Antonio Papaleo, Coordinatore del Movimento culturale “Lavoro e Sviluppo per la Basilicata” risponde al Circolo Culturale La Scaletta dopo aver letto l’articolo in cui si esprime contrarietà rispetto all’istituzione di una facoltà di Medicina all’Unibas, sede di Potenza. Di seguito la nota integrale.
Nei giorni scorsi ho letto un articolo del Presidente del Circolo “La Scaletta” di Matera che, riferendosi al ruolo ed all’importanza che l’ Università ha avuto, fino dal suo insediamento a valle della tragica vicenda dell’evento sismico del 1980, evidenziava paradossalmente l’inutilità della preannunciata Facoltà di Medicina da istituire, anche in Basilicata a decorrere dal prossimo anno accademico 2021, adducendo problemi di natura economica che potrebbero andare ad incidere sulla tenuta dei restanti Corsi di Laurea, già di per se alquanto precari.
Intanto, va immediatamente detto che, se è vero come è vero e come ci dimostra la vicenda del Covid 19, purtroppo ancora non debellato, la Salute dovrebbe venire al primo posto: da questo assunto e ancor prima della pandemia, questo Movimento Culturale “Lavoro e Sviluppo per la Basilicata”, con il suo Presidente Onorario D’Amelio,il Presidente Covella e tanti altri amici, supportati da Capunzo già Preside della Facoltà di Medicina di Salerno, aveva avvertito l’esigenza di avere anche in Basilicata tale Corso di Laurea in Medicina, raccogliendo l’invito accorato che il compianto Olivieri (Reumatologo di chiara ed indiscussa fama) aveva lanciato alla classe politica regionale e nazionale.
Per questo, il Movimento si è allertato e, pur senza clamori e con garbo e tanta determinazione ha tentato in tutti i modi di fare opera di sensibilizzazione, portandosi presso le Istituzioni competenti, proprio in quanto una tale istituzione , non semplicemente dava alla Regione una struttura di Eccellenza e di Ricerca, togliendola dalla condizione di sudditanza rispetto alle altre regioni, specie contermini, ma incitava il Sistema Sanitario locale al confronto, oltre che contribuire ad abbattere il dannoso fenomeno, sempre più in crescendo, della migrazione sanitaria.
Ovviamente, la strada è sicuramente in salita, ma bisogna che questo nostro territorio, se non vuole morire di eutanasia, come pure si sta verificando stante la lenta ed inesorabile spoliazione in atto, deve trovare le modalità e gli strumenti, quale è appunto la risorsa “ Sanità Bene Comune “, da cui partire, se si vuole riallineare il sistema Paese ad una idea di sviluppo.
In questi stessi giorni , partecipando ad un interessante convegno Webinar “‘Università e la Ricerca al Servizio della Ripresa del Paese”, promosso dal Distretto Rotary 2120 (Puglia-Basilicata), ove si sono confrontati i diversi Magnifici Rettori, tra i quali la past Rettrice dell’Unibas Aurelia Sole, sono emerse alcune linee di indirizzo fondamentali per il ruolo cui sono chiamate le Università, a prescindere dalla presenza o meno dei Corsi di Laurea presenti nei singoli Atenei, la cui finalità deve essere strettamente legata alla specificità delle materie da trattare che per la Facoltà di Medicina, come si diceva innanzi, potrebbe e deve essere, incentivare una classe medica, possibilmente locale, da trattenere sul territorio per curare meglio i cittadini residenti, evitando lo spopolamento, spesso causa dell’assenza di un sistema di assistenza e cura precario se non addirittura assente.
Lo stesso Convegno ha insistito sulla necessità, specie alla luce dell’emergenza Covid, di “ Fare Rete “ fra i diversi Atenei; di interrogarsi sulle motivazioni per le quali gli studenti vanno via dal proprio territorio; i motivi per i quali i singoli Atenei non riescono ad essere attrattivi; riuscire a fare “ massa critica “ senza inutili divisioni fra i diversi territori sui quali gli Atenei sono chiamati ad operare. Ed ancora, riconsiderare la specificità della Formazione che non deve più essere distinta dalla Ricerca, ma con una forte integrazione tale da indurre la Ricerca stessa ad essere sempre più un elemento di crescita del territorio dove opera. Anche e sopratutto per questo ultimo richiamo l’istituzione di una Facoltà di Medicina in Basilicata, se saputa indirizzare attraverso una sorta di Masterplan che sappia coinvolgere l’intero territorio regionale, con le strutture ivi operanti, in uno con la formazione di adeguate figure professionali, siamo convinti che ne trarrebbe beneficio il territorio tutto, in quanto diventerebbe ancora più attrattivo, specie per le sue peculiarità di regione sana e con tante potenzialità tuttora poco sfruttate.