“Per le criticità emerse relative ad aspetti procedurali, amministrativi e contabili, non certo formali o irrilevanti, non è possibile ulteriormente procedere nella continuazione del progetto affidato al Centro di Dialettologia di cui alla Convenzione con la Regione del 21.2.2019. Tuttavia, con i fondi disponibili, alla fine del processo di verifica contabile di quanto fatto nelle prime due annualità, ritengo si debba procedere alla stesura di un nuovo progetto, stante anche il parere favorevole dell’Autorità di gestione per continuare a utilizzare le somme disponibili, alla sottoscrizione di una nuova Convenzione che faccia ripartire lo stesso su basi più solide da ogni punto di vista, che fissi le modalità giuste per gli aspetti amministrativi, contabili, rendicontativi e procedurali”. A sostenerlo è l’Assessore Francesco Cupparo (Attività Produttive, Formazione, Istruzione) che nella risposta alla mozione, a firma dei consiglieri Pittella, Braia e Cifarelli, ricostruisce tutte le tappe e i fatti che hanno caratterizzato il progetto.
Nel precisare che “non è vero quanto in più occasioni sostenuto dalla prof. Del Puente del mancato incontro, perché per ben due volte ho ricevuto la professoressa al Dipartimento”, l’Assessore evidenzia che “non è certo in discussione il prestigio del Centro di Dialettologia, quanto piuttosto, al solo fine di fare chiarezza sulla vicenda finanziaria determinatasi nella fase di evoluzione della spesa relativa alle prime due annualità di realizzazione del progetto, è indispensabile dopo la “campagna di comunicazione” costruita in tutti questi mesi, alla quale per senso di responsabilità istituzionale non ho voluto replicare, elencare le reali ed incontrovertibili criticità emerse. Si tratta di criticità sostanziali che potrebbero portare a un mancato riconoscimento della spesa fatta dal Centro di Dialettologia o, conseguentemente, alla Regione Basilicata da parte degli organismi di controllo europei del FSC, che in gran parte concorre al finanziamento del progetto”.
Questa la ricostruzione dei fatti:
Le attività del progetto sono state avviate il 1.6.2018, l’impegno dell’intera posta finanziaria (FSC ed ENI) il giorno 11 dicembre 2018, il quadro finanziario e la bozza di Convenzione il 15 2.2019 la sottoscrizione della Convenzione con l’Unibas soltanto in data 21.2.2019; è stata seguita una procedura all’incontrario e soltanto con circa nove mesi di ritardo, rispetto all’avvio delle attività, si è proceduto alla stipula dell’atto principale che regola l’intero svolgimento del progetto.
Gli assegnisti, che sono in numero di 5 e non 7, almeno nella prima annualità, sono stati contrattualizzati soltanto nel mese di aprile 2019, pur avendo iniziato le attività 10 mesi prima, senza un quadro finanziario approvato e senza una Convenzione regolante i rapporti e i finanziamenti.
Senza alcuna comunicazione preventiva o successiva alla Regione Basilicata il CDA dell’Unibas, con delibera del 30 luglio 2019, e solo su impulso degli uffici regionali che si sono accorti di tanto, varia la denominazione del Centro che realizza il progetto che passa da “Centro Interuniversitario di Dialettologia” a “Centro Internazionale di Dialettologia” dandone comunicazione alla sola Agenzia delle Entrate soltanto il successivo 24.9.2019. Nella citata deliberazione del CDA dell’Unibas si da atto che il RUP del “Centro Interuniversitario di dialettologia” dr. Mennuni (Unibas), evidenzia che tale circostanza potrebbe generare ritardi nel trasferimento del finanziamento. Oggi ci si trova di fronte a spese effettuate dall’uno e dall’altro soggetto con difficoltà ad accettarle se confrontate con la Convenzione sottoscritta. Varia anche il CUP (Codice Unico di Progetto) e solo nel novembre 2019 la Regione ne viene a conoscenza.
Gli uffici rilevano eccedenze di spesa sia nella prima che nella seconda annualità pari ad € 18.356,50 per la prima e 17.737,20 per la seconda. Tanto è dovuto a volumi stampati nel 2017, a prenotazione di camere con presenza dei relativi coniugi, mancata indicazione dei reali fruitori dei servizi pagati presso le varie strutture ricettive, contrattualizzazione di solo 3 assegnisti sui 7 sbandierati.
