Coronavirus, Decreto Ristori rompe la filiera e dimentica molte attività, De Salvo (Confapi Matera): “Abbiamo chiesto a Confapi nazionale di intervenire”. Di seguito la nota integrale.
Il Decreto Ristori, emanato dal Governo per concedere aiuti alle aziende bloccate dalle misure restrittive anti-Covid, esclude molte attività delle filiere dei settori protetti.
Sulla questione è intervenuto il presidente di Confapi Matera, Massimo De Salvo, che ha subito interessato il presidente nazionale di Confapi, Maurizio Casasco, per cercare di porre rimedio a quello che viene considerato un grave errore.
“Il Decreto Ristori, a differenza del Decreto Rilancio della scorsa estate, eroga il contributo a fondo perduto anche alle Medie Imprese, visto che lo stesso non è più vincolato al tetto di 5 milioni di volume d’affari o di corrispettivi, colmando parzialmente una lacuna da noi all’epoca evidenziata. Tuttavia, ancora una volta la miopia del legislatore ha tenuto conto solo di alcune categorie, dimenticandone altre che fanno parte della filiera”.
“In particolare, tra i beneficiari figurano le attività di ristorazione, catering, bar, alberghi e villaggi turistici, ma sono escluse le imprese di distribuzione e produzione specializzate nel canale HO.RE.CA. (Forniture per Ristorazione, Bar, Alberghi, ecc.), oltre alle lavanderie industriali della filiera del turismo”.
“Queste imprese, infatti, – precisa il presidente di Confapi Matera – stanno vivendo un anno estremamente difficile perché, oltre al sensibile calo di fatturato (dal -30% al -50%) dovuto alle restrizioni anti-Covid, stanno riscontrano notevoli difficoltà nella riscossione dei crediti (in alcuni casi risalenti a forniture del 2019). Tali aziende, che in molti casi registreranno perdite su crediti importanti, non sono per niente tutelate anche perché non è stata prevista alcuna forma di aiuto”.
“Prevediamo che il prossimo anno, quando verosimilmente assisteremo a migliaia di chiusure definitive dei relativi clienti (con nessuna possibilità di riscossione dei crediti in quanto trattasi nella maggior parte dei casi di SRL o addirittura di SRLS), molte di queste aziende saranno costrette a drastici ridimensionamenti di personale. Per questo motivo ho chiesto un intervento immediato della Confederazione a livello governativo. E devo ringraziare il presidente Casasco perché si è subito attivato a tutela delle nostre imprese”.
“Le imprese che forniscono beni e servizi ad alberghi, villaggi turistici e ristoranti, come quelle del canale HO.RE.CA. e le lavanderie industriali sono danneggiate dalle misure restrittive al pari di quelle direttamente colpite dalle restrizioni. Non si capisce perché debbano essere escluse dagli aiuti pubblici”. Per fortuna il decreto prevede la possibilità di ampliare le attività ammesse con un semplice iter amministrativo e non legislativo”.
“Infine – conclude il presidente De Salvo – le imprese che hanno sede in zone verdi ma che forniscono prevalentemente aziende delle zone rosse e arancioni, sono penalizzate al pari di queste ultime ma non ricevono aiuti. È il caso proprio delle imprese lucane che producono il 60-70% del fatturato in Puglia e in Calabria. Un’altra stortura a cui porre rimedio”.