Il segretario generale Cgil Matera, Eustachio Nicoletti e la segretaria generale Flc Cgil Matera, Angela Uricchio, in una nota congiunta illustrano la posizione politico-sindacale sulla chiusura delle scuole in Basilicata per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.
La Cgil e Flc Cgil di Matera si vedono costrette ad intervenire per ribadire la posizione sulla chiusura delle scuole, già dichiarata nella nota del 11 novembre u.s. ai lavoratori e lavoratrici della scuola della provincia di Matera.
La Cgil e la Flc Cgil di Matera sono favorevoli ai provvedimenti di emergenza che implicano anche la sospensione temporanea delle attività in presenza per contenere la diffusione pandemica nelle scuole e nei comuni che lo richiedono, come d’altronde stanno facendo alcun sindaci, non solo delle zone rosse, ma anche altri che hanno chiuso le scuole del primo ciclo, dove è registrata una situazione di criticità.
Tutto ciò avviene in una condizione di totale solitudine in cui si ritrovano le scuole del primo ciclo scolastico del Comune di Matera e di tutta la provincia per garantire contestualmente la didattica in presenza e la sicurezza degli alunni e del personale scolastico all’interno di una grave e pericolosa recrudescenza del contagio da Covid-19 che caratterizza in modo particolare la città di Matera e tutto il territorio provinciale.
Il continuo e sistemico impegno dei dirigenti, dei docenti e del personale ATA che ha caratterizzato la fase estiva di preparazione per il riavvio delle lezioni nella corrente annualità per rendere le scuole luoghi sicuri, con l’evolversi del contagio che non risparmia nessuno, nemmeno alunni e operatori scolastici, e le difficoltà riscontrate nella cura, nel tracciamento e nell’assistenza dei casi accertati, inducono ad una diversa considerazione dell’attuale scenario.
Infatti, di fronte alla criticità della situazione pandemica, anche la condivisione di questa organizzazione sindacale dell’importanza e della preminenza della didattica in presenza, deve necessariamente anteporre il diritto alla salute di tutti i lavoratori della scuola, nonché degli alunni e delle loro famiglie.
Sulle scuole si sono riversate le pressioni del contagio provocato dal mancato adeguamento dell’organizzazione del trasporto pubblico locale per garantire la sicurezza dei lavoratori e degli studenti pendolari ed evitare così che uno dei più rilevanti viatici del virus Covid – 19 potesse contribuire al raggiungimento delle attuali percentuali di contagio in Basilicata
Se la Regione non è in grado di garantire la sicurezza nelle scuole, o se la task force ritiene che le scuole siano un focolaio di propagazione del virus (senza peraltro fornire alcun dato al riguardo), è bene che le chiuda, e lo faccia anche rapidamente, invece di fare annunci in paternalistici videomessaggi o di cercare “sponde” nel sindacato o in qualche petizione oppure confidando nell’eventuale lockdown nazionale, da utilizzare come copertura.
Il Presidente Bardi faccia ciò che fanno i sindaci, assumendosene la responsabilità e, come si usa dire, “mettendoci la faccia”, senza ulteriori traccheggiamenti.
Detto ciò, ed espressa in maniera chiara ed inequivoca la nostra posizione, non possiamo non rilevare che quello che accade è la cronaca di un fallimento annunciato.
Per responsabilità del Governo nazionale, che ha impiegato l’estate a discutere di plexiglass e banchi a rotelle (arrivati negli istituti superiori a scuole chiuse!) invece di affrontare i veri temi legati alla riapertura in sicurezza e in presenza: ridurre gli alunni per classe (fino ad un massimo di 15); rimodulare e scaglionare gli ingressi in modo da evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici e potenziando i trasporti; mandare in cattedra tutti i docenti a settembre anche attraverso procedure semplificate dei concorsi straordinari e partendo per tempo nella ridefinizione delle Gps. Temi su cui la Ministra non ha voluto ascoltare le proposte del sindacato, che avrebbero consentito una migliore e più efficace ripartenza della scuola.
Ma anche per precipue responsabilità della Regione, che sta affrontando la crisi pandemica all’insegna dell’insipienza e dell’immobilismo, tanto nella sanità quanto nella scuola, senza il coinvolgimento delle parti sociali.
Carenza di posti letto, mancato collegamento tra medicina e territorio, mancanza di adeguati sistemi di tracciamento, completa inazione nell’organizzazione dei trasporti, assenza di tamponi e test rapidi e di presidi sanitari nelle scuole, sono il segno dell’evidente fallimento delle politiche regionali in tema di pandemia.
E’ quanto accaduto sui trasporti, nella didattica a distanza, e adesso nell’annunciato provvedimento di chiusura delle scuole.
Un sindacato che fa il suo mestiere (e noi fin qui lo abbiamo fatto fino in fondo, ponendo questioni e facendo proposte concrete) senza cadere in facili opportunismi, ha il dovere di tutelare il diritto alla salute e la sicurezza nelle scuole, ma, contestualmente, deve anche chiedere conto alla politica delle sue inadempienze, perché vi sia un significativo cambio di passo.
E’ quanto stiamo facendo, esercitando fino in fondo il nostro ruolo e la nostra funzione, rivendicando veri tavoli di confronto permanente, per costruire insieme a tutte le parti interessate soluzioni condivise per fronteggiare una emergenza che rischia ormai di uscire dal controllo.
Per il bene dei lavoratori della scuola, degli studenti e dei cittadini lucani.