Il ritorno del lupo nel Bosco Pantano di Policoro, intervento di Legambiente Montalbano, WWF Policoro e Italian Wild Wolf. Di seguito la nota integrale.
La popolazione di lupo in Italia ha subito un drastico declino a partire dal XX secolo, a causa della persecuzione da parte dell’uomo. Negli anni ’70 l’areale di presenza del lupo era rappresentato da piccoli nuclei lungo l’appennino centro-meridionale, tanto da poter affermare che il predatore, in Basilicata, non sia mai scomparso.
Negli ultimi decenni del XX secolo, grazie all’entrata in vigore di leggi di protezione della specie e all’aumento della presenza di prede selvatiche, si è assistito ad un progressivo aumento della popolazione di lupo che ha iniziato a ricolonizzare il territorio italiano, partendo dalle aree in cui non era mai scomparso.
Il legame dei lucani con il lupo è atavico ed è racchiuso nel nome stesso della Regione (λυκος in greco “lupo”). Dalle montagne, il lupo ha iniziato ad espandersi nei territori collinari, fino a spingersi in pianura, arrivando anche nel Bosco Pantano di Policoro. Da marzo 2019, infatti, il lupo si è insediato nella Riserva Regionale “Bosco Pantano di Policoro” e, differentemente dalle credenze popolari, non è mai stato oggetto di campagne di reintroduzione; né è un esempio quanto accaduto nel piccolo relitto planiziale di Policoro, dove l’espressione “il lupo è arrivato” calza a pennello.
L’unico progetto di ripopolamento del lupo nel mondo è avvenuto negli Stati Uniti d’America, precisamente nel Parco Nazionale di Yellowston, utilizzando 9 lupi provenienti dal Canada. Il progetto ebbe un grande successo, portando i ricercatori a scoprire l’influenza del predatore sulle specie ed habitat, definendo le cascate trofiche del lupo. I ricercatori di Yellowstone affermarono che il predatore, attraverso il controllo degli ungulati, avesse modificato i fiumi, favorendo un sollevamento dello stato di salute dei corsi d’acqua e della loro morfologia e un arricchimento della biodiversità in generale. Il lupo come un Bioingegnere!
Il lupo è una specie gregaria, organizzandosi in branchi che in Italia sono delle vere e proprie famiglie, con una gerarchia ben definita: genitori, cuccioli dell’anno e qualche giovane delle cucciolate precedenti. Il nucleo familiare difende un territorio mediamente di 150 Km2, dal quale i giovani, per competizione alimentare e sessuale, si disperdono, lasciando il branco famigliare, per trovare un territorio libero dove stabilirsi e creare una propria famiglia. Il fenomeno della dispersione è la spiegazione alla comparsa di lupi in territori in cui negli ultimi decenni la specie non era presente.
Nell’inverno 2018-2019 un lupo in dispersione è arrivato a Policoro, stabilendosi con la compagna anch’essa in dispersione, nella Riserva Orientata Bosco Pantano di Policoro. A seguito del loro arrivo, ricercatori e professionisti nello studio del Lupo quali Remo Bartolomei, Fabio Quinto ed Erika Ottone, insieme ad associazioni coinvolte nel progetto “L’Ultima Foresta Incantata”, che vede partecipe in sinergia Legambiente Montalbano, WWF Costa Jonica Lucana, Centro Studi Appennino Lucano, SAFE dell’Università di Basilicata e la Provincia di Matera, si sono spesi nel monitorare l’evoluzione dell’insediamento del Lupo nella Riserva. Attraverso il fototrappolaggio e il monitoraggio faunistico lungo transetti all’interno della Riserva Regionale Bosco Pantano di Policoro, i tecnici sono riusciti a raccogliere importanti informazioni sulla dieta e sulla fenologia della specie, valutando l’impatto delle attività antropiche e individuando possibili strategie di mitigazione.
Nonostante la presenza del lupo possa (scelleratamente) scaturire sentimenti di paura e diffidenza, in Italia negli ultimi 200 anni non si è mai verificata un’aggressione da lupo sull’uomo. Turisti e visitatori (più di 7000 nel mese estivo) hanno attraversato e continuano ad attraversare i sentieri della Riserva di Policoro incolumi e inconsapevoli della sua presenza, specie elusiva e diffidente.
Da maggio 2019 a maggio 2020 sono stati raccolti a cadenza settimanale all’interno della riserva 130 escrementi di lupo (mediamente circa un escremento ogni 3 giorni), e l’analisi degli stessi ha permesso di capire e verificare che i lupi di Policoro si nutrono del circa il 95% di cinghiale. Il restante 5% di vegetali, istrice e capriolo. Non si annoverano segni di presenza di Ungulati domestici nella dieta. Il monitoraggio e la sorveglianza costante da parte dei ricercatori fanno supporre che l’aggressione al bestiame domestico sia un evento eccezionale. Ciò non toglie che gli allevatori presenti nel territorio della Riserva o nelle immediate vicinanze debbano prestare attenzione al fenomeno di colonizzazione da parte del lupo. Applicare buone pratiche di gestione zootecnica, come ad esempio dei recinti idonei, il pascolo seguito, aumentare la guardiania attraverso l’utilizzo di cani da pastore ed evitare che i nuovi nati di poche settimane vengano lasciati al pascolo anche di notte senza alcuna protezione, siano interventi prioritari per ridurre la potenzialità di aggressione al bestiame. Inoltre, esistono strumenti di compensazione, come l’indennizzo erogato dalla Regione Basilicata, a favore di eventi di perdita di capi di bestiame conseguenti ad aggressione da lupi.
Il lupo come specie Bandiera e Ombrello, attraverso la sua presenza, modifica e migliora gli habitat, favorisce gli equilibri ecosistemici, controlla le specie, ristabilendo ordine e funzionalità in Natura. La sua presenza può essere un importante indicatore per individuare la complessità di sistemi biologici e favorire la resilienza dei servizi ecosistemici ad essi connessi. L’uomo può trarre vantaggi dalla sua presenza: dalla riduzione e controllo degli ungulati invasivi alla riduzione del dissesto idrogeologico.
Sebbene i ricercatori e gli studiosi siano consapevoli dell’importanza della presenza di questo importante predatore nei territori lucani, il rapporto con le comunità locali può essere complicato, soprattutto se non vengono messi a disposizione dei cittadini tutti gli strumenti per completare un processo di trasformazione culturale sul problema della gestione della fauna selvatica. A tale scopo, i tecnici e tutti i professionisti che si occupano del monitoraggio dei lupi nella Riserva Regionale Bosco Pantano di Policoro, sono a completa disposizione dei cittadini, offrendo supporto alle aziende zootecniche sui sistemi di prevenzione e nelle procedure di indennizzo.