Di seguito il testo del videomessaggio del presidente della Regione Vito Bardi, sull’emergenza Covid-19, rivolto ai cittadini lucani:
Cari amici e cari amiche,
la recrudescenza del virus ha fatto sì che sia stato costretto ad istituire in due comuni la zona rossa: Irsina e Genzano. Una misura volta a tutelare quelle comunità, che ho preso per impedire il propagarsi incontrollato del contagio. Ovviamente nell’ordinanza che ha istituito la zona rossa sono salvaguardate alcune attività, come quelle di natura agricola, che hanno necessità di un’attenzione quotidiana. In queste ore ho riunito anche l’unità di crisi, dove abbiamo fatto il punto della situazione. Abbiamo individuato come ospedali Covid per la cura dei pausintomatici e asintomatici alcune strutture. Una scelta fatta per decongestionare gli ospedali San Carlo e Madonne delle Grazie. Ma soprattutto per impedire che la cosiddetta sanità ordinaria subisse ulteriori contraccolpi dal Covid. Come già ho avuto modo di dirvi, la politica che stiamo attuando, da una parte vuole tutelare l’economia e dall’altra la salute pubblica. È del tutto evidente che purtroppo in questa fase il sistema sanitario è maggiormente concentrato sulla cura e contrasto della pandemia. Ma questo non ci deve far dimenticare che esistono altre patologie che necessitano di cure. E nonostante le difficoltà e lo stress che subiscono le strutture sanitarie complesse cerchiamo, nei limiti di una situazione eccezionale, di tenere in piedi la cosiddetta sanità ordinaria. Che per i malati ordinaria non è. Questo lo facciamo con le difficoltà che tutti conoscete: la mancanza di medici, infermieri, personale specializzato. Per quelli abbiamo fatto bandi ma – come nel caso dell’ASM – a volte vanno deserti. Il mio appello va a chi ha le competenze specifiche. Vi chiedo di collaborare e di rispondere, perché abbiamo bisogno di tutti quanti voi, sia del personale medico che di quello infermieristico. Sono sicuro che risponderete. La Basilicata, grazie al vostro impegno e al vostro senso di responsabilità, ha un basso indice di contagio. Questo è quanto certifica l’Istituto Superiore di Sanità e ciò mi ha permesso – in Conferenza Stato-Regioni – di mantenere aperte molte delle attività economiche presenti in Basilicata. Dobbiamo continuare ad avere comportamenti responsabili, solo così riusciamo a combattere la malattia e a salvaguardare le nostre attività economiche. Ed è per questo che ho già deciso di aprire alla didattica a distanza per le scuole superiori e stiamo valutando in queste ore con il governo di estendere questa misura anche alle scuole medie ed elementari visto il propagarsi del virus nei nuclei familiari. Purtroppo il virus circola anche nelle aule scolastiche e da queste nelle nostre case. È una chiusura provvisoria, che spero possa essere revocata a breve, ma che ora serve a tutelare la nostra comunità. Nell’ultimo dpcm emanato dal presidente Conte vi è una chiusura parziale dalle 22 alle 5 del mattino. Una misura che non evita assembramenti e di cui non si capisce la ratio per questo la battaglia contro il covid deve necessariamente passare attraverso i nostri comportamenti responsabili. Mi rendo conto che la mancanza di socialità, specialmente tra i giovani, può essere vista come un dramma. E forse lo è. Ma quello che dobbiamo avere a mente e nel cuore è che attraverso questi sacrifici riusciamo ad evitare la trasmissione del virus. Vi ho detto con franchezza ciò che abbiamo fatto e che abbiamo intenzione di fare. Il momento è sicuramente difficile ma la Basilicata è messa meglio di altre regioni italiane e questo grazie, non mi stancherò mai di ribadirlo, al senso di responsabilità della nostra comunità. Dobbiamo continuare così perché – sono convinto – che il virus non avrà “lunga vita” e che tra un po’ potremo ritornare alle nostre vite e ai nostri affetti. E perché sono convinto che insieme ce la faremo.
MI auguro che il Governatore ci ripensi. Per i nostri ragazzi sarebbe un’altra sonora sconfitta. E certamente per poter recuperare passerà del tempo a loro molto propizio.
Pasquale Fontana
Nell’era di internet a piene mani, cosa che i ragazzi della generazione precedente non hanno potuto godere, e nel pieno di una situazione drammatica come non mai con un virus che contagia a una velocità impressionante, i ragazzi devono stare a casa; se uno vuole studiare studia anche da casa ripeto anche servendosi di internet e non venite a dirmi che i ragazzi di oggi, smaliziati e piu’ svegli di quelli della generazione precedente, non sanno usarlo; all’universita la modalità a distanza si utilizza da tanti anni e tanti ragazzi universitari studiano da casa molto bene; poi certo ai ragazzi manca una grande cosa che è lo stare insieme agli altri, la socialità, ma non è tempo adesso con questa situazione di pensare a queste cose e con un virus che non guarda in faccia a nessuno e contagia chiunque.
Dico solo una cosa: immaginatevi se una epidemia del genere fosse scoppiata 40 anni fa quando non c’era internet e i computer stavano facendo la loro prima apparizione, non esisteva neanche didattica a distanza nulla di nulla, ricordo in quegli anni iniziava ad apparire il primo windows spartano e qualche programma di video scrittura con poche funzioni. Non so cosa sarebbe successo, come avrebbero fatto i ragazzi con la scuola e i piu’ grandi con l’università.
Quindi capisco tutto, la mancanza di socialità fondamentale per i ragazzi ci mancherebbe, ma oggi siamo di fronte a un qualcosa di enorme, un evento gigantesco mondiale, un male devastante, e quindi ringraziando Iddio almeno la tecnologia ha reso possibile imparare a distanza e se all’università ormai si studia da casa, a parte casi eccezionali, lo possono fare anche le scuole medie e superiori, io credo che chi ha voglia di studiare studia anche da casa,avremo tempo piu’ in la’ pregando e sperando che passi questo contagio di tornare a socializzare come prima.