Gianni Leggieri, consigliere regionale M5s: “Elezione presidente Parco del Vulture, in 1^ Commissione in scena l’onagrocrazia leghista”. Di seguito la nota integrale.
Ieri ho preso parte ai lavori della prima commissione consiliare per continuare a discutere e approfondire la delicata questione dell’elezione del futuro Presidente del Parco Regionale del Vulture. Sin dall’inizio di questa vicenda è emersa in maniera evidente la volontà da parte dei cinque sindaci autocandidatisi alla carica di Presidente di politicizzare al massimo questa scelta, proponendo al consiglio regionale una rosa composta solamente da loro stessi, ovvero cinque primi cittadini (Barile, San Fele, Rapolla, Atella, Ruvo del Monte), escludendo di fatto gli altri candidati, tra cui molte figure tecniche e con curricula adeguati alla carica di Presidente. Quali competenze hanno i sindaci autocandidatisi alla guida dell’ente? Avevo auspicato che la Prima Commissione consiliare, sede naturale del dibattito sulla presidenza del Parco del Vulture, desse un segnale chiaro di cambiamento nella gestione delle nomine, votando all’unanimità il parere negativo sulla rosa dei candidati, i quali avrebbero potuto farsi un esame di coscienza e ritirare le loro candidature, lavorando umilmente al servizio delle loro comunità. Ma così non è stato!
La commissione, dopo aver esaminato singolarmente le proposte di candidatura all’incarico e verificata la rispondenza tra i requisiti posseduti dai candidati e quelli richiesti specificamente dall’avviso (art.5, L.R. 32/2000 “Nuove norme per l’effettuazione delle nomine di competenza regionale”), ha espresso parere negativo. Ma con i dovuti distinguo, che fanno riflettere molto.
Come ho ribadito più volte tra i requisiti richiesti dall’avviso vi sono la comprovata esperienza e competenza in materia amministrativa e di tutela, valorizzazione e gestione del patrimonio naturalistico ed ambientale e conoscenza del territorio e delle sue problematiche, con particolare riguardo alla tutela ambientale. Competenze e requisiti che evidentemente i sindaci autocandidatisi non posseggono.
Ma nonostante queste palesi evidenze il consigliere della Lega Zullino ha votato a favore delle candidature del sindaco di Rapolla, Biagio Cristofaro, del sindaco di Barile, Antonio Murano e del sindaco di San Fele, Donato Sperduto. I consiglieri di Forza Italia, Acito e Bellettieri hanno votato contro tutte le candidature, mentre il presidente della commissione, Cariello della Lega si è astenuto in tutte le votazioni, alle quali non hanno partecipato i consiglieri Cifarelli -Pd, Polese -Iv e Trerotola -Pl.
Incredibilmente il consigliere Zullino nel motivare il voto favorevole per i curricula dei sindaci di Rapolla, Barile e San Fele, autocandidatisi alla presidenza del parco, ha preso in considerazione non i titoli e le esperienze in materia ambientale, ma addirittura la semplice ultraventennale presenza politico- amministrativa degli stessi.Per quali ragioni?
Come dovremmo interpretare questi voti favorevoli del consigliere della Lega, Massimo Zullino? Non ha capito fino in fondo quali fossero i requisiti richiesti dall’avviso pubblico? O, visti i suoi trascorsi nel Partito Democratico, vuole continuare a tenere attaccato il cordone ombelicale del vecchio modus operandi del “fu Partito Regione” caratterizzato da mere spartizioni di poltrone, che hanno mortificato sempre e comunque la competenza e la meritocrazia? Il cambiamento di cui parla c’è stato solo nel cambio di partito? Siamo di fronte all’onagrocrazia leghista?A questo punto auspico che anche la maggioranza tutta prenda atto della situazione inaccettabile e al limite della legalità, in cui la prima commissione si è trovata a operare, e si orienti verso una nomina del Presidente del Parco del Vulture, che premi chi possiede competenze, esperienze e meriti riconosciuti e valutabili.