L’emergenza Coronavirus sta inevitabilmente condizionando anche i nostri comportamenti legati alla sfera sentimentale. In proposito riportiamo l’intervento di Rosanna Travascia.
L’inaccessibilità del bacio, da Magritte al distanziamento sociale.
Gli amanti di Renè Magritte evocano una sensualità inibita, un frustrato desiderio di contatto, l’illusione del bacio. Ci troviamo nel 1928, a pochi anni dall’epidemia spagnola (1918-1920), in cui le mascherine, come oggi, coprivano il volto. L’asettico tessuto bianco cela i volti in un’isolata individualità. Il bacio come ricerca di contatto, riconoscimento e compenetrazione diviene incomunicabilità, anonimato, impossibilità di raggiungersi autenticamente. Potremmo leggervi una metafora della condizione umana o di più specifiche barriere nell’incontro amoroso.
Una rappresentazione che, oggi, si presta a raccontare l’attualità di rapporti sociali distanziati e filtrati, l’ambivalenza tra fame di contatto e timore di contagio.
Il bacio, simbolo di affetto e di amore, indelebile nella storia della letteratura e dell’immagine fotografica e cinematografica è ora in pericolo. Può un virus fermare l’avvicinarsi di due labbra e i contatti intimi faccia a faccia? Purtroppo sì, e questo in nome del diritto alla salute di ogni singolo individuo. In definitiva, proviamo a declinare il nuovo senso pedagogico del bacio guardando alle conseguenze che il Covid-19 sta avendo sulle relazioni umane e affettive: esplicitiamolo in tutte le sue accezioni, l’affetto tra due innamorati, la devozione filiale, la benevolenza tra insegnanti e allievi, nonché quella tra amici. Il bacio è il primo contatto con cui formiamo e manteniamo i legami sociali e affettivi, è quel tocco che conosciamo fin dai primi istanti di vita che modella il nostro cervello sociale. La sua assenza porta a soffermarci, ancora una volta su quanto sia cambiata la socialità di ognuno di noi. L’amore deve farsi consapevole, resiliente, cosicché potremo tornare a baciarci meglio di prima!