L’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza-Matera, da sempre in prima linea nella lotta al contrasto al lavoro nero e a tutti i fenomeni odiosi di sfruttamento lavorativo soprattutto in agricoltura, nelle ultime settimane ha dato vita ad una maxi-operazione che ha interessato l’intero territorio regionale in attuazione del progetto “SU.PRE.ME” (Sud Protagonista nel superamento delle Emergenze in ambito di grave sfruttamento e di grave marginalità degli stranieri regolarmente presenti nelle 5 regioni meno sviluppate) finanziato a valere sul Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione EMAS-FAMI 2014/2020.
Il programma di controlli contro il caporalato e il lavoro irregolare e sulle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 sotto il coordinamento del direttore dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Potenza-Matera, dott. Michele Lorusso ha visto impegnati, oltre agli ispettori del lavoro del locale Ispettorato Territoriale del lavoro, anche ispettori provenienti da Ispettorati Territoriali del Lavoro di sedi limitrofe, militari dei Nuclei Tutela del Lavoro e mediatori culturali dell’OIM.
Michele Lorusso, Direttore ITL Potenza Matera: “Diversi i punti di forza del Progetto: un’ampia fase preparatoria-preliminare finalizzata alla formazione specifica, con seminari da remoto, del personale impegnato nell’attività e focalizzata sulle problematiche da affrontare; la presenza di un adeguato numero di mediatori culturali in funzione di cerniera tra il personale ispettivo e i lavoratori extracomunitari; infine, non ultimo, il contingente numericamente significativo di personale messo in campo ha consentito la costituzione di diversi e consistenti gruppi ispettivi tale da rappresentare un’importante forza d’urto sul territorio.
Sebbene la programmazione delle attività è risultata comunque laboriosa sia per il numero delle persone interessate che per la diversità del territorio ispezionato (litorale ionica e area del Vulture).
Le attività di intelligence sul territorio ma soprattutto le settimanali riunioni di coordinamento interforce, una delle quali ha visto anche l’autorevole intervento in videoconferenza della dott.ssa Lentini – responsabile nazionale dell’OIM, hanno davvero rappresentato il quid pluris per la soddisfacente riuscita dell’operazione. Partendo dai risultati del campo ma, soprattutto analizzando le criticità emerse nel corso delle operazioni di verifiche già effettuate si è potuto calibrare, con sempre maggiore efficacia e puntualità, l’intervento ispettivo in via di programmazione. Soprattutto, si ribadisce l’ottima scelta programmatica della sinergia con i mediatori dell’OIM che,con attraverso laloro capacità di guadagnare la fiducia dei lavoratori stranieri soprattutto extra-comunitari trovati sui luoghi di lavoro, ha consentito di acquisire elementi decisivi per la concreta adozione dei provvedimenti.
A seguito delle riunioni di coordinamento veniva data notizia delle attività programmate anche alle locali Compagnie dei Carabinieri per l’eventuale attività di supporto.
Questi i numeri, davvero imponenti, della campagna di vigilanza sia in termini di forze messe in campo che di risultati raggiunti. La maxi-operazione ha visti impegnati durante le 4 settimane della task-force, infatti, oltre 20 ispettori del lavoro degli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Potenza-Matera; Cosenza; Bari; Brindisi; Taranto; Salerno e Napoli; 6 mediatori culturali dell’OIM; tutti i militari dei gruppi tutela lavoro di Potenza e Matera oltre alla disponibilità fornita dei militari dell’Arma delle Compagnie locali. Le aziende ispezionate sono state circa centinaio con il numero enorme di 623 posizioni lavorative verificate di cui 403 hanno riguardato lavoratori stranieri, in maggioranza extra-comunitari con regolare permesso di soggiorno (272).
Per 20 lavoratori è emerso un sistema di sfruttamento lavorativo tale da far ipotizzare la sussistenza della fattispecie di reato di cui all’art. 603 bis c.p. e per il quale si è proceduto a deferire un cittadino extra-comunitario. La denuncia all’A.G., ha interessato anche un altro soggetto extra-comunitario trovato privo di permesso di soggiorno. Oltre alle citate gravi violazioni penali altre innumerevoli contestazioni sono state accertate e contestate dal personale impegnato: oltre 20 lavoratori sono risultati privi di assunzione (c.d. a nero); per 30 lavoratori il datore di lavoro aveva omesso l’obbligo della visita medica preventiva. In più: ben 2 attività lavorative sono state oggetto di provvedimento cautelare di sospensione ex art. 14 D.Lgs 81 del 2008. Infine, per completezza, si chiarisce come gli accertamenti non siano ancora conclusi talchè non si esclude la contestazione di ulteriori illeciti che possano emergere nell’iter procedimentale accertativo.
Rimane da osservare che l’attività è stata svolta con continuità, anche nelle giornate del sabato, e intensamente come si deduce dal riepilogo, anche se in regime di piena sussistenza del contagio da Covid 19, senza alcuna conseguenza per l’accortezza che ha caratterizzato l’operato del personale impegnato; non solo, tutte le volte che è stato possibile, per la disponibilità di ispettori tecnici, sono stati operati nelle aziende agricole anche i controlli sul rispetto dei protocolli anti Covid soprattutto per quanto riguarda le misure di sicurezza adottate nel operazione di spostamento e trasporto ai posti di lavoro (campi agricoli) della forza lavoro impegnata.
Il bilancio non può che considerarsi ampiamente positivo e l’attività svolta getta solide basi per il successivo, certo e necessario prosieguo della lotta al caporalato in agricoltura”.