In riferimento alla corrispondenza intercorsa tra Unibas e Uffici regionali circa la proroga del progetto della terza annualità o per la realizzazione di una quarta si evidenzia che, per le motivazioni sopra descritte, fino a quando non sarà stata determinata l’effettiva spesa delle prime due annualità e accettata dall’Unibas, non si è nelle condizioni di determinare con precisione le somme rimaste disponibili. Come rimane ancora da capire la somma a carico di Unibas nel cofinanziamento del progetto pari ad € 53.780,00 e rispetto ai futuri diritti d’autore della pubblicazione del’Atlante Linguistico AlBA, soprattutto in considerazione della dichiarazione della Prof.ssa Del Puente sulla completa gratuità del suo impegno.
La proroga di un anno, in pieno Covid, non credo che ci possa permettere di portare a compimento il progetto così come formulato. Infatti in riferimento al rendiconto presentato dall’Unibas, le cui risultanze dell’istruttoria degli Uffici regionali non sono state ancora accettate dalla stessa, ci sarebbero da spendere circa 288.000,00 euro che non ritengo possano essere spesi in questo tempo ristretto e soprattutto perché continueremmo ad avere difficoltà di spesa e rendicontazione stante gli atti amministrativi consumati e in essere, riportati in precedenza.
“Credo – dice l’Assessore – ci siano motivazioni più che valide ed argomentate che hanno determinato la nostra scelta. Per una Pubblica Amministrazione, i Consiglieri Pittella, Braia e Cifarelli, sanno bene, anche per i ruoli che hanno rivestito – conclude Cupparo -, che la forma, il tempo nel quale gli atti vengono assunti, la regolarità dei giustificativi di spesa, i soggetti le cui spese possono essere riconosciute come rendicontabili, sono elementi altrettanto essenziali al pari del prestigio che il Centro di Dialettologia possa portare alla nostra Regione”.
Di seguito la replica di Patrizia Del Puente all’intervento dell’assessore regionale Francesco Cupparo
E’ veramente triste dover difendere da un assessore di questa regione un progetto che alla Basilicata porta lustro, ma non ci si deve arrendere, si deve fare chiarezza a fronte di rilievi buttati giù, in più casi, in maniera insinuante. Credo fermamente che il bene vinca sempre alla fine, nonostante tutto…
Procediamo con ordine.
L’assessore Cupparo nel suo documento dichiara quanto segue:
– “…per ben due volte ho ricevuto la professoressa (Del Puente) al Dipartimento (sic!)…”
Vero, una prima volta nel 2019 poco dopo l’insediamento e durante questo incontro rassicurava la sottoscritta che il Progetto sarebbe andato avanti. Una seconda volta ho incontrato l’assessore su richiesta del senatore Di Nubila che sensibile culturalmente e saggio voleva dirimere un “fraintendimento” telefonico incorso tra me e l’assessore Cupparo. Da allora, e parliamo di febbraio, l’assessore non ha mai nemmeno risposto alle mie richieste di avere con lui un incontro.
– La sottoscrizione della convenzione con l’Università è datata al 21.02.2019, in effetti la burocrazia è molto più lenta della nostra voglia di lavorare per il territorio e abbiamo iniziato a lavorare prima della firma della convenzione, ma abbiamo fatto riferimento agli uffici dell’assessore Cupparo che non hanno mosso alcun rilievo a riguardo.
– L’assesore Cupparo scrive “Gli assegnisti che sono in numero di 5 e non di 7 sono stati contrattualizzati,…, soltanto nel mese di aprile 2019, pur avendo iniziato le attività 10 mesi pima, senza un quadro finanziario approvato…” Si assessore Cupparo, è vero, i 7 giovani che lavorano per il CID hanno lavorato gratis e si aspettano un plauso da lei non un’opposizione insensata! In effetti mi rendo conto che lei non possa credere che ci siano persone che lavorano gratis per un progetto grande che vede al centro la loro Terra e nel quale credono, ma esistono e sono i miei 7 giovani collaboratori. Se ne faccia una ragione, non tutti lavorano per i soldi. Riguardo il numero, se l’assessore avesse avuto la pazienza di leggere veramente i documenti, avrebbe visto che i due bandi di reclutamento degli assegnisti erano per tre persone durata di 18 mesi e per 4 persone durata 12 mesi rinnovabili. Assessore 3 più 4 fa proprio 7. Solo che proprio la precarietà della loro condizione ha portato due dei 7 vincitori a dimettersi per cercare una stabilità economica che la ricerca, in questa Regione, non garantisce. Poco dopo è stato preparato un nuovo bando, anche perché altri giovani già lavoravano gratuitamente al progetto, ma questo nuovo concorso non è stato mai concluso per i ritardi regionali che nonostante il nostro grido reiterato non hanno subito un’accelerazione, ma, anzi, un’ulteriore rallentamento.
