La terza Commissione (Attività produttive, Ambiente, territorio) del Consiglio regionale della Basilicata, presieduta da Piergiorgio Quarto (Basilicata Positiva) ha avviato la discussione su due pdl dei consiglieri regionali di Forza Italia, Acito, Bellettieri e Piro su “Modifiche alla legge regionale 19/1/10 n. 1 – norme in materia di energia e piano di indirizzo energetico ambientale regionale” e su “Modifiche alla legge regionale n.8 del 26/4/12 – disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.
Sulla prima sono stati auditi, per la Confindustria Basilicata, il presidente della sezione ‘Energia ambiente e utilities’ Michele Margherita e il direttore Nicola Sileo.
“La modifica – ha spiegato il relatore Acito – riguarda i requisiti tecnici minimi degli impianti di fotovoltaico con una potenza massima dell’impianto non superiore a 3MW (che potrà essere aumentata del 20 per cento qualora i progetti comprendano interventi a supporto dello sviluppo locale, commisurati all’entità del progetto, ed in grado di concorrere, nel loro complesso, agli obiettivi del Piano di Indirizzo energetico ambientale regionale. La Giunta regionale, al riguardo, provvederà a definire le tipologie, le condizioni, la congruità e le modalità di valutazione e attuazione degli interventi di sviluppo locale.
Si vuole contemperare l’esigenza di limitare l’impatto ambientale costituito dall’impegno di notevoli porzioni del territorio regionale per impianti di fotovoltaico con quella di incentivare l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile. Per tale motivo, è apparso opportuno procedere a ridimensionare il criterio già previsto dalla normativa per razionalizzare la realizzazione di impianti fotovoltaici e per contenerne l’impatto. Gli impianti di notevoli estensioni rischiano di produrre degli impatti negativi indiretti sulle componenti ambientali; ad esempio, la parcellizzazione del paesaggio rurale, il quale, invece, dovrebbe essere salvaguardato e valorizzato nei suoi elementi di identità e di equilibrio, l’occupazione di suoli a media-alta fertilità, per un vincolo temporale molto lungo, con conseguente modifica del microclima sottostante i pannelli fotovoltaici; l’eliminazione e la degradazione del manto vegetale preesistente nei casi di installazioni giacenti su aree naturali, subnaturalì o seminaturali, con possibili inneschi di fenomeni locali di dissesto idrogeologico per l’assenza di qualsiasi manutenzione sotto i pannelli.
Gli impianti di dimensioni troppo grandi risultano essere poco opportuni anche nel caso di territorio industriale nell’ottica di salvaguardare l’originaria funzione dei lotti liberi appartenenti alle aree industriali, cioè quella di localizzare attività in grado di generare sviluppo ed occupazione. Detti impianti, infatti, non garantiscono un’adeguata crescita occupazionale in rapporto alla dimensione delle aree necessarie per la localizzazione. La Regione Basilicata è tra le 7 Regioni italiane più piccole per superficie. Un impianto fotovoltaico di 10MW, anche usando la tecnologia più evoluta, occuperebbe più di 10 ha di terreno, pari a circa 20 campi di calcio. Se si pensa alla possibilità del raddoppio, si arriverebbe ad una superficie occupata di 20 ha. È palese, dunque, che per la Regione Basilicata sia auspicabile -ha concluso Acito – il contenimento del consumo del territorio ed un miglioramento dell’impatto visivo per tali tipi di impianti. Non vogliamo frenare gli investimenti ma abbiamo il dovere di guardare tutti gli aspetti economici. Bisogna razionalizzare spazi. Troppe aree di pregio sono state utilizzate togliendole all’agricoltura e al turismo. Il piano paesaggistico dovrà individuare le aree degradate”.
“Come Confindustria – ha detto Michele Margherita – abbiamo ricevuto osservazioni da parte dei nostri associati che operano nel settore relativamente alla proposta di modifica della legge. Nello specifico la pdl tende a ridimensionare i requisiti tecnici minimi portando la potenza degli impianti a 3 MW aumentabile fino a 3,6. Tale riduzione in maniera così drastica crea una evidente barriera allo sviluppo per investitori e soprattutto diventa poco sostenibile un eventuale investimento finanziario. La regione Toscana ha anche essa proposto un ridimensionamento ma la legge regionale è stata impugnata dal Consiglio dei Ministri. Chiediamo che le cose rimangano così come adesso. Riteniamo chele aree di maggior pregio e soprattutto quelle agricole vadano preservate, ed è per questo che proponiamo di prevedere l’installazione di impianti in aree degradate e dove non vi è domanda di insediamento industriale. Potrebbe essere questa l’occasione – ha concluso – per poter recuperare l’aspetto legato alla sostenibilità ambientale e incentivare investimenti in termini energetici”.
All’esame della commissione anche la proposta di legge “Modifiche alla legge regionale n.8 del 26/4/12 – disposizioni in materia di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.
“L’emendamento – si legge nella relazione – mira a dare contezza dell’effettivo raggiungimento delle soglie previste nel P.I.E.A.R. circa la potenza di energia prodotta da fonti rinnovabili dalla Regione Basilicata senza incidere sulle autorizzazioni ancora da approvare.
Infatti, come ha avuto modo di affermare anche la Corte Costituzionale con la sentenza n. 106/2020,
‘Il paragrafo 14.5 delle medesime Linee guida ha statuito che il superamento di eventuali limitazioni di tipo programmatico contenute nel Piano Energetico regionale o delle quote minime di incremento dell’energia elettrica da fonti rinnovabili ripartite non preclude l’avvio e la conclusione favorevole del procedimento di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti
alimentati da fonti rinnovabili’. Includere, quindi, come altre Regioni fanno da sempre, anche gli impianti al di sotto dei 200 MW nel computo per il raggiungimento delle predette soglie non comporta pregiudizio alcuno ma favorisce una rappresentazione reale della produzione di eolico”.
Alla discussione sono intervenuti, oltre al presidente Quarto che ha rinviato l’approvazione delle pdl ad una prossima audizione degli uffici competenti, i consiglieri Braia, Acito e Cifarelli.
Hanno partecipato ai lavori della commissione, oltre al presidente Quarto, i consiglieri Carlucci (M5s), Acito e Bellettieri (FI), Sileo e Aliandro (Lega), Trerotola (Prospettive lucane), Braia (IV) e Cifarelli (Pd).