Fp Cgil: “Ancora precarietà per i lavoratori socialmente utili, molte amministrazioni comunali non hanno usufruito degli incentivi”. Di seguito la nota integrale.
Nonostante le nostre amministrazioni comunali siano con un organico sempre più ridotto, a oggi, le opportunità offerte dal ministero del Lavoro e dalla Regione Basilicata per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili sono state colte da pochi. Ci risulta infatti che oltre al Comune di Avigliano che finalmente, dopo circa vent’anni, ha stabilizzato i quattro LSU lo scorso mese di settembre, solo altri due Comuni della provincia hanno finalmente assicurato agli LSU in servizio l’uscita dal precariato: si tratta di Tolve e Genzano di Lucania che complessivamente hanno stabilizzato una decina di lavoratori.
Come FP Cgil da sempre abbiamo sostenuto questi lavoratori che, senza un’adeguata retribuzione e soprattutto privi di tutte le garanzie proprie di un rapporto di lavoro che implica si doveri, ma pochi diritti, ogni giorno garantiscono alle comunità i servizi che i lavoratori comunali, ridotti all’osso, non possono erogare.
Per questo rinnoviamo l’invito alle nostre amministrazioni locali di procedere alle stabilizzazioni per dare il giusto riconoscimento a chi ha acquisito nel tempo competenze, contribuisce quotidianamente alle attività degli enti ed eroga servizi alle comunità. Alla Regione Basilicata chiediamo, invece, di riaprire i termini per l’inoltro della domanda per quei comuni che, pur volendo stabilizzare i lavoratori, non hanno presentato istanza nei termini e nei modi previstiper consentire la stabilizzazione entro fine anno o, al massimo, nei primi mesi del 2021.
Vi è poi un’altra esigenza: sono tanti i lavoratori che aspettano la fuoriuscita. A differenza, infatti, di quanto accaduto negli anni precedenti, nel 2020 non è stato emesso il bando pur avendo richiesto agli LSU interessati la manifestazione di interesse all’esodo incentivato. Anche per questi lavoratori chiediamo alla Regione Basilicata un intervento urgente per consentire, a chi è già in avanti con gli anni, di fuoriuscire dal bacino regionale usufruendo di un contributo economico.
L’anno 2020, che si configurava come decisivo per lo svuotamento dei bacini LSU, si è rivelato invece un anno poco proficuo, probabilmente a causa della pandemia, che ha fortemente condizionato l’attività delle nostre pubbliche amministrazioni e invertito quelle che un tempo erano considerate priorità. Chiediamo alla Regione Basilicata di porre rimedio, intervenendo nell’immediato attraverso nuovi provvedimenti che consentano di ridurre la precarietà nei nostri comuni e di valorizzare questi lavoratori ormai indispensabili per i nostri comuni.