Riguardo poi le “eccedenze di spese” di cui al punto 4 l’assessore parla di “prenotazioni di camere con presenza di relativi coniugi (sic!)… dove fa riferimento al fatto che 5 dei 28 relatori partecipanti alla settimana internazionale dei dialetti erano venuti accompagnati dalle mogli. Si badi, 5 su 28! E non ovviamente coniugi dei componenti del CID che pure la formula cattivamente ambigua usata dal Cupparo potrebbe lasciar intendere. Bene, l’assessore subito dopo scrive:”mancata indicazione dei reali fruitori dei servizi pagati presso le varie strutture ricettive” (falso eclatante in quanto il nostro RUP ha reiteratamente inviato l’elenco dettagliato dei “fruitori” anche tramite PEC), ma comunque, l’assessore si metta d’accordo con se stesso se non abbiamo fornito l’elenco dei fruitori, come fa lo stesso a sapere dei “coniugi”?
E in ogni caso è assurdo che non si riconosca l’intera spesa di organizzazione.
Per quanto riguarda il punto 5 poi, l’assessore forse è l’unico che non sa che ho rinunciato a qualsiasi diritto d’autore e l’ALBa (assessore non AlBA!) viene sempre dato gratuitamente a qualsiasi associazione, comune, biblioteca, ecc. che ne faccia richiesta. Ma non so se l’assessore abbia idea di ciò che è l’ALBa.
Per quanto riguarda i fondi ancora non spesi prevalentemente FSC saranno impegnati per pagare i contratti ai 7, e ribadisco 7, assegnisti qualora la regione consenta di utilizzarli per la proroga del lavoro fino al 2022. Ogni assegno costa 24.000 euro all’anno per i lucani sarà facile fare due conti e capire che ciò che rimane serve praticamente solo per far continuare a lavorare le giovani eccellenze al Progetto di tutela delle lingue lucane.
Ad ogni buon conto invito l’assessore Cupparo ad organizzare un incontro pubblico: i lucani hanno diritto alla chiarezza e sarò felice di spiegare loro tutto quanto vorranno sapere e altrettanto sicuramente farà l’assessore.
Infine ammetto che per una cosa devo dare pienamente ragione all’assessore Cupparo che non sembra convinto della mia dichiarazione sulla completa gratuità del mio impegno: infatti assessore, è vero, io non lavoro a titolo gratuito, ma rimettendoci, in quanto tutti i paesi lucani in cui tengo lezioni, presentazioni di libri, incontri o altroli raggiungo con la mia macchina e a mie spese. Assessore, non tutti possono permettersi sulle spalle dei contribuenti un autista o il rimborso degli spostamenti!
Centro Dialettologia, di seguito la contro-replica dell’assessore regionale Cupparo alla professoressa Del Puente
Su un punto sono d’accordo sulle cose dette dalla prof.ssa Del Puente, rispetto alle tante cose omesse, forse nel tentativo di giustificare comportamenti oggettivamente ingiustificabili: i lucani hanno diritto alla chiarezza e quindi di sapere.
Per noi non c’è modo migliore di quello di pubblicare la rendicontazione e gli atti pervenuti negli ultimi tempi ai nostri uffici. La prof.ssa Del Puente si ostina a difendere l’indifendibile ed a travisare la realtà, anche quando parla della gratuità degli impegni rivolgendosi proprio al sottoscritto che ha svolto per nove anni il mandato da Sindaco senza percepire volontariamente alcuna indennità.
Eppure mi sembra di essere stato chiaro: con i fondi residui attualmente disponibili il progetto in questione, sulla cui bontà nessuno si è mai permesso di muovere obiezioni, deve proseguire, ma solamente dopo la sottoscrizione di una nuova convenzione che fissi le modalità giuste di ripresa specie sotto gli aspetti amministrativi, contabili, rendicontativi e procedurali. Quel che è successo in passato l’ho già spiegato chiaramente con dati documentali pubblici inconfutabili.
Credo che questo sia quello che più interessa ai cittadini che credono nella cultura e nelle tradizioni popolari, senza individualismi e senza ergersi ad eroi o a paladini del sapere universale.
Penso sia giusto chiudere qui l’argomento alla luce anche della grave situazione pandemica che sta interessando le nostre comunità, le quali aspettano giustamente risposte immediate e concrete da chi è stato democraticamente eletto al governo della nostra regione.