Martedi 10 novembre 2020 ricorre l’anniversario della morte, che la Chiesa considera la sua “nascita al Cielo”, di Sant’Andrea Avellino (Castronuovo 1521 – Napoli 1608). L’occasione, nonostante la pandemia, ha sollecitato il Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino ad affidare a Franco Mulas, protagonista della pittura figurativa italiana degli ultimi decenni, un suggerimento di apertura degno delle celebrazioni del V Centenario della nascita che Castronuovo, nel 2021, si prepara a dedicare al grande Santo della Controriforma.
Mulas ha riletto la vita e le opere del Santo e ha preparato cinque bellissimi dipinti a tecnica mista e olio su cartone di cm 70×50 che sintetizzano temi a lui cari, strettamente connessi alla realtà sociale e religiosa di un territorio: “Veduta di Castronuovo Sant’Andrea protetto dal suo grande Santo”, “Sant’Andrea di Castronuovo che apre i suoi occhi al futuro del paese e del mondo”, “Piantò un nocciolo di pesca in un recipiente sulla terrazza…” “Dopo la sua morte sull’albero maturarono sempre 15 pesche”, “Volta della Chiesa di Sant’Andrea dopo la grande pandemia”. Temi storici e attualità, metafora della vita che stiamo vivendo e sogno di un mondo migliore che reimpara a credere ai miracoli, sono affidati a forme riconoscibilissime eppure cariche di mistero nelle quali un ruolo fondamentale assume il colore. Un colore squillante, antinaturalistico eppure disposto a scavare nella collina che si fa subito montagna del paese lucano immerso nel verde, a coniugare i colori dell’arcobaleno in un cielo che si va volta luminosa e ampia della chiesa del domani.
Mulas rilegge la vita del Santo e ne fa un itinerario di ricerca e di meditazione sulla natura del luogo d’origine che formò mente e cuore di Sant’Andrea, disponendolo al dialogo con la vasta famiglia dei credenti e di quanti vivevano nel dubbio. Il lungo e assiduo viaggio, di conoscenza e di fede del Santo, compiutosi in tante località della Campania ma anche a Roma, a Milano accanto a San Carlo Borromeo nel periodo della peste, a Genova, a Piacenza, con spirito di pace, si fa in Mulas ricercatore di armonia, fiducia nello spirito di ricerca della pittura che a quell’armonia tende come a una possibilità per rinnovare l’immagine di Dio.
Pensieri e opere del Santo diventano pensieri e opere dell’artista che, riferendosi agli “Itinerari” del 1973-1974, dedicherà a questo incontro altri lavori tesi a farci riflettere sulle violenze che la natura e la fede subiscono quotidianamente. Il tutto verrà raccolto, alla fine dell’anno di celebrazioni, in un volumetto pubblicato dalle Edizioni della Cometa, con un testo di Giuseppe Appella e le meditazioni di Franco Mulas.
Notizie biografiche
Franco Mulas nasce nel 1938 a Roma. Studia pittura all’Accademia di Francia e alla Scuola d’Arte Ornamentale di Roma. Prendendo come soggetti i problemi della violenza e l’oppressione dei mass media, elabora le sue prime serie di dipinti: Week-end (Omaggio a Rosenquist) del 1967-1968, seguita da Occidente (1968-1969), Pitture nere (1971-1972), Itinerari (1974-1975). Partecipa alla Biennale d’Arte di Bolzano (1971), alla Quadriennale di Roma (1973), a “Rivolta e Rivoluzione” a Bologna (1972-1973), a “Italianische Realisten 1945-1974” a Berlino (1974), alla Biennale di Venezia (1980), dove è presente nella Sezione architettura con il Gruppo GRAU con la sequenza di quattro quadri L’Albero rosso di Mondrian, esposta anche alla mostra “Prove di Autori” alla Pinacoteca Comunale di Ravenna (1980); seguono le Biennali (1984, 1989) e la Triennale di Milano (1992), le esposizioni “Arte e Critica” alla GNAM di Roma (1981), “Pittura Italiana dal dopoguerra ai nostri giorni” allestita a San Paolo del Brasile e Rio de Janeiro (1989), “Figure della Pittura. Arte in Italia 1956-1968” a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto (1997). Tra le numerose personali quelle alla Galleria 32 di Milano (1972), alla Galleria La Nuova Pesa di Roma (1974), alla Galleria Santa Croce di Firenze (1975), alla Galleria Il Ferro di Cavallo di Roma (1980) con la serie Autoritratto Identikit, esposta anche l’anno successivo alla mostra “Arte e Critica” presso la GNAM; seguono la mostra “Finzioni” alla Galleria Ca’ d’Oro di Roma (1985), un’antologica con opere dal 1967 al 1991 a Palazzo Braschi di Roma (1991) e “Dipinti 1980-1998” a Palazzo dei Priori di Volterra (1998). Dalla fine degli anni Novanta si dedica al nuovo ciclo pittorico Schegge, esposto a Teramo alla Galleria Forlenza (2005) e, insieme ai cicli Finzioni e Big-Burg, all’EXMA di Cagliari (2005). Nell’estate 2013 presenta al Museo Carlo Bilotti di Roma il ciclo “Spaesaggi”. A luglio 2017, nelle sale del Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno espone 80 opere in una esauriente mostra antologica. Dedica il 2019 a una rilettura dell’opera di Carlo Levi, con una serie di dipinti che verranno prossimamente esposti ad Aliano e a Roma.. Il suo percorso artistico ottiene numerosi riconoscimenti ufficiali tra cui il Premio Presidente della Repubblica per la Pittura (1988) su designazione dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui è membro dal 1999.
La mostra, allestita nei giorni scorsi, nel rispetto delle disposizioni che hanno imposto la chiusura dei musei fino al 3 dicembre 2020, sarà presentata e commentata quotidianamente, 24 ore su 24, dai tanti scrittori, critici e storici dell’arte che si sono occupati di Franco Mulas. Alcuni esperti saranno pronti a rispondere, sulla pagina facebook del Museo della Vita e delle Opere di Sant’Andrea Avellino, alle eventuali domande dei visitatori.