Martedì 6 ottobre 2020 ricorre il centenario della nascita di Pietro Consagra (Mazara del Vallo 1920 – Milano 2005) e il MIG. Museo Internazionale della Grafica-Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” di Castronuovo Sant’Andrea, che lo vide partecipe a tutte le iniziative culturali del paese lucano che visitò nel 1978 per poi disegnare la grande ringhiera di Piazza della Civiltà Contadina (“Ritmo lucano”, 1984, ferro, metri 52x 1,50), preparare il bozzetto in legno per la scultura “La Grande Acacia abbattuta di Piazza Castello” (1986), incidere alcune lastre intitolate “Castronuovo” e disegnare alcuni momenti della visita al rione medievale Manca, lo ricorda attraverso la Prof. Stefania Zuliani, Ordinario di Storia dell’Arte presso l’Università di Salerno, che in un incontro pubblico in Biblioteca sottolineerà l’importanza di Consagra nella scultura del Novecento e i suoi rapporti con l’architettura e i centri storici espressi a Gibellina e a Matera, senza tralasciare i passaggi per i paesi lucani e le amicizie con Franco Palumbo, Mario Trufelli, Dinu Adamesteanu, Rocco Mazzarone, Josè Ortega, Michele D’Elia.
Il primo viaggio di Consagra in Lucania è del 1952, il 19 settembre. Scende con la moglie Sophia Chandler, sposata il giorno prima, per raggiungere la Sicilia e si ferma a Montemurro per salutare Leonardo Sinisgalli che lo ha tanto aiutato negli anni difficili del dopoguerra. Sosta a Grumento per visitare il Parco Archeologico. Ritornerà in Lucania nel 1978, insieme a Giuseppe Appella che lo ha convinto a intervenire con una sua mostra nel Concorso internazionale per il restauro urbanistico-ambientale dei rioni Sassi. Le discese a Matera saranno tre, da gennaio a giugno 1978, per pensare la mostra e la collocazione degli “undici fari sulla città vecchia”, sui Sassi e sul loro progressivo degrado subito, sulla loro funzione e sul relativo recupero espressi nella “Lettera ai materani” scritta per l’occasione e il “Fronte dell’Arte”, redatto a Roma e costituito il 27 dicembre dello stesso anno, insieme a un “senato di artisti” quali Andrea Cascella, Bonalumi, Carmi, Castellani, Dadamaino, Dorazio, Franchina, Nigro, Perilli, Pozzati, Rotella, Santomaso e Turcato, presentato a Venezia, nell’Università Internazionale dell’Arte, il 10 maggio 1979 e discusso a Roma, alla presenza di tutti gli artisti, poeti, critici e collezionisti, il 22 febbraio 1980, nella casa di Valeria Gramiccia che ha lasciato una lunga testimonianza di quella storica giornata che riassumeva anche le polemiche scatenatesi in città, coinvolgendo nel dibattito Maurizio Calvesi, Bruno Zevi, Vanni Scheiwiller, Flavio Caroli, Enzo Spera, Lorenza Trucchi, Leonardo Sacco, Pietro Marino, Francesco Vincitorio, Paolo Rizzi. In queste e altre occasioni, totale fu la collaborazione di Franco Palumbo che Giuseppe, suo figlio, sintetizza nel fumetto allegato, a testimonianza dell’influenza avuta dallo scultore siciliano sui ragazzi di allora.
I viaggi in Lucania sono stati diversi, tra il 1979 e il 1993, a Matera (per ricevere la cittadinanza onoraria e essere presente alla mostra di Andrea Cascella), a Potenza (per alcuni documentari di Mario Trufelli sulle sue mostre a Leningrado e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna o per la scomparsa di Carla Lonzi), a Melfi, Venosa, Lagopesole e la fascia del Vulture.
Stefania Zuliani metterà in luce come grafica, scultura, pittura, architettura e letteratura in Consagra abbiano camminato in perfetta sintonia, con “l’idea preponderante di esprimere il ritmo drammatico della vita d’oggi con elementi plastici che dovrebbero essere la sintesi formale delle azioni dell’uomo, a contatto con gli ingranaggi di questa società dove sono necessarie volontà, forza, ottimismo, semplicità, chiarezza”. L’idea prima, il germe, il progetto del lavoro di Consagra è il disegno che vede il suo compimento nella scultura. L’evoluzione e la sistemazione definitiva, però, avvengono nella grafica che ha una chiarezza di linguaggio fin dai primi momenti. La grafica registra, riassume e racchiude tutte le cognizioni sommate attraverso il disegno, la pittura e la scultura. È fantasia, ricerca, esperienza e provocazione. È la vera estensione della memoria.
L’incontro avverrà nel pieno rispetto delle misure di prevenzione e protezione attualmente previste per il contenimento e il contrasto del virus SARS-CoVo 2: indossare la mascherina, mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro, igienizzare le mani con i dispenser messi a disposizione, osservare le indicazioni del personale di gestione.
Stefania Zuliani (1968) è docente di Teoria della critica d’arte e di Teoria del museo e delle esposizioni in età contemporanea all’Università di Salerno. Da sempre attenta al contributo che le scritture dei poeti e degli artisti offrono al dibattito critico contemporaneo, si è occupata in particolare della critica d’arte di Leonardo Sinisgalli e di Michel Leiris. A partire dal 2000 ha inoltre orientato la sua riflessione all’analisi delle dinamiche che caratterizzano il Global Art World occupandosi in particolare delle relazioni che legano la produzione artistica e critica alla forma-museo e al sistema espositivo. Su questi temi ha pubblicato negli ultimi anni numerosi saggi e volumi e organizzato convegni e seminari internazionali. Giornalista pubblicista e critico d’arte, ha curato mostre e cataloghi e dirige con Antonello Tolve la collana I quaderni dell’accademia Arte e critica d’arte per l’editore Quodlibet. È nel comitato direttivo della rivista “PianoB” e scrive su blog e riviste. Dal 2018 fa parte del comitato scientifico della Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma.