Il DPCM del 18 ottobre e il Decreto del Ministro Dadone, pubblicato nella giornata di ieri, individuano le misure per contenere il rischio di contagio da Covid 19 da adottare a seguito della nuova impennata dei casi.
La ministra della Pubblica Amministrazione definisce lo smart working uno “strumento di contrasto alla diffusione del virus” e una modalità ordinaria di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, a cui è possibile accedere senza la stipula di accordo individuale alternando giornate in presenza e giornate di lavoro da remoto. Le Pubbliche Amministrazioni dovranno assicurare percentuali più elevate possibili di lavoro agile al fine di evitare assembramenti e consentire il rispetto del distanziamento, adottando anche una nuova organizzazione di erogazione dei servizi che privilegia canali telematici.
Il decreto, inoltre, affronta altre due questioni importanti riguardanti il personale. La prima è relativa ai lavoratori fragili per i quali è possibile trovare ogni soluzione utile per assicurare lo svolgimento dell’attività in modalità agile, compresa una diversa mansione purché rientrante tra quelle previste dal profilo professionale di appartenenza e attività formative. La seconda è quella che riguarda la strumentazione: l’amministrazione deve adoperarsi per mettere a disposizione le attrezzature utili qualora il lavoratore non possa utilizzare le proprie o ne sia privo.
Come Fp Cgil, Cisl FP e Uil Fpl abbiamo sempre sostenuto che il rientro massivo negli uffici, così come è avvenuto in alcuni dipartimenti della Regione Basilicata, non tutela la salute e la sicurezza dei lavoratori ma anche dell’utenza. Chiediamo quindi alla Regione Basilicata di vigilare affinché sia rispettato quanto stabilito dal decreto del 19/10/2020 in tutti gli uffici evitando l’odierna situazione che vede i dipartimenti con una presenza di personale a macchia di leopardo. Ci risulta, infatti, che in alcuni la presenza di personale in servizio supera addirittura il 50% previsto dalla norma.
Chiediamo, quindi, alla Regione Basilicata di individuare la “mappatura delle attività” che definisce il quadro dei processi di lavoro che possono essere svolti in modalità agile e l’avvio del confronto previsto dal protocollo “rientro in sicurezza” del 24 luglio 2020 e dal DM 19/10/2020 del Ministro Dadone allo scopo di garantire criteri uniformi in tutti i dipartimenti regionali.
Ott 20