Le cartolarizzazioni tornano al centro del dibattito europeo, nel tentativo di liberare le banche da alcuni lacci e consentirle di prestare più denaro all’economia reale. Nei giorni scorsi, nella Commissione Economica del Parlamento Europeo, sono state votate due relazioni legislative sul tema.
La cartolarizzazione è un’operazione tramite la quale le banche sono in grado di liberare denaro, per l’erogazione di ulteriori prestiti alle imprese. Ne esistono di due tipi: quella tradizionale, che è un’operazione che consente a una banca di rifinanziare un pacchetto di prestiti, di esposizioni o di crediti suddivisi in diverse categorie di rischio, trasformandoli in titoli negoziabili sul mercato.
Dal 2017 sono stati introdotti dei requisiti (STS) per questo tipo di cartolarizzazione, cioè: semplicità, standardizzazione, trasparenza. Il secondo tipo sono le cartolarizzazioni sintetiche, cioè operazioni che consentono alla banca non di cedere i propri crediti ma di trasferire il rischio di default ad altri soggetti mediante una “assicurazione” del credito.
L’obiettivo dichiarato dalla Commissione era quello di liberare le banche dai crediti in bilancio per ottenere liquidità immediata da riversare all’economia reale, estendendo il quadro delle cartolarizzazioni tradizionali anche alle cartolarizzazioni sintetiche in bilancio, favorendone la diffusione e alleggerendo gli ostacoli regolamentari alla cartolarizzazione delle non-performing exposures (NPEs), cioè la cartolarizzazione delle esposizioni deteriorate.
La relazione contiene anche diversi aspetti positivi sulla sostenibilità ambientale degli investimenti sia per le cartolarizzazioni STS tradizionali che per le cartolarizzazioni STS sintetiche. Noi abbiamo votato a favore di questi punti. Tuttavia le modifiche avrebbero comportato un maggiore utilizzo dello strumento della cartolarizzazione, inclusa la cartolarizzazione sintetica, e avrebbero rimosso gli ostacoli alle cartolarizzazioni delle esposizioni deteriorate permettendo di fare mercato su tutto e così creando bolle su bolle.Per questo mi sono opposto.
La crisi del 2008 ci insegna che il rischio di speculazioni è sempre alle porte. Ecco perché questi dossier vanno sorvegliati eliminando sia la componente pregiudiziale rispetto a questi strumenti, sia il totale sdoganamento delle regole.