Nella giornata mondiale della pasta, con la Basilicata che nonostante il calo dei consumi costante negli ultimi tre anni resta la regione “più pastaiola” d’Italia (circa 38 kg pro-capite l’anno) la Cia-Agricoltori coglie l’occasione per riaccendere i riflettori sulla scarsa remuneratività per i cerealicoltori lucani e meridionali e sulla qualità del grano usato per la produzione di pasta messa in vendita in molti ipermercati e discount. Al borsino di Matera il frumento duro al 19 ottobre (dato Ismea) è quotato tra i 270 e i 280 euro / tonnellata, un paio di euro in meno della quotazione della borsa di Foggia “punto di riferimento” del mercato cerealicolo del centro-sud. A Foggia il frumento tenero invece è tra 230-247 euro/tonnellata.
Una forte contraddizione – commenta il lucano Leonardo Moscaritolo che è il responsabile nazionale del GIE-cerealicolo della Cia-Agricoltori – rispetto all’andamento del mercato mondiale. Il mondo non ha mai avuto tanta abbondanza di cereali. Ma nonostante i silos pieni, i prezzi volano a livelli record: un rally almeno in parte di origine speculativa, legato anche a forme di accaparramento, che ha già cominciato a tradursi in un rincaro dei generi alimentari e che è particolarmente pericoloso in un periodo come quello attuale, in cui la pandemia da Covid sta mettendo a dura prova l’economia e la stabilità sociale.
I dati Istat, disponibili solo per i primi sette mesi dell’anno, evidenziano una crescita a doppia cifra dell’export per la pasta made in Italy, con un +30% rispetto al periodo gennaio – luglio 2019. Secondo le elaborazioni dell’ISMEA sui dati Istat, anche nei mesi più critici dell’emergenza epidemiologica, a causa delle misure restrittive adottate da molti Paesi clienti, le esportazioni di pasta non hanno accusato grossi contraccolpi, a fronte di flessioni anche significative registrate dagli altri comparti nei mesi di aprile e, in particolare, di maggio.
Il settore cerealicolo – continua il dirigente della Cia – aspetta da tempo l’istituzione della CUN del grano duro, la Commissione Unica Nazionale che potrebbe garantire una maggiore trasparenza nelle relazioni contrattuali tra gli operatori di mercato e nella definizione dei prezzi. Cia-Agricoltori italiani torna, così, a sollecitare le istituzioni perché si ponga fine ai continui rinvii e si contribuisca a fare chiarezza sugli incomprensibili cali di listino delle borse merci, dove le quotazioni del grano duro di tutta Italia non raggiungono i costi di produzione in campagna. Per Cia è necessario che si superino i farraginosi e complessi processi per la costituzione del collegio dei Commissari e si introduca reale semplificazione nei meccanismi di rappresentanza, ricorrendo magari ai CAA di riferimento liberamente scelti dagli agricoltori e che possono assicurare massima trasparenza, numeri certi e conosciuti dall’amministrazione.
Quanto alle persistenti tendenze al ribasso, a Cia appaiono ancora del tutto ingiustificate, come inadeguate le risposte fino a ora ricevute dalle borse merci. Senza dimenticare l’impegno assicurato anche durante il lockdown, affinché l’industria della pasta continuasse ad alimentare la filiera con il 100% di grano italiano, eccellenza del Made in Italy e prodotto che continua a trainare le vendite sul mercato nazionale.
In annate particolarmente complicate dal punto di vista produttivo, come quella appena conclusa che ha visto gli attori della filiera confrontarsi con le ripercussioni della pandemia del Coronavirus, è necessario fare affidamento su sistemi capaci di riconoscere e premiare chi tutela e garantisce l’approvvigionamento di materia prima nazionale di qualità. È questo uno degli scopi che hanno portato alla realizzazione dell’innovativo sistema “FRUCLASS”, ideato dall’Università degli Studi della Tuscia su impulso delle associazioni della filiera grano-pasta firmatarie del protocollo d’intesa “Filiera grano duro-pasta di Qualità”, ovvero Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Assosementi, Cia-Agricoltori Italiani, COMPAG, Confagricoltura, Copagri, ITALMOPA-Associazione Industriali Mugnai d’Italia e i pastai di Unione Italiana Food. “Il sistema ‘FRUCLASS’ ha permesso, per la prima volta in Italia, la restituzione in tempo reale di uno spaccato territoriale dei risultati della campagna granaria 2019/20, derivanti dalla raccolta e dall’analisi dei dati quali-quantitativi di oltre 150.000 tonnellate di grano duro stoccato in più di 40 centri dislocati in 19 diverse province, tra cui quelle lucane.