In riferimento alla delibera di Giunta regionale n. 717 del 20 ottobre 2020 contenente indicazioni operative per le prestazioni di specialistica ambulatoriale per il superamento delle liste d’attesa accumulate durante il lockdown, Aspat Basilicata, in una nota a firma della presidente Antonia Losacco, chiede chiarimenti e modifiche indispensabili per evitare sperequazioni tra prestazioni e Strutture sanitarie private accreditate. Un confronto rispettoso di ruoli e funzioni, di sana concorrenzialità ed effettiva Trasparenza. Antonia Losacco sottolinea che purtroppo le scorrettezze procedurali verso una parte della Specialistica ambulatoriale continuano e che i LEA (livelli essenziali di assistenza) devono essere garantiti tutti. Aspat motiva una serie di osservazioni e preannuncia azioni di tutela, innanzi ai competenti organi, per garantire gli interessi delle strutture associate che erogano prestazioni di Medicina fisica e Riabilitazione – Recupero e Riabilitazione funzionale dei motulesi e neurolesi.
Nella nota inviata al Presidente Bardi, all’Assessore alla Salute Leone, al dirigente del Dipartimento regionale Salute Esposito e ai dirigenti di Asp e Asm, Aspat Basilicata sottolinea la necessità di mutare il titolo di assegnazione della somma individuata dalla DGR 717 eliminando ogni riferimento ai “tetti di spesa” di modo che le prestazioni ulteriori siano rendicontate e tracciate a parte, non ad integrazione del tetto di spesa per l’anno 2020, per evitare il rischio di generare profili di confusione applicativa e normativa.
Per Aspat Basilicata si tratta di una delibera incomprensibile sotto vari aspetti. Priva di programmazione che non realizza in nessun modo il modello di integrazione Pubblico-Privato, una dgr bluff, utile per incrementare solo i volumi prestazionali di alcune branche assegnati con il tetto contrattuale. Dgr adottata in ritardo, il 20 ottobre, per soddisfare dal 1 ottobre al 31 dicembre, prestazioni in lista da marzo al 31 dicembre: il riferimento è cioè a una data anteriore a quella di pubblicazione della stessa DGR 717. Risente, inoltre, della mancata consultazione con le associazioni che rappresentano le strutture e che avrebbero potuto orientare gli interventi da attuare nell’interesse, prima di tutto, dell’utenza. Un confronto che manca da troppo tempo e che Aspat ha di nuovo sollecitato di recente ricevendo in risposta un chiaro diniego.
Antonia Losacco evidenzia che il prolungamento delle liste di attesa è un disastro per i cittadini lucani, ma non deve diventare una scorciatoia per aumenti di budget. Aspat Basilicata fa notare inoltre che la quantità di prestazioni di Medicina fisica e Riabilitazione (n. 2058) è particolarmente esigua rispetto alla quantità totale (n. 290.475): pertanto andrebbe chiarito come sono state calcolate e a quali prestazioni si fa riferimento.
Non si comprende quale sia il procedimento di assegnazione alle strutture private delle prestazioni in attesa e quali adempimenti dovranno porre in essere le Strutture per essere destinatarie dell’erogazione di tali prestazioni. Infine, per garantire la libera scelta del paziente, non è chiaro come il Cup deve effettuare le recall delle prenotazioni. L’azione concessa alle Aziende Sanitarie di incrementare, seppur temporaneamente ed eccezionalmente, il tetto di spesa assegnato per il 2020 fino a 2,5 mln euro, potrebbe creare confusione rispetto alla ordinaria dinamica di assegnazione dei tetti assegnati, avere un peso sulla ripartizione del tetto di spesa regionale per gli anni a venire e infine creare evidenti disparità tra le diverse branche.
Tutto ciò – a parere di Aspat Basilicata – oltre a non realizzare l’integrazione che tutti auspicano tra Sistema Pubblico e Privato, non risulta in linea con i sani criteri della materia nonché della Trasparenza.