Sospensione assistenza domiciliare Marsicovetere, Fp Cgil e Spi Cgil: “Decisione profondamente sbagliata e non in linea con le stesse disposizioni normative”. Di seguito la nota integrale.
Apprendiamo che il sindaco di Marsicovetere abbia deciso di sospendere, in data odierna, l’assistenza domiciliare ad anziani, bambini e disabili, con contestuale chiusura del centro diurno per minori di Villa D’Agri in seguito ai nuovi casi di covid19 che si stanno registrando nella comunità Valdagrina.
Riteniamo la decisione profondamente sbagliata e non in linea con le stesse disposizioni normative in merito all’assistenza domiciliare.
Già nel Cura Italia, al fine di contrastare e contenere il diffondersi del virus e tenuto conto della difficoltà di far rispettare le regole di distanziamento sociale nei Centri, si stabiliva la sospensione delle attività, con contestuale riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza presso il domicilio dei pazienti.
Assistere oggi a una nuova sospensione dell’assistenza domiciliare non è ammissibile e tollerabile.
Le famiglie più fragili e in difficoltà in questi mesi hanno subito duri contraccolpi, vedendosi abbandonate a se stesse, e gli stessi lavoratori operanti nel privato sociale sono stati già lasciati per lungo tempo a casa.
Chiediamo il ritiro immediato dell’ordinanza e la repentina ripartenza dei servizi di assistenza domiciliare, che vanno implementati e non sospesi.
Ovviamente basilare è la sicurezza dei lavoratori, cui vanno forniti congrui e adeguati dispositivi di protezione individuale, che al contempo servono a tutelare la sicurezza degli stessi pazienti, rientranti in una fascia di popolazione fragile considerata più a rischio di altre in questa pandemia di sarscov2.
Ribadiamo con forza, infine, l’imprescindibilità dell’attivazione del confronto da parte della Regione Basilicata con le organizzazioni sindacali e datoriali e l’emanazione di linee guida ai comuni capofila, perché la gestione dei servizi alla persona non può essere lasciata ai singoli territori, creando disuguaglianze tra i fruitori del servizio e di riflesso tra i lavoratori, minando ancor più la tenuta dei livelli essenziali di assistenza e del welfare locale.