“Chiediamo con forza che il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il governo italiano diano informazioni più precise sulla situazione dei diciotto marittimi bloccati da 36 giorni in Libia dopo essere stati fermati il 1° settembre scorso nelle acque antistanti Bengasi dai militari del generale Haftar. Mi faccio portavoce delle richieste delle mogli e dei familiari di questi cittadini perché si abbiano notizie certe sulle loro condizioni di salute e sui tempi del loro rilascio. Il rischio è che queste persone diventino merce di scambio politico per la liberazione di scafisti. Esiste la via della diplomazia, certo, ma prima ancora esiste una questione morale di umanità che il governo della Repubblica italiana non può ignorare. Il ministro degli Esteri faccia il ministro degli Esteri e impieghi tutte le sue energie a risolvere problemi urgenti come questo, invece di perdere tempo e denaro in campagne elettorali e regolamenti di conti politici”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, dopo aver parlato davanti a Montecitorio con alcuni familiari dei pescatori e marittimi dei pescherecci Medinea e Antartide di Mazara del Vallo, bloccati a Bengasi da 36 giorni assieme al comandante del peschereccio Anna Madre di Mazara del Vallo e al primo ufficiale del Natalino di Pozzallo. Secondo quanto riferito dai parenti, non hanno mai potuto sentire le voci dei pescatori, che sarebbero in attesa di processo e rischierebbero una condanna fino a trent’anni.
“La cosa particolarmente preoccupante – aggiunge il senatore – è che alcune di queste persone prendono regolarmente dei farmaci, e vi è il rischio che in questo momento non vengano loro somministrati per via delle leggi libiche. Ci uniamo alla voce di queste donne che chiedono solo di poter riabbracciare i loro cari. Che il governo dia risposte sicure e tempestive su questa vicenda grave”.