Venerdì 16 ottobre 2020 alle ore 16 presso il Polo Bibiliotecario di Potenza, nell’ambito del programma Spazi Narranti, verrà proposto, con ingresso libero ma contingentato, l’incontro-seminario “Rifare il corpo, rifare la vita. artaud e la scena della follia” sulla figura di Antonin Artaud nella sua seconda traduzione italiana. La prima fu pubblicata nel 1938.
Antonin Artaud è stato poeta, drammaturgo, attore (anche cinematografico) e regista, (il Teatro Alfred Jarry, il Teatro della Crudeltà). Pensatore visionario e prolifico, la raccolta di tutti i suoi scritti riempie ventisei volumi. Nessuno, forse, fra i teorici della regia teatrale ha avuto un’influenza maggiore della sua sulle avanguardie sceniche dalla seconda metà del Novecento ad oggi.
Il seminario è a cura di Pasquale De Cristofaro, attore e regista teatrale, vincitore del premio E.T.I. Olimpici del teatro (2004) quale migliore novità del teatro italiano. Regista-collaboratore, scenografo e costumista alla Biennale Teatro di Venezia 2004 con lo spettacolo Eumenidi. Attualmente insegna “Storia del teatro”, presso il Liceo Sabatini Menna di Salerno nell’indirizzo di “Sperimentazione Teatro”. Dirige la collana di teatro contemporaneo “corponovecento”.
La nuova traduzione del libro è a cura di Giuseppe Rocca regista e autore teatrale e radiofonico, ha tenuto la Cattedra di Storia del Teatro all’Accademia “Silvio D’amico”. Come sceneggiatore ha vinto due volte il Premio Solinas, Le Manuscript de Vercorin, il Premio Moravia, il Premio Flaiano. Attualmente è docente alla Scuola del Teatro Nazionale di Napoli.
De Cristofaro e Rocca saranno presenti al’incontro insieme alla dott.ssa Anna Pilogallo – direttore della Biblioteca Nazionale e del Polo Bibliotecario di Potenza e a Leoanrdo Pietrafesa e Monica Palese curatori di Spazi Narranti, il progetto che vede declinare, attraverso i “ luoghi” culturali come la Pinacoteca Provinciale, il Museo Archeologico, il Polo Bibliotecario, il racconto di un quartiere unico nella città di Potenza: il quartiere Santa Maria, dove fu ideato nella prima decade del novecento il Progetto Ophelia.
Artaud, una visione e un libro. Proclamò che il teatro deve cessare di essere rappresentazione e deve diventare compiutamente azione, proiettandolo oltre la sfera dell’arte. Teatro e vita in lui si incontrano nel concreto lavoro di individui decisi ad opporsi allo svilimento dell’agire umano.
Scrive Giuseppe Rocca, curatore di questa edizione: «In varia misura e legittimità, quasi tutto il teatro di ricerca di questo cinquantennio si è riconosciuto illuminato dal Sole Nero di Artaud. Nel bene e nel male. Spesso, chi ha agito nel nome di Artaud ne conosceva solo qualche massima. E poche parole d’ordine sono bastate, per esempio, per provocare nel DNA teatrale una vera mutazione genetica: l’atto performativo (recitazione o lettura registica di un dramma) è, di fatto, passato da attività di secondo livello (interpretazione del testo) ad azione di primo livello (creazione scenica). […]Una nuova traduzione può servire anche a discutere di questo, a invitare a un consuntivo della fase che la versione Einaudi ha contribuito ad avviare e che oggi siamo maturi per storicizzare. […] Artaud distruttore del testo? Può esserlo uno che lascia ventisei volumi di scritti? Cos’è il rito, tanto sognato da Artaud, se non proprio quella ripetizione e quella fissità da lui tanto negate? È veramente applicabile in teatro quello che Artaud ha scritto sul teatro? Se cinquant’anni di teatro italiano sono stati influenzati da questo libro vuol dire che esso può avere effetti pratici. E vuol dire anche che la prassi ha bisogno di un pensiero che la stimoli, la guidi e la controlli eticamente».
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Spazi Narranti è un programma supportato dalla Regione Basilicata, dalla Provincia di Potenza e vede agire in sinergia Abito in Scena come Capofila, Stoà Teatro , Bds Communication e l’associazione di promozione sociale Ze0971.