Il politologo materano Franco Vespe in una nota esprime alcune riflessioni sui risultati delle elezioni comunali che hanno premiato il sindaco Domenico Bennardi sostenuto da Movimento 5 Stelle, Europa Verde-PSI, Matera 3.0 e Volt al ballottaggio contro il candidato sindaco Rocco Sassone, sostenuto da una coalizione di centrodestra composta da Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Cambiamo, Matera Patrimonio Comune e Matera, sempre insieme. Di seguito la nota integrale.
Quando ci fu l’attacco a Pearl Harbour il Giappone esultò per la facile vittoria contro gli USA. Il solo a non gioire fu l’ammiraglio Yammamoto, l’architetto di quell’attacco. Ripeteva che l’attacco era fallito perché non una sola portaerei americana era stata affondata! Dopo la vittoria al primo round di Rocco, al contrario, nessun Yammamoto è spuntato fra le fila del centrodestra, per esprimere preoccupazione per la mancata vittoria alla prima botta. Mai infatti era accaduto che in uno schieramento, il candidato sindaco prendesse ben 10 punti in meno della coalizione di liste che lo sorreggeva. Già lì c’è la cifra della sconfitta al ballottaggio. La selezione di un candidato sindaco, così come la concepiscono i nano “decision maker” politici, denota una preoccupante perdita di contatto con la realtà. Vanno cercando persone che rappresentano una categoria professionale, una potente associazione sociale, imprenditoriale, agricola (quasi mai culturale!), qualcuno del mondo della cooperazione. Questo metodo va bene per la selezione dei consiglieri in una lista. Non va affatto bene per la scelta di un sindacood un presidente! Non hanno ancora compreso che l’uomo da scegliere deve essere in sintonia con il sentimento(starei per dire il mood!) della gente. Il problema è capire qual è il sentimento. Non si coglie certo con i sondaggi ma solo e soltanto sapendo stare in compagnia della gente,con le orecchie ben drizzate e con una grande capacità di “intelligere”! Rocco, in quanto uomo di confindustria, è stato scelto seguendo il criterio sbagliato a cui si faceva riferimento. Lo stesso errore generalmentelo fail centro-sinistra PD, anche se la persona prescelta, questa volta, sarebbe stata la più adatta a guidare la nostra città post 2019.Ma non divaghiamo. Il fatto che il CDX fosse in testa al I turno non era affatto una ipoteca sulla vittoria; così come Pearl Harbour non ipotecò affatto la vittoria del Giappone sugli USA, come Yamamoto insegna. Rocco si è dimostrato un galantuomo, che avrebbe meritato una cornice dirigenziale dei partiti sostenitori, altrettanto all’altezza. Rovinoso ed autodistruttivo l’intervento poi del nostro CettoLaqualunque per il centro destra. Non è colpa del nostro miglior assessore all’igiene urbana, ma di quel Moles LUISS/potentino che lo ha proiettato su di uno scranno di cui non è francamente all’altezza. Questa cornice di nani sciapiti ed insignificanti(fra l’altro d’importazione potentina o, peggio ancora, salentina!) ha praticamente reso vano il disperato tentativo da parte di Rocco di accreditarsi sulla base della sua competenza professionale, avendo uno sfondo praticamente impresentabile. Ma in politica di quale competenza si tratta? Quella professionale francamente non basta. In politica la competenza è argomento piuttosto complesso. Sostanzialmente Rocco ha ragione nel dire che in politica occorre chiamare gente che nella propria vita professionale ha dimostrato di saper realizzare qualcosa. Francamente Bennardi, come Trombetta (il loro curriculum è terribilmente simile), o lo stesso Luca Braia, non si sa cosa abbiano poi realizzato nella vita al di fuori della politica. E’ una condizione questa necessaria ma non ancora sufficiente per poter presentarsi in politica. Infatti la competenza in politica non si esaurisce nella mera capacità tecnica. Una seconda coordinata è quella dell’esercizio della responsabilità. Un politico deve poter rassicurare la gente che di fronte ha una persona affidabile. Un buon padre di famiglia che agirà con equilibrio, prudenza e grande senso di giustizia. Il caso più paradigmatico di esercizio della responsabilità fu quello di Salvador Allende che non cedette la “poltrona” di Presidente e preferì farsi uccidere su di essa dagli squadroni della morte di Pinochet durante il colpo di stato cileno del 1973. Un terzo ingrediente è quello della com-passione. Il saper “patire” con il popolo. La capacità di entrare in empatia con la gente, saper sentire quello che esso sente. Su questo piano ha fallito Rocco per la cornice che l’attorniava, ma ancor di più Pasquale: il nostro algido intellettuale “vintage” che ha comunque ottenuto uno straordinario risultato, puntando esclusivamente sul civismo genuino, forse un po’ snob, espresso dalla nostra città. Al contrario Bennardi ha saputo fare sagace esercizio della com-passione, parlando al cuore della gente con toni morbidi, pacati, equilibrati, forzando se vogliamo la stessa natura del M5S di tradizione “sturm und drang”. Francamente nel momento di minimo storico, il PD ha saputo invece candidare forse l’uomo più idoneo a guidare la Matera del dopo 2019: Gianni Schiuma. Qualche sbandamento l’ha avuto, tuttavia sarebbe stato l’uomo giusto. Ha dimostrato di valere qualcosa nel suo mestiere, ha una straordinaria competenza tecnica in termini di programmazione socio-economica ed ha dimostrato di essere ben sintonizzato sul “mood” dei materani. Sarebbe stato l’uomo giusto per la sua vasta esperienza e le dense relazioni internazionali. Matera 2019, è stata tenuta in ostaggio dai finanziamenti esclusivamente regionali gestiti in modo “potentino” da un torinese. Per il suo futuro avrebbe bisogno di trovarsi invece alleati ed investitori internazionali (perfino Di Maio lo ha capito) e l’unico dei candidati capace di parlare “inglese” era Gianni Schiuma. Ma i materani hanno scelto il nostro Bennardi. Intorno al suo nome si è creata un’atmosfera carica di attese ed in lui la gente ha visto il grimaldello per far girare pagina alla politica cittadina. Questo è avvenuto. Ora non gli rimane che governare sperando che non deluda le attese!In bocca al lupo Domenico.
Franco Vespe
Ne abbiamo avuti di esempi che nella vita professionale hanno saputo realizzare qualcosa e si sono rivelati un disastro in politica. Quindi, anche NO, grazie.