Questa mattina si è tenuto, in videoconferenza, un incontro sindacale convocato da Sua Eccellenza, il Prefetto di Potenza Dott. Annunziato Vardé, tra le OO.SS. di FIM FIOM e UILM, il consorzio ASI rappresentato dal commissario straordinario Dott. Francesco Pagano, la Regione Basilicata rappresentata dall’assessore Cupparo, la ditta Giuzio e Confindustria Basilicata.
La convocazione, richiesta dalle OO.SS., nasce anche dalla proclamazione di tre giornate di sciopero data la mancata retribuzione del mese di settembre ed il riconoscimento del solo 50% della retribuzione del mese di agosto.
È stata una riunione infruttuosa, a tratti surreale, dove sono emerse le criticità che da anni ormai le OO.SS denunciano; siamo tutti consapevoli, ormai abbiamo le spalle al muro, che giunti ad un punto di non ritorno, è necessaria una scelta, e le scelte vanno fatte in primis dalla politica lucana, non solo riguardo la riorganizzazione dei servizi legati alle aree industriali dalla nostra Regione, ma soprattutto riguardo come si debba garantire la continuità salariale e occupazionale dei lavoratori coinvolti.
È troppo semplice, oltre che banale, dichiarare di avere le mani legate, piuttosto che le casse siano vuote; queste sono affermazioni che ci si aspetterebbe da giovani alle prime armi, ma non dalla Regione e dal Commissario Straordinario Dott. Francesco Pagano.
Noi non possiamo, e soprattutto i lavoratori non possono né aspettare che Costoro facciano formazione on the job, né continuare ad elemosinare frazioni di stipendio, perché le responsabilità non sono nostre, né tantomeno dei lavoratori, ma frutto delle cattive gestioni precedenti, responsabilità riconducibili a chi ha governato ed a chi governa, oggi, la Regione Basilicata.
Diteci, senza giri di parole, come volete procedere, perché se da un lato i lavoratori sono ritenuti un costo e non un valore, dall’altro il Commissario ASI non può poi definire lo sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali come l’ultimo dei disastri.
Forse abbiamo un’idea di come avete intenzione di andare avanti, ovvero assicurandovi le attività e le prestazioni dei lavoratori salvo poi scaricare le responsabilità del mancato pagamento su altri.
È una teoria affascinante, a tratti fiabesca, ma che non sta ne in cielo ne in terra.
Il consorzio ASI, per effetto di scelte politiche inopportune, continua a perdere soldi, un disastro a tutto tondo, accumulando debiti mese dopo mese di circa 500/600.000 euro, pignoramenti di conti, crediti vantati da tanti a partire da Enel per circa 12 milioni di euro, dalla Giuzio per altri 12 milioni di euro e questi sono tra i più ingenti.
Un quadro inverosimile, inaccettabile, che vede nei lavoratori l’anello debole; probabilmente nella testa di alcuni sta frullando l’idea che i lavoratori possano andare gratis a lavorare perché altrimenti dire di essere dalla parte dei lavoratori è troppo semplice, ma poi bisogna dimostrare concretamente di esserlo, magari provando a vivere la loro quotidianità fatta di sudore, sacrifici in cambio di un solo diritto, quello alla giusta retribuzione; le “sviolinate” non servono a nessuno, servono azioni concrete, atti quotidiani, fatica e lavoro e noi oltre a confermare gli scioperi relativi ai giorni 19 e 26 ottobre metteremo in campo nelle prossime ore, salvo altre novità, ulteriori azioni sindacali per rivendicare il diritto al lavoro, il diritto al salario e il diritto alla dignità.
Aspettiamo altresì una convocazione in presenza, cosi come concordato con Sua Eccellenza il Prefetto, che peraltro ringraziamo, per azzerare le distanze guardandoci negli occhi, perché questa volta, pur con le spalle al muro, rivendicheremo con ancora più forza i diritti dei lavoratori.
Lavoratori che ringraziamo per il sostegno, nonostante le querele, e per la pazienza di questi lunghi vent’anni e li ringraziamo soprattutto per la dedizione con cui, anche in tempo di Covid, hanno svolto il loro lavoro garantendo a tutti i grandi player la continuità industriale, che sarà però, lo ribadiamo, messa in discussione dalle prossime azioni sindacali.