Riportiamo di seguito la nota inviata dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil Basilicata sull’emergenza covid “Fermiamo la strage nelle case di riposo. I sindacati chiedono una normativa stringente per le Rsa, il piano regionale sulla non autosufficienza e il rifinanziamento della legge regionale n. 29/2017 in materia di promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni. Di seguito la nota integrale.
“Il Covid ci sta insegnando che la popolazione più avanti con l’età va tutelata e non solo a parole ma con i fatti. Gli ospiti delle case di riposo di Marsicovetere e Brienza (adesso preoccupano anche i focolai nelle rsa di Melfi, Calvello e Venosa) che, purtroppo, a causa della diffusione incontrollata del virus hanno perso la vita, dovrebbero farci riflettere sulla necessità di effettuare con cadenza quotidiana, controlli stringenti sugli operatori oltre ad una normativa regionale severa. Servono provvedimenti mirati per il monitoraggio costante, non solo attraverso i tamponi ma anche nella verifica sul numero degli ospiti, che non superi la soglia consentita”.
Lo dichiarano in una nota i segretari generali Spi Cgil, Donato Allegretti,Fnp Cisl Vincenzo Zuardi e Uil Pensionati Carmine Vaccaro, che sul punto sollecitano la giunta regionale, il presidente Bardi e l’assessore Leone a mettere nero su bianco un protocollo unitario sulla prevenzione della diffusione del contagio da Covid-19 nella gestione delle case di riposo e delle Rsa. “Troppe le vittime di questa strage annunciata – affermano i segretari – La richiesta di effettuare tamponi ogni dieci, quindici giorni, in moda da fare una prevenzione rispetto all’ingresso del virus e spegnere eventualmente qualsiasi eventuale focolaio, è una cosa sacrosanta ed un atto dovuto”.
Inoltre i leader sindacali invitano la Regione ad immaginare una prospettiva di vita migliore per gli over 70 di Basilicata che tuteli non solo la salute fisica, ma anche quella mentale, evitando il più possibile una quotidianità in solitudine. “La Basilicata non può rischiare di diventare uno ospizio a cielo aperto – affermano – Serve una strategia che guardi al futuro, altrimenti si rischia di condannare i nostri nonni ad una vecchiaia in solitudine e depressione.
La malattia del millennio non è solo il Covid ma anche la paura di restare soli. Per questo – proseguono Allegretti, Zuardi e Vaccaro – bisogna immaginare un orizzonte a lungo termine per la popolazione più avanti con l’età, un’alternativa alle case di riposo, perché la Basilicata diventi un posto dove invecchiare in serenità. Secondo i dati dell’istituto di statistica gli over 65, lo scorso anno erano il 21,6% della popolazione residente e secondo le proiezioni nel 2025 saranno il 25,7%: 170,3 anziani ogni 100 giovani.
Un esempio interessante, in una regione dove la popolazione anziana supera quella giovane, potrebbe essere il caso Guarcino. Il primo borgo d’Italia a misura di anziano dove si trasferiranno entro 5 anni 200 coppie di pensionati e diverse decine di giovani. Medici, infermieri, piccoli artigiani, imprenditori. Un progetto che punta a ricreare un‘isola di serenità, tra social housing, mobilità alternativa, turismo sostenibile e invecchiamento attivo, in un luogo verde e non inquinato, con lo scopo di promuovere e tutelare la salute, in linea con quanto disposto dalla Commissione Europea.
L’obiettivo di questi villaggi della terza età, è favorire la socialità attraverso l’invecchiamento attivo e la condivisione, ma anche attraverso il benessere e la salute. Principi che sono alla base della legge regionale n. 29/2017 in materia di promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni della quale noi da tempo chiediamo il rifinanziamento e rispetto alla quale riteniamo sia necessario avviare subito i lavori della Consulta, insieme al Piano regionale sulla non autosufficienza con riferimento al piano nazionale e a una programmazione complessiva degli interventi in materia di non autosufficienza e regolamentazione delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali esistenti sul territorio, indispensabile in termini di tutela del diritto alla cura e all’assistenza e di nuova occupazione.
In Basilicata su questo fronte la Regione ha mostrato, in questa pandemia, una miopia preoccupante. A distanza di mesi dallo scoppio dei primi focolai, nulla è stato fatto per tutelare le vite dei più deboli. Nessun passo in avanti nella predisposizione di linee guida generali. La condivisione è la strada giusta- concludono i segretari – è una delle chiavi di valorizzazione del senso di comunità non solo in politica ma anche nella valorizzazione dei piccoli Comuni della Basilicata. Un sentimento affievolito a causa del calo demografico. Ma è anche una soluzione alla solitudine e alla costrizione rappresentata dall’unica alternativa possibile: la casa di riposo“.