Giovanni Baldantoni, Palazzo Italia Bucarest – Associazione Lucani nei Balcani): “Anche ai tempi della pandemia la questione migrazione è affrontata con retorica da politica e istituzioni”. Di seguito la nota integrale.
Puntualmente con la diffusione dei dati del rapporto Migrantes “Italiani nel mondo”, ogni anno sentiamo ripetere le solite frasi retoriche: “garantire occasioni di rientro”; “utilizzare al meglio i nostri emigrati all’estero”. Puntualmente, il giorno dopo finiscono nel dimenticatoio e si prosegue da parte della politica e delle istituzioni con lo stesso atteggiamento retorico. E’ l’approccio alla problematica emigrazione che deve cambiare. Intanto si continua a conteggiare solo gli iscritti all’ Aire ignorando le altre migliaia di lucani ( e centinaia di migliaia di italiani) che continuano a conservare la residenza nel paese di origine o svolgono attività di lavoro all’estero in maniera discontinua. La verità è che politica ed istituzioni hanno difficoltà ad intercettare i nuovi emigrati che sono soprattutto i giovani, laureati, specializzati, come i “disoccupati senza speranza” rimasti senza lavoro. La pandemia di fatto ha arrestato la fuga all’estero, anzi nel locdwon abbiamo assistito a rientri “forzati” di persone che hanno perso il lavoro e non sono più tornati nei Paesi esteri. L’incertezza non consente di fare previsioni. Ma attenzione: non e’ la pandemia che impedisce le attivita’, e’ la disorganizzazione. Piuttosto per gli emigrati Italiani che lavorano all’estero e che vivono le stesse difficoltà di lavoratori ed imprenditori italiani, con la sostanziale differenza che gli aiuti di stato o sono inesistenti o del tutto assistenziali, non si intravede alcuna possibilità di utilizzare le loro potenzialità per favorire la crescita del Made in Italy e dell’esportazione e la commercializzazione dei nostri prodotti. Ne e’ un esempio concreto quello che avviene attraverso Palazzo Italia Bucarest, il ‘network Balcani’ che abbiamo realizzato nel corso degli anni con presenze in Ungheria, Serbia, Bulgaria, Moldavia, oltre Romania e Germania. Se vogliamo dunque, come è necessario che avvenga, sfuggire alla retorica e al sentimentalismo per ridare, invece, pieno riconoscimento al ruolo svolto in passato e che svolgono tuttora le comunità dei lucani ed Italiani all’estero, si deve pensare a progetti e programmi concreti, prendendo atto che il fenomeno migratorio con il quale, purtroppo, anche la nostra regione dovrà fare i conti per chissa’ quanti anni ancora, è profondamente cambiato. E su questo aspettiamo ancora segnali, primi fra tutti, dalla Regione e dalla Camera di Commercio Basilicata inutilmente negli ultimi anni contattate edel tutto assenti.
Ott 31