L’Istituto comprensivo “Minozzi-Festa” di Matera rinnova il modo di fare scuola. Di seguito la nota integrale inviata dal dirigente scolastico Maria Rosaria Santeramo.
Nonostante il gel che sa di alcool e le mascherine, i tamponi e le quarantene, si respira senz’altro un’aria diversa quest’anno a scuola. Al Minozzi-Festa, storico Istituto comprensivo di Matera situato al centro della città e da sempre fortemente coinvolto nel dibattito culturale, le novità non consistono solo nella nuova organizzazione che prevede il sabato libero, l’ingresso scaglionato, i banchi nuovi e le famose sedie con le rotelle. L’emergenza sanitaria ha spinto a superare ostacoli e ad attraversare nuove frontiere. La creatività di docenti e alunni, unita al senso di appartenenza alla comunità del territorio, sta dando vita a nuovi scenari, che mai prima erano stati esplorati in modo così profondo, efficace e capillare. Ci riferiamo alla didattica integrata e alla didattica en plein air che, oltre a permettere l’acquisizione di competenze disciplinari, rafforzano anche il senso civico, la partecipazione e la cittadinanza attiva e consapevole in tutti i protagonisti dell’atto educativo.
Se durante il lockdown la sfida per la scuola è stata quella della vicinanza agli alunni e alle famiglie, cercando di raggiungere tutti attraverso la didattica a distanza, in quest’anno scolastico così diverso, la “nuova normalità” esige un sistematico ricorso alla didattica integrata e alla didattica all’aperto, così come richiesto dalle direttive ministeriali.
Nel nuovo anno scolastico la didattica digitale non è più semplicemente un modo per rispondere all’emergenza, ma è agita come didattica digitale integrata, che prevede l’apprendimento con la tecnologia, quale strumento utile a favorire lo sviluppo cognitivo. La tecnologia entra in classe – a prescindere se in aula o a casa – e, attraverso metodologie e strumenti tipici dell’apprendimento attivo, supporta il processo di apprendimento.
La didattica all’aperto (out-door, o en plein air) offre invece altri benefici: la naturale messa in sicurezza di tutti e il ripensamento del fare scuola. Il tutto senza particolari investimenti finanziari. L’obiettivo è quello di ripensare e adeguare non solo gli spazi fisici di apprendimento interni ed esterni alla struttura scolastica, reali e virtuali, ma proprio il modo di progettare e realizzare l’azione educativa. Portare le discipline fuori dall’aula non è una cosa semplice e immediata, tuttavia lo spazio aperto offre una infinità di stimoli alla conoscenza, si presta a mille spunti di apprendimento e rende possibili alcuni tipi di attività laboratoriali.
Le risorse a cui si fa ricorso sono soprattutto quelle immateriali della collaborazione, della creatività, della trasversalità, della progettualità. Tante poi sono le risorse offerte dal territorio. In quest’ottica si va rafforzando il dialogo con gli enti e le associazioni.
La didattica di arricchisce anche di compiti autentici, fortemente contestualizzati nel qui e ora dell’esperienza dei ragazzi, ma proprio per questo capaci di far emergere e rafforzare le competenze dei cittadini di domani.
Nelle foto:
I ragazzi della scuola secondaria I grado N. Festa, partecipano all’esperienza di accoglienza organizzata per le vie cittadine dall’Associazione Giallo Sassi.
I bambini della scuola primaria Minozzi partecipano nel cortile all’incontro con lo scrittore Gianluca Caporaso, autore del libro Basilicata in Rima.
Per esempio è in corso di realizzazione una serie di video brevi e accattivanti (tipo quelli del social tiktok), per la socializzazione e la promozione di comportamenti atti a prevenire il contagio. O ancora, la promozione sul territorio nazionale della guida cartacea su Aliano, piccolo borgo della provincia reso noto da Carlo Levi che lo descrisse nel suo “Cristo si è fermato a Eboli”, completamente scritta dai ragazzi e pubblicata da Laterza.