri il percorso di insediamento della CUN, soprattutto nel rispetto del lavoro degli agricoltori. Non si può continuare a mortificare i produttori di grano duro, già colpiti da un’annata agraria difficile, con siccità e gelate che hanno messo a dura prova la coltura, segnata da rese molto basse seppur con un ottimo contenuto proteico. Senza dimenticare, continua Cia, l’impegno in campagna assicurato anche durante il lockdown, affinché l’industria della pasta continuasse ad alimentare la filiera con il 100% di grano italiano, eccellenza del Made in Italy e prodotto che continua a trainare le vendite sul mercato nazionale.
Anche una recente analisi Ismea conferma, ancora una volta, lo squilibrio nella percentuale del valore grano duro/pasta, tra il produttore, l’industria e la Gdo.Per il grano duro, dunque, annata in chiaro scuro; ottima la qualità su tutto il territorio nazionale per proteine e peso ettolitrico, mentre le rese si abbassano a causa di interi areali colpiti duramente dalla siccità e dalle gelate di aprile.
Per salvaguardare il made in Italy attuale e futuro e non penalizzare i produttori agricoli che, a fronte di importanti investimenti, si ritrovano ogni anno a fare i conti con i bilanci in rosso, è necessaria, quindi, un’operazione di chiarezza con gli attori della filiera e il mondo istituzionale.