“Il Recovery Fund può essere un’opportunità storica non solo per riprenderci dalla crisi, ma soprattutto per rimettere il nostro sistema socioeconomico sui giusti binari. Ma perché ciò accada dobbiamo decidere una volta per tutte che tipo di paese vogliamo diventare. Io sono convinto, e i miei atti istituzionali lo testimoniano, che la direzione giusta è quella di un’Italia sostenibile, verde, biologica e finalmente libera da un divario tra Nord e Sud che dura da troppo tempo”.
Lo ha affermato il senatore Saverio De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, intervenuto oggi in Aula durante la discussione sulle Linee guida per la definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
“In ambito agricolo – ha detto il senatore – dobbiamo incentivare i settori agroalimentari biologici e sostenibili, disincentivando quelli che confidano sulla chimica e sugli agenti inquinanti. Senza tutela della biodiversità e dell’agricoltura biologica non faremo nessuna rivoluzione verde, ma riempiremo solo di belle parole un sistema ormai vecchio e nocivo per tutti. Dobbiamo inoltre prenderci cura delle risorse idriche e della riqualificazione del territorio, contenendo al contempo il consumo di suolo, e dobbiamo contrastare l’abbandono della terra. Questa nuova direzione può essere data anche favorendo un’istruzione superiore specializzata, stimolando l’istituzione di università dell’agricoltura biologica, che oggi mancano”.
Sul secondo punto del suo intervento, De Bonis ha affermato: “Sul divario tra Nord e Sud ci giochiamo il futuro del nostro paese. Dobbiamo usare i soldi del Recovery Fund per porre rimedio a questa sperequazione storica. Il 34% per area dell’Italia immaginata del governo non è sufficiente. Al Mezzogiorno deve essere destinato il 70% dei fondi europei, pari a circa 145 miliardi di euro. In base ad autorevoli calcoli, infatti, se su 100 euro investiti al Sud 41 vanno al Nord, su 100 euro investiti al Nord solo 5 ritornano al Sud. L’unico modo per riequilibrare questa stortura e colmare il gap è concentrare i finanziamenti sulla parte più fragile del paese. In questo modo a beneficiarne sarà l’Italia intera, e non soltanto alcune regioni”.